Si è scritto molto sulle grandi scoperte geografiche dell'età di Colombo, assai meno sull'esperienza che quei primi viaggiatori europei fecero incontrando le popolazioni native. Questi incontri cominciarono in realtà un secolo prima, quando i primi spagnoli arrivarono alle Canarie, continuarono sulle coste africane e infine nelle isole caraibiche in cui approdò Colombo. Gli europei scoprirono che il genere umano era più vasto e differenziato di quanto avessero saputo fin lì. Ma quei «selvaggi» nudi, licenziosi, magari anche cannibali, erano uomini davvero? E se lo erano per l'aspetto, lo erano per l'anima? Perché non conoscevano la parola di Cristo? E potevano riceverla? Abulafia racconta come quegli incontri si svolsero, e quali effetti ebbero sia sull'idea europea di genere umano sia sul destino, tragico, di quei popoli sconosciuti.
Questo libro affronta, per la prima volta insieme, la lunga storia dei desideri e delle relazioni omoerotiche e omosessuali nel mondo islamico e cristiano dal medioevo alla prima metà del Novecento. Attraverso sette saggi, scritti da alcuni tra i maggiori specialisti a livello internazionale, si rintracciano episodi di vita quotidiana e riflessi letterari degli amori tra persone dello stesso sesso nel passato, ricostruendo al contempo le evoluzioni del generale contesto di controllo e repressione in cui si realizzarono. Al centro del volume non si trova tanto la proposta di una comparazione tra due ambiti storici avvertiti a lungo come in netta contrapposizione tra loro, quanto piuttosto l'ipotesi che proprio le trasgressioni della carne abbiano costituito un inatteso terreno d'incontro e d'interazione tra musulmani e cristiani. Dettero, infatti, corpo a pratiche di tolleranza rimosse e dimenticate, che hanno concorso, tuttavia, a dare forma al complesso mosaico della storia mediterranea.
Il libro presenta per la prima volta ai lettori italiani una scelta dei saggi più rappresentativi del fondatore della connected history, lo storico indiano Sanjay Subrahmanyam. Sorretto da singolari conoscenze linguistiche e da una brillante erudizione, nei suoi studi, dedicati in prevalenza alla storia asiatica ed europea in età moderna, egli ha profondamente rinnovato il modo di fare storia. I suoi lavori non raccontano gli ultimi cinque secoli come una trionfale ascesa dell'Europa e dell'Occidente, ma indagano le radici di intrecci e connessioni tra le diverse parti del globo da cui è nato il mondo contemporaneo. Una ricerca più attenta ai complessi equilibri che regolavano le interazioni fra regioni, popoli e culture del passato induce infatti a ripensare nella loro molteplicità le premesse storiche del nostro presente.
Nel libro si tratteggia una nuova immagine del mondo moderno, in cui gli scambi non sempre risultano governati dall'espansionismo dell'Europa. Vediamo come una progressiva integrazione globale origini dagli imperi centro-asiatici nel Medioevo e dal colonialismo europeo; da qui intrecci economico-commerciali, correnti migratorie, mutamenti biologici e ambientali, come pure la diffusione delle malattie e la disseminazione di piante e animali, fino all'irradiamento delle due grandi religioni universali del cristianesimo e dell'islam, e alla globalizzazione delle conoscenze.