È possibile ipotizzare nel contesto della scuola primaria un futuro maestro o un futuro laureato in scienze motorie entrambe portatori di una cultura motorio-sportiva? Se si, ci dovremmo preoccupare di formare i futuri educatori da una parte e i futuri allenatori dall'altra in un unico profilo, attento a far crescere la persona, attraverso la pratica sportivo-motoria, in tutte le sue dimensioni, a cominciare da quella etica. Si tratta di una scelta decisiva nel quadro della cosiddetta "emergenza educativa" che, per essere raccolta, domanda anzitutto di avere la presenza concreta di bambini da educare anche con le attività motorie. Tutti sappiamo che questa condizione è resa concreta perché lo sport è nelle corde di molti sin dall'età infantile. In tutte le età della vita l'uomo non può fare a meno di una adeguata quantità e qualità di movimento. I benefici sulla salute sono rilevanti al punto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l'esercizio fisico e lo sport come potenti mezzi di prevenzione delle malattie e di "empowerment" della persona. Questo volume, nato dalla collaborazione di un gruppo di docenti dei dipartimenti di Pedagogia dell'Università Cattolica di Milano e dell'Università degli studi di Torino, poggia su queste evidenze.
La ricorrenza del termine educazione in riflessioni, progetti e pratiche mostra la sua centralità nell’intersecare le esigenze più profonde del nostro tempo. Innumerevoli difficoltà delle persone richiedono di interpretare condizioni di crisi, emergenza, fragilità, così come di prestare attenzione a dimensioni come cura, legame, affettività, libertà, bellezza, cittadinanza. Cercando di andare al di là di atteggiamenti improntati al lanciare grida d’allarme intorno a disagi e mancanze, occorre piuttosto sottolineare la valenza trasformatrice dell’educazione, per non disperdere ciò di cui è portatrice ogni persona.
Per tali motivi, gli studi raccolti in questo volume, dedicato al prof. Giuseppe Vico nella ricorrenza dei suoi 80 anni, esplorano la questione educativa da punti di vista diversi, ma tutti convergenti sul riconoscimento della dignità dell’essere umano e della sua libertà. L’educazione, come ciò che compete in modo distintivo a ogni persona, invita a raccogliere la sfida – oggi come sempre – di un agire educativo orientato non a inibire ma a liberare potenzialità e risorse.
Contributi di: Gianni Ambrosio, Emanuele Balduzzi, Monica Crotti, Giuseppe Mari, Antonio Mazzi, Damiano Meregalli, Marisa Musaio, Concepción Naval, Juan Luis Fuentes, Ignacio Quintanilla, Milena Santerini.
Biografia dell'autore
Giuseppe Mari è professore ordinario di Pedagogia generale e sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove è coordinatore della Laurea magistrale in Scienze pedagogiche e servizi alla persona e membro del Comitato direttivo del Centro Studi e Ricerche sulla disabilità e marginalità. Autore di volumi e saggi in miscellanee, è stato visiting professor alla Pontificia Università Lateranense (Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia, 2017) e all’Università “Cardinale Stefan Wyszyn´ ski” di Varsavia (2018).
Marisa Musaio è professore associato di Pedagogia generale e sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore dove insegna Pedagogia del ciclo di vita e Pedagogia interculturale. È stata visiting scholar all’Universidad de Navarra di Pamplona e all’Università UNED di Madrid e ha svolto attività di docenza alla John Paul II Catholic University of Lublin. Componente di comitati scientifici nazionali e internazionali, per il volume L’arte di educare l’umano (Vita e Pensiero, 2013) ha ricevuto il Premio SIPED - Società italiana di Pedagogia - 2017.
Il tema della relazione educativa è tornato fortemente al centro della riflessione pedagogica e delle pratiche educative, facendo registrare un interesse crescente da parte di quanti risultano impegnati con i ragazzi. Il breve percorso formativo proposto dal volume (attraverso interventi di docenti e studiosi di Pedagogia) crea un'opportunità di riflessione e di confronto sulle modalità che dall'interno sostanziano il lavoro educativo quando è inteso e vissuto primariamente come lavoro che concorre alla costruzione di relazioni educative efficaci e significative per le persone coinvolte, perché il nostro modo di educare, di aiutare e di prenderci cura dell'altro riflette prima di ogni altra cosa il nostro essere persone.