tra il 1944 e il 1946, a New York, Dwight Macdonald dà vita a "politica", una rivista radicale che raccoglie le idee di intellettuali americani ed europei di particolare raffinatezza. Tra questi si possono ricordare i nomi di Andrea Caffi, Albert Camus, Nicola Chiaromonte, Paul Goodman, Mary McCarthy, George Orwell e Simone Weil.
Autori di provenienza differente ma accomunati da uno spirito "irregolare", capaci di riflettere con profondità di giudizio su questioni centrali come il socialismo, la società dei consumi, la minaccia atomica, i limiti della democrazia rappresentativa.
I saggi raccolti in questo volume, di Caffi, Goodman e Macdonald, sono tra gli scritti più rappresentativi apparsi su "politics"; ad essi si è voluto aggiungere un articolo introduttivo di Hannah Arendt. I temi trattati riguardano la critica al progresso tecnologico in quanto portatore più di distruzione che di benessere, la riflessione sulla minaccia rappresentata dalla società dei consumi per l'autonomi degli individui, la ricerca di un rinnovamento non-violento della vita degli uomini. Dalla discussione di questi temi emerge un pensiero politico per il quale - come scrive Arendt - "l'uomo non è solo la radice, l'origine di tutte le istanze politiche, ma lo scopo ultimo di tutta la politica e il solo criterio di giudizio valido da applicare a tutte le questioni politiche".
Magistrato, poeta, umanista, scrittore, statista, cancelliere di Enrico VIII, martire assunto alla gloria degli altari, Tommaso Moro (1478-1535), l’autore dell’Utopia, è una delle personalità più complesse, luminose e discusse della storia inglese ed europea, e il suo epistolario racconta una vicenda umana di straordinaria ricchezza. Appassionanti come un romanzo (s’ispira ai fatti della sua vita il celebre film Un uomo per tutte le stagioni), austere e giocose al tempo stesso, ricche d’aneddoti, dettagli e affetti domestici, vibranti di polemiche culturali e teologiche, le lettere di Tommaso Moro costituiscono anche un documento imprescindibile per comprendere gli anni della riforma protestante, momento cruciale della nascita della modernità. Questo volume ne presenta una scelta significativa: a fianco delle celebri lettere dalla Torre, della corrispondenza con Erasmo (che proprio a Moro dedicò l’Elogio della Follia) e delle lettere ad amici, famigliari, uomini di chiesa e di potere, sono incluse integralmente le lunghe lettere a Martin Dorp, autentico trattato in difesa dell’umanesimo, e a John Frith, sul problema della transustanziazione. La traduzione italiana è arricchita da un vasto commento, che per dottrina e ampiezza non conosce eguale in nessuna edizione inglese o americana. Ne è autore uno dei più insigni studiosi italiani di Tommaso Moro, mons. Alberto Castelli, che stava per dare questo volume alle stampe, quando la morte lo colse, nel marzo del 1971. Più di trent’anni dopo, un suo nipote, Francesco Rognoni, anch’egli studioso di letteratura inglese, ha completato il lavoro, aggiornandone la bibliografia, e stendendo un ampio saggio introduttivo, in cui dà conto dei più recenti sviluppi degli studi su Tommaso Moro e, avvalendosi delle carte di famiglia e di altri documenti inediti, traccia un partecipe ritratto di Alberto Castelli.
Mons. Alberto Castelli (1907-1971), arcivescovo titolare di Rusio, ha insegnato Lingua e letteratura inglese all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dal 1934 al 1953. È autore di numerose pubblicazioni su autori inglesi classici e novecenteschi (G. Chaucer, E. Spenser, W. Shakespeare, T. Hardy, G.B. Shaw ecc.), di traduzioni ormai classiche e più volte ristampate, come Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, le Lettere di Berlicche di C.S. Lewis e la Montagna delle sette balze di T. Merton, e di un’autorevole edizione del Dialogo del conforto nelle tribolazioni di Tommaso Moro (1970).
Francesco Rognoni (1960) insegna Lingua e letteratura inglese e Cultura e antropologia americana all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Brescia. Ha scritto su vari autori inglesi e americani (J. Milton, J. Keats, R. Browning, F. O’Hara, R. Lowell ecc.) e curato edizioni di classici e contemporanei, fra cui la “Pléiade” Einaudi-Gallimard delle Opere di P.B. Shelley (Premio Betocchi per la traduzione poetica, 1995). Con Vita e Pensiero ha pubblicato la raccolta di saggi e scritti occasionali Di libro in libro (2006).