Madre Oryù è una levatrice di cento, "o forse mille anni". Racconta la storia di sei giovani, belli e selvaggi, posseduti da una colpa che ignorano, vittime di una tara annidata nel "sangue dei Nakamoto". Tutti e sei, nati e cresciuti in epoche diverse nei Vicoli, hanno il gusto per l'erotismo più sfrenato, compiono furti, omicidi; tutti vivono sul filo di un pericoloso crinale, in bilico tra innocenza e crudeltà, legalità e trasgressione, amore per la vita e attrazione per la morte. La levatrice è testimone del tragico destino dei sei protagonisti; è la memoria storica della sottocasta dei non-uomini burakumin, tuttora discriminata e a cui lo stesso Nakagami apparteneva. Sei racconti legati in un unico sogno atemporale, che scandagliano la verità affascinante di un Giappone sublime e selvaggio.
Il volume contiene le relazioni tenute nel convegno veronese e padovano dell'ottobre 2003 in occasione dell'anniversario della morte del medico veronese (1553); suddivise in quattro sezioni, affrontano aspetti della biografia di Fracastoro e della diffusione del suo pensiero, concentrandosi in particolare sugli studi riguardanti la natura dei contagi, l'astronomia e le scienze naturali, nonché su fondamentali aspetti della sua speculazione filosofica (gnoseologia, psicologia, poetica).