"Il tema 'esperienza religiosa e questione di Dio' ha fatto da filo conduttore del seminario di studi di 'Hermeneutica', promosso dall'Istituto superiore di scienze religiose di Urbino "Italo Mancini", che ha ospitato nel settembre 2016 il convegno annuale dell'Associazione italiana di filosofia della religione (AIFR). Gli scritti che qui presentiamo raccolgono gli atti del convegno, assieme a un nutrito numero di interventi che restituiscono una parte del dibattito che durante esso si è registrato. La rilevanza di un tema così ampio e complesso è indubbiamente interdisciplinare: non solo la filosofia della religione, ma anche la teologia e le scienze della religione hanno interesse a mettere a fuoco il nesso tra esperienza religiosa e questione di Dio. Tuttavia, tale nesso appare oggi assai meno evidente di quanto poteva essere un tempo: il termine 'religione', sia dentro che fuori dell'ambito accademico, è spesso usato senza implicare un esplicito riferimento all'esistenza di Dio o a un determinato concetto di Dio, e sono frequenti nel panorama filosofico contemporaneo i tentativi di pensare l'esperienza religiosa entro un contesto che non è teistico o che non lo è più (si parla in questo caso di post-teismo). In un certo senso sembra che l'attenzione sul tema dell'esperienza religiosa, che è stata costante in epoca moderna e si rinnova e trasforma continuamente in quella post-moderna, sia stata guadagnata proprio a spese di quello di Dio." (Dall'introduzione di Marco Cangiotti e Andrea Aguti)
Lo scopo teorico dichiarato da Mancini nell'Ethos dell'Occidente è di rintracciare la "radice morale del diritto", elaborando appunto una filosofia del diritto. Nel corso della sua analisi l'ethos, l'eticità come capacità del soggetto agente di distinguere fra bene e male e avere un orientamento valoriale, va mostrando la sua origine non astratta ma intrisa di esperienza e tradizione, vale a dire appartenenza a un costume, a un popolo. La prospettiva si allarga così alla filosofia politica, delineando una "filosofia del popolo" dove il popolo è il luogo genetico della radice morale. Il percorso storico-filosofico, con fratture e riprese, segue due vie - antica e moderna che insieme disegnano una ideale contemporaneità o via "perenne" della filosofia (da Aristotele a Kant, da Tommaso d'Aquino a Vico, da Agostino a Hobbes, fino a Croce, Gramsci, Schmitt, Kelsen) costellata di concetti chiave: oggetto morale, diritto naturale, libera volontà, legge universale, coscienza, giustizia. Quest'ultima, racchiudendo in sé le possibili interpretazioni filosofiche e teologiche, sta alla fine e all'inizio di quello che Mancini definisce l'ethos del futuro, con cui si chiude il volume: in Paolo e nell'irrompere dell'avvenimento di Gesù Cristo la giustizia assume un'inedita valorizzazione.
M. Cangiotti, Necessità e limiti della mediazione. Prospettive: M. Ferraris, Realismo positivo. L'invito che ci viene dal mondo D. Marconi, Genealogia del nuovo realismo F. Botturi, Realismo morale P. Pagani, Phainesthai. Note su essere e pensiero V. Fano - S. Matera, Realismo scientifico e vincolo fenomenologico M. Alai, Realismo, idealismo e agnosticismo. Una prospettiva epistemologica P. De Vitiis, Nuovo realismo ed ermeneutica M. Giuliani, Il realismo rabbinico C. Dotolo, Rivelazione e realtà C. Zuccaro, Può la teologia morale non essere realista? Figure e confronti: E. Baccarini, La questione dell'oggetto nella fenomenologia G. D'Anna, Nicolai Hartmann. Realismi e ontologia L. Grion, La critica di Bontadini al new realism anglo-americano S. Bignotti, Realismo e idealismo in Emanuele Severino. Un'identità problematica G. Cotta, La realtà dell'altro. Individualismo, relazionismo e relazionalità Materiali: T.W. Adorno, Kant: due concetti di cosa (a cura di I. Bertoletti) P. Aubenque, Relatività o aporeticità dell'ontologia? Da Quine ad Aristotele (tr. di I. Bertoletti).