"Vorrei richiamare l'attenzione su alcuni aspetti di quella sostanza normativa della democrazia che dobbiamo oggi difendere dalle tendenze che vorrebbero trasformarla in una semplice maschera costituzionale dei meccanismi di mercato. Si tratta infatti di capire che cosa noi vogliamo salvare e recuperare nella costellazione posnazionale di una società mondiale in via di formazione." (dalla prefazione di Jurgen Habermas). Una delle opere principali del grande filosofo tedesco, una grande sintesi sul rapporto tra etica, morale e diritto.
Sfera pubblica, informale e "spontanea", e procedure della democrazia sembrano oggi destinate a un confronto sempre più diretto e risolutivo. La riflessione di Habermas prende in considerazione le trasformazioni ultime degli stati nazionali e propone di ripartire dal dato ineliminabile della democrazia come valore raggiunto e maturo. Oggi i cittadini possono ancora prendersi a cuore i diritti politici di partecipazione solo integrandosi nella comunicazione pubblica di una politica liberale ed egualitaria. D'altra parte, gli organi deliberativi dovrebbero rimanere permeabili e ricettivi verso temi, valori e programmi che pervengono loro da parte di una sfera pubblica non strutturata dall'alto. Solo se prendesse piede un simile "gioco di scambio" il concetto di cittadinanza politica potrebbe significare qualcosa di piÙ che un semplice aggregarsi di interessi prepolitici e un godimento passivo di diritti paternalisticamente concessi.
Jürgen Habermas affronta in questo saggio il tema controverso dell'ingegneria genetica e cerca di rispondere alla "controdomanda" suscitata dagli sviluppi della genetica: può la filosofia intromettersi nel dibattito senza rinunciare alle convinzioni del pensiero postmetafisico?
Tre interventi nel vivo della politica mondiale: la globalizzazione pone ai politici il compito di riorganizzare i rapporti tra stati secondo una prospettiva cosmopolitica. Ma tale riorganizzazione per Habermas, deve essere concepita come una "rete" in grado di far interagire politiche regionali, nazionali e sovranazionali, senza chiedere ai cittadini di rinunciare a pratiche, forme di vita e valori materiali specifici.