La mostra curata da Maria Grazia Bernardini e Mario Lolli Ghetti, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale della città di Roma, e con la partecipazione dei Musei Vaticani, la Fabbrica di San Pietro e l'Archivio e Biblioteca Apostolica di Santa Romana Chiesa, viene ospitata per il 33° anno nelle sale del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. L'esposizione dunque con le sue oltre cento opere selezionate tra sculture, pitture, documenti cartacei e reliquiari, ha l'ambiziosa finalità di offrire al pubblico una panoramica sulle vicende storico-artistiche della città papale nel lungo secolo che fu il Seicento.
Curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, l'esposizione si articola in sette sezioni, che documentano il percorso artistico del XVI secolo, attraverso il passaggio dall'alto e superbo magistero dell'arte del primo Rinascimento, ancora sostanziato dalla cultura umanistica, ad un'arte fortemente condizionata da una nuova e coinvolgente spiritualità religiosa. Vengono esposti capolavori di Raffaello, quali l'"Autoritratto" o il "Ritratto di Fedra Inghirami" - entrambi prestati eccezionalmente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze - di Michelangelo, come l'"Apollo-Davide", proveniente dal Museo Nazionale del Bargello, o la "Pietà per Vittoria Colonna", da Boston di cui la Fondazione Roma ha adottato il restauro - di Sebastiano del Piombo, quale il "Ritratto di donna" della Harewood House di Leeds, e di molti altri artisti, tra cui Perin del Vaga e Francesco Salviati. Sono presenti anche apparati didattici e integrativi del tutto inediti, quali la ricostruzione tridimensionale della Cappella Sistina e della Loggia di Psiche di Raffaello.