Il dizionario è il risultato dell’enorme lavoro di Eliade sulle religioni, nel quale lo studioso romeno ha coinvolto colleghi e ricercatori di tutto il mondo. Sei secoli prima della nostra era, nella valle del Gange dell’India induista, Gautama Buddha ha fatto sentire la voce della sua esperienza proponendo all’uomo una strada per trovare la pace e la felicità. Dopo una prima espansione in India, il Buddhismo è stato accolto in Tibet e lungo la Via della Seta ha raggiunto Cina e Giappone, portato anzitutto da monaci missionari. Dallo Sri Lanka si è poi espanso in tutto l’Estremo Oriente sud asiatico. Il Dizionario comprende voci dottrinali, storiche, geografiche e antropologiche e vede lo svolgersi di differenti vie e scuole che hanno caratterizzato l’evolversi di una sapienza antica che è ormai da più parti vissuta come religione.
"I dizionari delle religioni esistenti sono abbastanza numerosi, compilazioni di un solo autore oppure opere collettive. Ma non c'è bisogno di dire che scrivere un dizionario delle religioni che sia, a un tempo, corretto (dal punto di vista scientifico) e accessibile è un'impresa insensata, a meno che l'autore o gli autori non dispongano di un filtro che consenta loro di gettare una luce originale sul sistema delle religioni. Mircea Eliade aveva senza dubbio un suo filtro ermeneutico, non meno che un'incomparabile esperienza nello studio delle religioni. Inoltre era dotato di una curiosità rara quanto la sua duttilità metodologica. Infatti, alla fine della sua carriera, egli invidiava la libertà e la creatività di cui godevano gli scienziati rispetto agli storici e agli altri studiosi universitari nel settore delle scienze umane, le cui inibizioni egli attribuiva a un grande complesso di inferiorità. Negli articoli più complessi di questo dizionario si sottolineerà il carattere sistemico della religione; questa concezione, benché espressa in maniera diversa, è presente in Mircea Eliade sin dai suoi primi libri. (...) Fedele a un ideale che egli aveva più volte enunciato, ho cercato continuamente di ampliare l'orizzonte delle mie conoscenze di storia delle religioni fino a integrare la bibliografia essenziale di tutte le religioni conosciute. Senza tutti gli articoli che dal 1974 Eliade pubblicò su 'Aevum, Revue de l'histoire des religions, History of Religions, Studi e materiali di Storia delle religioni, Journal for the Study of Judaism, Journal of Religion, Church History' e altri, mi sarebbe stato impossibile portare a termine felicemente questo progetto di dizionario delle religioni. A partire dal 23 marzo 1986 e fino alla sua morte, avvenuta il 22 aprile, ho visto Mircea Eliade tutti i giorni. Fino al 13 aprile le nostre discussioni di lavoro ebbero in generale come oggetto questo dizionario. [...] Mircea Eliade non è più fra noi per darci l'approvazione finale a questo lavoro. Tuttavia, poiché desiderava che questo progetto venisse realizzato a ogni costo, non ho voluto abbandonarlo. (...) Chiunque lo abbia conosciuto si ricorderà la straordinaria generosità di un uomo, la cui sola ambizione professionale era quella di far progredire la disciplina della storia delle religioni. Sono convinto che egli avrebbe accettato con entusiasmo tutto ciò che questo dizionario comporta di nuovo, in termini di metodo, ma sento di dovermene anche assumere la piena responsabilità, per quanto riguarda il contenuto e la forma." (Ioan P. Couliano)
L'uomo fu sin dalla preistoria un creatore di simboli, i quali costituiscono un ponte rispetto alle proprie origini, al cosmo e al destino. Le voci di questo Dizionario, selezionate dall'amplissimo repertorio in 17 volumi dell'Enciclopedia delle Religioni diretta da Mircea Eliade in collaborazione con Ioan P. Couliano e curate da massimi esperti internazionali, sottolineano l'emergere e il persistere di tale creatività, non solo in solenni circostanze, ma soprattutto nelle osservazioni, nei gesti e negli oggetti quotidiani. Per secoli i simboli sono stati vissuti come portatori di un significato capace di sfondare gli orizzonti del limite umano per proiettarsi in una presenza che si poneva come «altra». Si scopre così che anche gli oggetti più usuali - una chiave, un tessuto, uno specchio, un gioiello - o i gesti più comuni come mangiare, dormire, offrire un dono, giocare, non sono aspetti scontati della nostra vita: nella storia dell'umanità, infatti, sono stati caricati di un senso che noi possiamo aver scordato, ma che attesta come la ricerca di un significato sia impressa nelle profondità del desiderio umano. Le grandi articolazioni di questa ricerca sono tratteggiate nel saggio dello storico delle religioni Jacques Vidal che introduce la nuova edizione.