"Non è più possibile muovere una critica alla società dei consumi senza fare riferimento alle analisi di Jean Baudrillard [...]. È quasi impossibile non riprendere alcune delle sue formule, tanto pregnanti sono le sue intuizioni e forte la seduzione del suo stile letterario. Lo smontaggio della macchina pubblicitaria, la messa in luce della sua onnipresenza manipolatoria e ossessiva sono stupefacenti. La pubblicità ha un ruolo centrale nella costruzione di una società dello spettacolo, anticamera della società del simulacro. I primi cinque libri del nostro autore, un vero e proprio smontaggio della società della crescita, potrebbero, a una prima lettura, essere perfino presi per il pentateuco della decrescita."
Per Cornelius Castoriadis (1922-1997), le nostre società sono "istituzioni immaginarie"; l'uomo ha dimenticato di essere egli stesso all'origine delle leggi che stanno a loro fondamento (il divino, gli antenati, l'economia...). Le società dipendono quindi dalle forme che esse stesse hanno creato. Solo riconoscendosi come autoistituite e fonti di forme sempre nuove potranno diventare autonome. La forza del pensiero di Castoriadis sta nell'indurre allo svelamento delle mitologie sociali che sottendono l'ordine delle cose, ci dice in un saggio inedito Serge Latouche.