Data di pubblicazione: Marzo 2012
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Rabindranath Tagore (1861-1941), figura poliedrica e carismatica di pontifex fra la cultura orientale e quella occidentale, premio Nobel per la letteratura nel 1913, fu versatile poeta, romanziere e drammaturgo quanto saggista, epistolografo, viaggiatore e conferenziere infaticabile in Europa e in Asia, pittore e musicista dei propri canti, ma anche educatore innovativo ed anticonformista tramite l'Università Internazionale di Shantiniketan, da lui fondata nel 1921 e meta costante di studiosi e visitatori da tutto il mondo. L'idea della libertà responsabile, nutrita da un lucido antidogmatismo e da una "religione dell'Uomo" mistica ed universalista, lo spinse ad un attivo impegno nella lotta indipendentista dell'India dal dominio britannico, in costante dialettica con le forme più accesamente nazionaliste impersonate da Gandhi, col quale Tagore ebbe un lungo e complesso rapporto di amicizia (così come, più brevemente, con Einstein e col pensiero scientifico). Questa prima edizione moderna dell'autobiografia tagoriana, scritta nel 1912, ne ristabilisce il titolo originale, Ricordi di vita (in bengali Jivansmrti, nella versione inglese My Reminiscences), e coinvolge il lettore nelle tappe minuziose di una storia di formazione intellettuale, socio-famigliare ed intima unica nel suo humour autoironico e sentenzioso, contrappuntato da un lirismo cosmico quando i grandi temi della Natura, dell'infanzia, del dolore e dell'autocoscienza divengono epifanie dell'«unico Dio rivelato a tutte le razze umane».
Rabindranath Tagore (1861-1941), figura poliedrica e carismatica di pontifex fra la cultura orientale e quella occidentale, premio Nobel per la letteratura nel 1913, fu versatile poeta, romanziere e drammaturgo quanto saggista, epistolografo, viaggiatore e conferenziere infaticabile in Europa e in Asia, pittore e musicista dei propri canti, ma anche educatore innovativo ed anticonformista tramite l'Università Internazionale di Shantiniketan, da lui fondata nel 1921 e meta costante di studiosi e visitatori da tutto il mondo. L'idea della libertà responsabile, nutrita da un lucido antidogmatismo e da una "religione dell'Uomo" mistica ed universalista, lo spinse ad un attivo impegno nella lotta indipendentista dell'India dal dominio britannico, in costante dialettica con le forme più accesamente nazionaliste impersonate da Gandhi, col quale Tagore ebbe un lungo e complesso rapporto di amicizia (così come, più brevemente, con Einstein e col pensiero scientifico). Questa prima edizione moderna dell'autobiografia tagoriana, scritta nel 1912, ne ristabilisce il titolo originale, Ricordi di vita (in bengali Jivansmrti, nella versione inglese My Reminiscences), e coinvolge il lettore nelle tappe minuziose di una storia di formazione intellettuale, socio-famigliare ed intima unica nel suo humour autoironico e sentenzioso, contrappuntato da un lirismo cosmico quando i grandi temi della Natura, dell'infanzia, del dolore e dell'autocoscienza divengono epifanie dell'«unico Dio rivelato a tutte le razze umane».