Oltre cento videointerviste a italiane e italiani sopravvissuti alla violenza nazista e fascista negli anni dell'occupazione tedesca - ebrei, deportati politici, internati militari, lavoratori coatti, partigiani - sono il frutto di un progetto di ricerca finanziato dal Fondo italo-tedesco per il futuro e realizzato presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell'Università di Padova. Ogni intervista rappresenta un patrimonio prezioso e unico di memoria, che racconta le esperienze vissute da persone travolte dalla violenza della guerra e dalle politiche criminali di repressione e sterminio del nazifascismo. Non solo dunque una delle ultime occasioni per dare voce alle vittime, ma anche una grande opportunità di approfondimento e analisi scientifica affidati ai più qualificati contemporaneisti. A partire dai materiali raccolti, il volume propone una riflessione sulla figura e il ruolo del testimone, sulle interazioni fra memorie individuali, familiari, locali e memoria pubblica nazionale relativa alla seconda guerra mondiale.
Negli ultimi anni si è assistito in Italia e in Europa a un crescendo di atti di antisemitismo, xenofobia e razzismo contro gli immigrati, spesso accompagnati dall'ostentazione di gesti e simboli del fascismo. Un forte legame sembra tenere assieme le numerose forme ed espressioni di un risorgente antisemitismo con la diffusione di pregiudizi razzisti e manifestazioni di ostilità verso gli stranieri. I contributi di questo volume analizzano le culture, le legislazioni e le politiche antisemite sviluppate in Italia e in Europa fra le due guerre mondiali e offrono una riflessione di lungo periodo sul loro retaggio fino ai razzismi che attraversano oggi le nostre società.
Negli incontri ufficiali le autorità politiche italiane e tedesche sono solite descrivere i rapporti bilaterali come eccellenti. Eppure, attenti osservatori hanno richiamato l'attenzione sul progressivo allontanamento tra Italia e Germania iniziato dopo la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca. Si è parlato infatti di un processo di 'estraniazione strisciante' fra i due paesi, uno, l'Italia, alle prese con una profonda crisi del sistema politico ed economico, l'altro, la Germania, capace invece di ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena europea e internazionale nell'età della globalizzazione. Non sono mancati inoltre momenti di frizione politica che hanno riattivato vecchi pregiudizi reciproci e questioni legate al retaggio della Seconda guerra mondiale. Siamo dunque in presenza di un distacco temporaneo e poco incisivo tra i due paesi fondatori della Comunità europea oppure di un processo più profondo, sintomo di una nuova fase segnata dalla crisi del progetto dell'Unione europea?
Nell'ambito delle politiche della memoria dell'Unione europea finalizzate a creare un'identità comune fra i paesi membri, centrale è il ricordo della Shoah come "mito fondante negativo" dell'Europa su cui basare la difesa dei valori della democrazia e dei diritti umani. "Le ombre del passato" approfondisce, in chiave comparativa, il caso della Polonia e dell'Italia, prendendo in considerazione il tema della memoria pubblica del genocidio degli ebrei: i saggi che compongono il volume, opera di qualificati studiosi, ne indagano le complesse problematiche storiche, politiche e giuridiche. Dal confronto emergono importanti differenze; ma si evince anche una comune difficoltà nel rapportarsi in maniera trasparente a un passato che è in grado di incrinare ogni mitologia nazionalista e di vanificare ogni tentativo culturale e politico di edulcorare la verità storica.