Apparsa per la prima volta nel 2005, "Due punti" è l'ultima raccolta in versi della poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996. La singolarità di queste poesie risiede nella densità e nello spessore della riflessione sulla vita e sulla morte. Una riflessione che contrassegna tutto il volume e che prende corpo in liriche di straordinaria concretezza ed efficacia.
Vecchie fotografie, volti fra la folla, alberi, nuvole, prati, torrenti, un'ombra sul muro, un ombrello smarrito, un telefono che suona a vuoto. Tutto converge nella poesia "riflessiva" e di ingannevole immediatezza di Wislawa Szymborska, della quale questa raccolta presenta una scelta che spazia nell'arco di cinquant'anni. L'osservatorio della poetessa è situato in un luogo remoto, sul crinale di una montagna dalla quale mette a fuoco non mondi perduti nelle profondità siderali, bensì "i nostri brulichii inarticolati" o il "bordo della nuvoletta bigia sfilacciata e quel rametto, più a sinistra sull'acacia".
Quando giunse la notizia che il Premio Nobel per il 1996 era stato conferito a Wislawa Szymborska, molti giornali scrissero che si trattava di una poetessa più o meno sconosciuta. In realtà Iosif Brodskij la considerava, insieme a Milosz e a Herbert, una delle grandi voci poetiche attuali. E al tempo stesso si può dire di lei che raramente un poeta moderno è riuscito a parlare di temi proibiti, perché troppo battuti, con tale impavida sicurezza di tocco, fino al punto di dedicare una delle sue liriche più perfette all'"amore felice", questo "scandalo nelle alte sfere della Vita". Questo volume è una raccolta che attraversa tutta la sua opera a partire dal 1957 e include anche il discorso pronunciato in occasione del conferimento del premio Nobel.