La fede è una tensione che coinvolge l'essere umano in tutte le sue dimensioni: da quella spirituale a quella culturale e sociale. Cosa accade quando la sua trasmissione 'di generazione in generazione' si interseca con l'esperienza della migrazione, che a sua volta comporta profonde e plurime trasformazioni nella vita di chi ne è protagonista e mette in contatto con un contesto in cui anche le strutture dell'appartenenza religiosa devono essere ripensate? La ricerca presentata in questo volume, promossa dagli Uffici Migrantes delle dieci diocesi lombarde, con la collaborazione e il sostegno della Fondazione Migrantes, e realizzata dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, affronta questo complesso tema partendo dalla diretta testimonianza di chi, a diverso titolo, ne è coinvolto. Da un lato, coloro che per ruolo istituzionale e tradizione culturale - come i genitori e i leader religiosi - hanno in carico la comunicazione della fede alle nuove generazioni; dall'altro, i giovani stessi, che di questo annuncio e di questa testimonianza sono anzitutto i destinatari. Realizzata mediante 150 interviste semistrutturate ad appartenenti alla religione cattolica, alle altre confessioni cristiane e alle religioni non cristiane delle dieci diocesi lombarde, l'indagine restituisce anzitutto i percorsi, i vissuti, i significati e le criticità della fede entro ciascuna tradizione e nelle comunità che la mantengono viva 'in terra straniera'. Allo stesso tempo, offre un interessante spaccato della 'società plurale', mettendo in luce come i processi sociali complessi della secolarizzazione, della migrazione e della convivenza interetnica trasformino e siano a loro volta trasformati dal rapporto con il trascendente.
Giovani italiani, dai 18 ai 29 anni, vivono nella stessa nazione ma hanno storie diverse. Alcuni di loro sono cittadini italiani per nascita, altri hanno acquisito la cittadinanza provenendo da una migrazione, propria o della famiglia di origine. Il numero di ragazzi italiani con background migratorio aumenta ed è destinato a crescere in futuro: la convivenza delle differenze si fa quotidiana, innalza barriere e costruisce ponti, produce conflitti, ma anche ricchezza materiale, culturale, relazionale. Quali sono le diversità tra i giovani italiani dalla nascita e quelli che lo sono diventati in seguito? Qual è la loro disposizione nei confronti dell'altro, dello straniero, del 'diverso'? È un invasore, un fratello, un antagonista, un amico? Le indagini svolte dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo restituiscono un quadro nel quale prevale un atteggiamento di difesa e di diffidenza nei confronti degli immigrati. Questa disposizione incide sulla quotidianità delle relazioni? Influisce sui valori e sugli atteggiamenti prevalenti? E sulla progettualità e la visione del futuro? La ricerca, promossa da Fondazione Migrantes e i cui risultati sono presentati in questo libro, ha origine proprio dalla necessità di approfondire i percorsi e i processi attraverso i quali si formano le opinioni rispetto ai migranti, agli stranieri, all'altro percepito diverso da sé. Il campione, formato da 204 giovani distribuiti su tutto il territorio nazionale, comprende 60 intervistati con background migratorio, provenienti da 28 diversi Paesi del mondo. È questa la prima ricerca in Italia che, in maniera così ampia, si occupa di loro.
Il libro si compone di due parti. La prima contiene un denso e ampio saggio teorico che traccia le coordinate essenziali per collocare la riflessione e le opere di Cesareo nei contesti storici, culturali e sociali che lo hanno visto prima nascere e poi svilupparsi in un continuo e aperto dialogo con i processi di mutamento sociale. Chiude la prima parte la ricostruzione della biografia di Vincenzo Cesareo, effettuata mediante un intenso dialogo-intervista in cui il protagonista, raccontando se stesso, di fatto ricostruisce, in filigrana, un lungo e importante tratto della storia della sociologia e dell'accademia italiana. La seconda parte ospita un'ampia antologia di "Scritti scelti" di Vincenzo Cesareo, selezionati in virtù della loro salienza entro la sua vasta, complessa e multidimensionale produzione intellettuale. Il corpus, in gran parte composto da articoli scritti tra il 1964 e il 2011 per la rivista "Studi di Sociologia", di cui Cesareo è direttore, oltre a costituire un'importante risorsa per quanti sono interessati alla storia della sociologia italiana, offre anche l'occasione per far conoscere a un pubblico più ampio il filo rosso di una riflessione rimasta assai più di nicchia rispetto a quella rinvenibile nella produzione monografica, con cui essa si intreccia, rendendola forse ancor più intelligibile nella trama che collega un'opera all'altra. Chiude il volume una bibliografia ragionata dei principali scritti di Vincenzo Cesareo.