"Questo libro vuol essere un contributo a una cultura politica di ampio respiro, non appiattita sull'emozione del momento o sugli archetipi del nemico, nomade e straniero. È una rimeditazione di un dramma - quello dello sterminio degli zingari a opera dei nazisti, dopo una secolare persecuzione la discussione di un caso, ma anche la proposta di un ripensamento delle politiche per gli zingari a partire dalla scuola, cioè dall'investimento sui più giovani. È, anche, un richiamo al pericolo dell'antigitanismo, che viene da una storia antica e si fa disprezzo verso un intero popolo. L'antigitanismo ci rassicura che il nemico della nostra sicurezza è lì, davanti a noi, nei campi, sudicio, accattone, infido, ma in fondo debole, facilmente schiacciabile. L'antigitanismo è un prodotto della paura delle nostre società e si alimenta di stereotipi antichi oltre che dell'esperienza di un contatto, non sempre facile, molto particolare, con gli zingari". (Dall'introduzione di Andrea Riccardi)
"Accadono a Roma cose incredibili". E l'inizio dell'ultima pagina del diario che un ebreo romano, ufficiale delle Regie Forze Armate, scrive all'alba del 16 ottobre 1943, poco prima di essere catturato e avviato al campo di sterminio di Auschwitz. "Cose incredibili", infatti: nel giro di pochi anni le leggi razziali, e poi le deportazioni, sconvolgono e distruggono la vita della più antica comunità ebraica italiana. Gli ebrei della capitale vivono la discriminazione razziale con incredulità e amarezza, ignari tuttavia della tragedia che si va preparando. Protagonisti delle storie raccontate in questo libro sono, all'epoca, ragazzi, poco più che adolescenti. Sono sopravvissuti a volte per caso, a volte perché la solidarietà e l'amicizia dei loro concittadini - spesso dei religiosi - sono stati più forti della paura delle rappresaglie, I loro ricordi, che pacatamente intrecciano insieme eventi drammatici e piccole vicende della vita quotidiana, testimonianze dai campi di sterminio e vivaci ritratti del popolo del Portico d'Ottavia, sono consegnati ai giovani di oggi perché non si perda la memoria del più grave crimine contro l'umanità di cui deve rispondere il nostro secolo.
Tra Pio XII e il Concilio Vaticano II il clima sociale e politico del cattolicesimo italiano è profondamente mutato. Una trasformazione che ha inciso enormemente sulla realtà italiana, modificando modi di vivere, di pensare e di concepire la spiritualità e la religiosità. Questo volume è una ricostruzione storica che esamina i momenti più importanti di questo cambiamento, analizzando i rapporti fra gerarchie ecclesiastiche e mondo politico democristiano, tra religiosità e impegno politico, fra afflato ecumenico e spirito missionario.