Questo volume, nato da una ricerca promossa dal Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica del Collegio IPASVI di Roma in collaborazione con l'Associazione Differenza Donna, raccoglie lettere scritte da donne che hanno subito violenza e che si sono recate in strutture socio-sanitarie: una vera e propria interlocuzione, un appello alla umanità, alla professionalità e all'etica di tutti i soggetti coinvolti. Attorno ad esse, il testo costruisce un discorso lontano sia dai numeri delle statistiche sia dal più consueto gergo clinico-specialistico delle professioni sanitarie e mediche. Il libro, proponendo un percorso di conoscenza della tematica secondo l'ottica della Medicina Narrativa e, in senso più generale, secondo l'approccio Narrative Based Care, vuole richiamare ad un prendersi cura messo in atto con una prospettiva attenta alle storie di vita, proprie e altrui. I racconti personali sono una testimonianza spesso ricca di informazioni utili dal punto di vista sanitario, ma sono anche in grado di sollecitare l'immaginazione e l'immedesimazione, necessarie per integrare la comprensione intellettuale e operativa con un coinvolgimento più personale, emotivo ed etico.
Partendo dall'idea che sia poco naturale e spontaneo il vivere come uomini e come donne, ma che anche in questa dimensione siamo in larga parte costruiti dalle culture e dalle società, questo volume vuole partecipare al dibattito ormai aperto in pedagogia su se e come educare un essere umano a vivere anche in termini di genere. In particolare, il libro riserva un'attenzione e un approfondimento specifici nei riguardi degli uomini, coinvolti come attori o come destinatari - bambini e adulti - della formazione/educazione/cura. È uno spazio per alcune voci maschili a partire dalle proprie esperienze: un padre, un maestro di scuola, un educatore, un volontario ospedaliero, un formatore in ambito sportivo, uomini impegnati contro la violenza maschile sulle donne. L'ipotesi è che la presenza maschile nell'educazione e nella cura, sempre più numericamente minoritaria, possa essere, forse anche per questo, originale e portatrice di trasformazione.