"Non basta fare il bene, bisogna farlo bene.
La carità è come un unguento prezioso che attira le anime.
Le opere di Dio hanno il loro momento; e la Sua Provvidenza le compie soltanto allora e non prima né dopo. […] Attendiamo pazientemente, ma agiamo; e, per così dire, affrettiamoci lentamente.
Dio ama i poveri e di conseguenza ama coloro che amano i poveri; perché quando si ama molto una persona si sente affetto anche per i suoi amici e per coloro che la servono.
Lasciamo fare a nostro Signore: è la sua opera. E come gli è piaciuto cominciarla, siamo certi che la porterà a compimento nel modo che vorrà […] abbiate molto coraggio, confidate in nostro Signore."
(da "Lampi di luce" di san Vincenzo de' Paoli)
"Un lavoro, questo, costruito attorno a contributi eterogenei per approccio, taglio, estensione, che si pone come 'sguardo complessivo' su alcuni tratti della fisionomia civile e politica degli italiani dell'Adriatico orientale, da Trieste alla Dalmazia; in particolare, è cruciale riflettere su come gli italiani si siano espressi nelle formazioni politiche di area riformista e nelle esperienze civili legate alle caratteristiche dei vari territori, ma con la comune aspirazione di prendere, in varia misura, le distanze dalle prospettive proprie del nazionalismo, che si proponeva, come è noto, la cancellazione o l'emarginazione delle altre componenti etnico-linguistiche". È, quello che emerge da queste parole - tratte dalla prefazione di Lorenzo Nuovo e Stelio Spadaro - e dai saggi e dalle testimonianze raccolti in questo volume, il profilo di un Adriatico plurale, ma finalmente non conflittuale. Il volume contiene scritti di Roberto Dedenaro, Diana De Rosa, Ezio Giuricin, Patrizia C. Hansen, Federico Imperato, Anna Millo, Lorenzo Nuovo, Paolo Radivo, Guido Rumici, Stelio Spadaro, Fabio Todero, Chiara Vigini.
"Nos autem gloriari oportet, in Cruce Domini Nostri Jesu Christi, in quo est salus, vita et resurrectio nostra". (Introito messa "in Coena Domini")