I saggi raccolti in questo volume ruotano intorno al tema della iconografia e della rappresentazione simbolica delle istituzioni caritative fra Medioevo ed Età Moderna. Attraverso le immagini le istituzioni presidiano luoghi, evocano attività e sottendono programmi etico-religiosi. Lo sfaccettato fenomeno della solidarietà viene così illuminato concentrandosi non sulla dimensione istituzionale ma sulla presentazione visiva dei progetti caritatevoli, sulla raffigurazione di situazioni da riparare e di uomini e donne da sostenere. Miniature, sculture, architetture hanno da un lato dato volto e identità a istituzioni nate per sostenere e realizzare specifiche "opere di bene" (dalla liberazione dei prigionieri alla dotazione delle fanciulle povere), da un altro hanno cercato di catturare l'attenzione e il consenso degli spettatori, per convincerli a fare il bene. Si tratta di operazioni niente affatto scontate e che richiedevano e richiedono il ricorso a una comunicazione efficace e originale, coinvolgente e commovente, a rafforzamento di promesse, o di minacce, rese più allettanti o terribili e comunque convincenti da elementi estetici che oggi in qualche caso ammiriamo senza sapere che erano parole di un discorso complesso, volto a motivare alla partecipazione alla vita comunitaria a partire dalla condivisione delle necessità dei meno privilegiati.
L'impatto tra l'arte e le nuove tecnologie elettroniche (dalla computer graphics alla realtà virtuale) è attualmente oggetto di un dibattito esteso a una quantità di saperi e discipline. Ma come è cambiata la natura stessa dell'arte? Come è cambiata la nostra percezione della sua tradizionale funzione di "produzione del nuovo"? La pratica artistica può ancora considerarsi come in passato l'esempio più eminente della creatività umana? Massimo Carboni e Pietro Montani hanno raccolto le pagine di venti maestri sul tema del rapporto tra arte e tecnica. Tra questi: Valéry, Brecht, McLuhan, Heidegger, Adorno, Baudrillard, Maldonado, Lévy.