Data di pubblicazione: Ottobre 2003
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 30,00
Nota introduttiva al libro VIII, di mauro Moddi e Massimo Osanna
Bibliografia
Cartine
TESTO E TRADUZIONE
Libro VIII: L'Arcadia
Indici
- Indice dei nomi propri di personaggi storici e mitici
- Indice dei nomi etnici e geografici
- Indice di altri nomi propri (santuari, istituzioni, feste, monumenti, edifici, opere letterarie, ecc.)
Indice - Sommario
L'ottavo libro della Guida della Grecia - che Mauro Moggi e Massimo Osanna hanno curato per la Fondazione Valla - è dedicato all'Arcadia. Pausania la percorre lentamente: si sofferma e descrive "tutto ciò che è degno di essere visto". L'Arcadia è, per lui, la regione più venerabile della Grecia perché è la più antica: la culla della civiltà ellenica, il luogo più prossimo alla natura e agli dei. Per questo, Pausania rappresenta, più che negli altri libri, gli aspetti della natura: le querce, i faggi, i cipressi, gli olivi, i sugheri, i fiumi sotterranei. Poi gli dei, i templi, le città, le statue che portano in sé il segno dell'arcaico: il dio Pan e la dea Demetra, con la testa di cavallo e serpenti e fiere sul capo; il tempio di Atena Alea a Tegea; le statue di legno; e Licosura, la città che "il sole vide per prima". Ciò che lo attrae è, sempre, la parte più segreta dei templi, dove soggiorna il sacro. Al contrario che nella giovinezza, quando pensava che la mitologia raccontasse cose frivole, ora è convinto che i racconti sugli dei nascondano una profonda saggezza enigmatica.
Mentre Pausania scrive, la terra è decaduta e decade: la malvagità si diffonde dovunque: l'Arcadia è una sola desolazione - templi distrutti, basamenti senza statue, informi rovine. Dappertutto, Pausania vede i segni del "destino, che desidera operare sempre qualcosa di nuovo e modifica ugualmente le cose e le conduce, con necessità ferrea, come dispone". "Precarie ed estremamente fragili sono le vicende umane." Questa è la sorte dell'universo: ma specialmente della Grecia - una terra esaurita, senza più dei ne templi amati e venerati, senza più uomini di valore, senza più grandi libri.
Nota introduttiva al libro VIII, di mauro Moddi e Massimo Osanna
Bibliografia
Cartine
TESTO E TRADUZIONE
Libro VIII: L'Arcadia
Indici
- Indice dei nomi propri di personaggi storici e mitici
- Indice dei nomi etnici e geografici
- Indice di altri nomi propri (santuari, istituzioni, feste, monumenti, edifici, opere letterarie, ecc.)
Indice - Sommario
L'ottavo libro della Guida della Grecia - che Mauro Moggi e Massimo Osanna hanno curato per la Fondazione Valla - è dedicato all'Arcadia. Pausania la percorre lentamente: si sofferma e descrive "tutto ciò che è degno di essere visto". L'Arcadia è, per lui, la regione più venerabile della Grecia perché è la più antica: la culla della civiltà ellenica, il luogo più prossimo alla natura e agli dei. Per questo, Pausania rappresenta, più che negli altri libri, gli aspetti della natura: le querce, i faggi, i cipressi, gli olivi, i sugheri, i fiumi sotterranei. Poi gli dei, i templi, le città, le statue che portano in sé il segno dell'arcaico: il dio Pan e la dea Demetra, con la testa di cavallo e serpenti e fiere sul capo; il tempio di Atena Alea a Tegea; le statue di legno; e Licosura, la città che "il sole vide per prima". Ciò che lo attrae è, sempre, la parte più segreta dei templi, dove soggiorna il sacro. Al contrario che nella giovinezza, quando pensava che la mitologia raccontasse cose frivole, ora è convinto che i racconti sugli dei nascondano una profonda saggezza enigmatica.
Mentre Pausania scrive, la terra è decaduta e decade: la malvagità si diffonde dovunque: l'Arcadia è una sola desolazione - templi distrutti, basamenti senza statue, informi rovine. Dappertutto, Pausania vede i segni del "destino, che desidera operare sempre qualcosa di nuovo e modifica ugualmente le cose e le conduce, con necessità ferrea, come dispone". "Precarie ed estremamente fragili sono le vicende umane." Questa è la sorte dell'universo: ma specialmente della Grecia - una terra esaurita, senza più dei ne templi amati e venerati, senza più uomini di valore, senza più grandi libri.