Il volume raccoglie i contributi relativi al nono Seminario internazionale organizzato nel novembre 2018 dall’Archivio «Julien Ries» per l’antropologia simbolica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema Le religioni tra frustrazione e gioia. Generalmente, quando si affronta il tema della religione e del religioso, è possibile riscontrare due atteggiamenti di fondo: da una parte coloro che interpretano il religioso come struttura di oppressione e di controllo dell’uomo, dall’altra coloro che convintamente sostengono che esso sia un’esperienza di liberazione e di gioia autentiche. Il volume intende mettere a fuoco questa dicotomia ricostruendo alcune manifestazioni storiche dell’uno e dell’altro approccio e presentando alcune significative interpretazioni teoriche riguardanti tali opposte letture del fenomeno religioso.
Il volume raccoglie i contributi relativi all'ottavo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2017 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema Religione e Potere. L'opportunità che diviene tentazione. La religione può essere definita come un sistema di pratiche identificabili con narrazioni e celebrazioni, cioè miti e riti. In quanto sistema, essa si configura necessariamente come prescrittiva: la sua normatività dovrebbe essere al servizio dell'uomo, favorendolo nel coltivare la dimensione del rapporto con Dio. È accaduto e accade, tuttavia, che l'aspetto prescrittivo tenda a prendere il sopravvento, con l'esito di trasformare la religione, che è al servizio di Dío e degli uomini, in uno strumento che sí serve di Dio per dominare gli uomini.
Vengono qui raccolti i testi di tre conferenze tenute nel 1984 da Derrida sull'opera di Paul de Man e pubblicate negli Stati Uniti due anni più tardi, con l'aggiunta di un quarto lungo saggio relativo alle polemiche sorte quando si apprese che de Man, tra il 1940 e il 1942, tenne una rubrica letteraria e artistica in un giornale belga favorevole all'occupazione nazista. Questo libro costituisce un episodio del tutto particolare all'interno della produzione derridiana, e al tempo stesso rappresenta un testo esemplare del modo di intendere la riflessione filosofica da parte del pensatore francese. La singolarità di queste pagine è dovuta al pathos che le attraversa, al loro susseguirsi come momenti di un dialogo sofferto con l'amico scomparso e con la sua opera. Il testo si presenta come un saggio sulle finzioni dell'autobiografia, all'interno del quale vengono affrontate tematiche diverse - l'esperienza della morte, la possibilità-impossibilità del lutto, la natura dell'amicizia, la problematica del nome proprio, la decostruzione, la teoria degli atti linguistici - ma che, in virtù del suo rigoroso procedere, pur nell'eterogeneità dei contenuti disegna un nesso essenziale tra memoria e responsabilità.
Il volume raccoglie i contributi relativi al settimo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2016 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema "Il dramma dell'inizio. L'origine dell'uomo nelle religioni". La comparsa dell'uomo nel mondo è stata spesso descritta dalle diverse religioni come un evento drammatico (o almeno problematico) legato a una frattura e a una separazione rispetto a un'unità originaria. A partire dalla distinzione essenziale tra i concetti di inizio e di origine, il volume presenterà il tema della comparsa dell'uomo esplorando differenti contesti religiosi e culturali: l'antica Grecia, l'Ebraismo, il Cristianesimo, lo gnosticismo, il vicino Oriente, la Cina, il mondo andino e quello degli Indiani d'America, cercando di offrire una riflessione il più possibile articolata sulla questione.
La religiosità, intesa come carattere costitutivo del soggetto che, nella prospettiva di Ries, è da sempre homo religiosus, si incarna storicamente in un sistema narrativo-concettuale e in un insieme di riti e pratiche a cui diamo il nome di religione. Il volume, studiando la religione in relazione ad altri ambiti dell’esperienza umana (l’istituzione, il potere, la magia, l’arte, la fede), prova a riflettere sulla tensione interna che la caratterizza: se da un lato la religione può essere pensata e vissuta come feconda casa del religioso, dall’altro essa incorre sempre nel rischio di trasformarsi in strumento di dominio o, al limite, di corruzione del religioso stesso.
Il volume raccoglie gli interventi e altri saggi relativi al quinto Seminario internazionale organizzato nel novembre 2014 dall'Archivio "Julien Ries" per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Milano). "Il mito riferisce avvenimenti che risalgono alle origini, nel tempo primordiale e favoloso degli inizi. Così facendo, esso si riferisce a realtà che esistono nel mondo e di cui esso spiega le origini: cosmo, uomo, piante, animali, vita. Parlando dell'intervento di Esseri soprannaturali, esso descrive l'irruzione del sacro nel mondo" (J. Ries). L'Archivio "Julien Ries" per l'antropologia simbolica ha dedicato il Seminario internazionale 2014 al tema del mito come strumento di mediazione narrativo-simbolica tra lo spazio dell'umano e l'apertura del sacro, centrale nell'opera del grande studioso belga. Il Seminario ha inteso indagare il tema del mito in relazione ad ambiti antropologico-culturali a esso tradizionalmente legati come la religione e la filosofia, e proporre una lettura degli aspetti "mitici" o "mitologici" che agiscono inconsapevolmente in alcune manifestazioni della cultura e della società contemporanee.
Il volume raccoglie gli interventi e altri saggi relativi al quarto Seminario Internazionale organizzato nel novembre 2013 dall'Archivio "Julien Ries" per l'Antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Milano). Il 2013 è stato l'anno della morte del grande storico delle religioni belga e l'Archivio ha deciso di dedicare il suo consueto Seminario annuale all'approfondimento del significato della sua opera, tenendo conto delle sfide che la "nuova antropologia religiosa fondamentale" si troverà a vivere nell'immediato presente e nel prossimo futuro. Resistendo a ogni tentazione meramente celebrativa, si è voluto restare fedeli il più possibile allo spirito del pensiero di Ries il quale, nel corso della sua lunga vita da studioso, non ha mai separato l'analisi della storia delle religioni e l'attenzione per le scoperte della paleoantropologia da un'insistente e originalissima interrogazione sulla natura dell'uomo in quanto tale. I contributi raccolti in questo volume, oltre a fare il punto sulla nozione di homo religiosus e sulla conseguente idea di antropologia simbolica, vogliono altresì indicare alcune prospettive di applicazione di una disciplina ricca di sviluppi possibili.
Il volume raccoglie il lavoro seminariale che ha coinvolto docenti e studenti della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e dell'Università Cattolica di Milano. La prospettiva teorica all'interno della quale i vari contributi si dispongono può essere caratterizzata ad un doppio livello: da una parte si è cercato di evitare l'enfasi sulla categoria di "male assoluto", dall'altra di superare una certa interpretazione metafisico-ontologica che, accontentandosi di identificare nel male sempre e solo un non-essere, ha finito per perdere di vista l'ampiezza e lo spessore dell'esperienza che il soggetto compie attraversando questo "lato oscuro" della sua e altrui vita. Per quanto riguarda l'interpretazione metafisico-ontologica del male, i diversi contributi si sono sforzati di restare il più possibile aderenti all'esperienza del soggetto, e a tale scopo, anche quando si sono confrontati con alcuni dei momenti più alti della speculazione teologico-filosofica, non hanno mai abbandonato la via dell'analisi e della riflessione antropologiche.
Da sempre gli uomini si incontrano per riconoscersi, raccontarsi e così istituire, celebrando il legame tra l'umano e il divino, la propria identità culturale. Di un simile incontro la festa rappresenta uno dei momenti fondamentali e costitutivi. Si tratta - ecco il suo paradosso essenziale dell'essere evento centrale della convivenza umana e al tempo stesso sovversione delle sue regole. E un'uscita dal quotidiano che tuttavia permette una rimessa a nuovo dei fondamenti del vivere insieme riguadagnando il centro stesso della quotidianità. Affascinante e drammatica, come ogni esperienza autenticamente umana, la festa è antropologicamente l'alternativa per eccellenza alla guerra, sebbene tuttavia le guerre ne facciano spesso uso per legittimare il conflitto stesso ch'esse scatenano. Uno studio approfondito che aiuta a comprendere la festa come dispositivo fondamentale attraverso il quale la socialità umana si rinsalda incanalando le tensioni distruttive che l'attraversano in una pratica regolata da leggi che dia loro sfogo, rafforzando, anziché compromettere, lo stesso vincolo sociale. Il volume è il frutto del terzo Seminario Internazionale organizzato nel 2012 dall'"Archivio 'Julien Ries' per l'antropologia simbolica" presso l'Università Cattolica di Milano.
Il volume è frutto del secondo Seminario internazionale organizzato nel 2011 dall'"Archivio Julien Ries per l'antropologia simbolica" presso l'Università Cattolica di Milano. All'origine del volume vi è l'affermazione di Ries secondo la quale "L'uomo tenta di spiegare la propria esperienza e mantenere un rapporto con il numinoso creando tutta una serie di simboli che chiamano in causa diversi elementi cosmici come la luce, il vento, l'acqua, la folgore, gli astri, il sole, la luna [...]. Tutte le manifestazioni del sacro presuppongono l'esistenza di una via simbolica, poiché il sacro non si manifesta mai allo stato puro". A conferma di questa concezione il volume sviluppa un'ampia e articolata riflessione sul simbolo dell'aria/spirito come ierofania fondamentale dell'esperienza religiosa affrontata sia nelle sue manifestazioni tradizionali (ebraismo, cristianesimo, islamismo, mondo indiano, Cina arcaica, mondo africano, cultura delle Grandi Pianure nordamericane), sia in alcune degenerazioni contemporanee. Uno strumento essenziale per comprendere la stessa sensibilità metropolitana contemporanea fortemente attratta dal fascino discreto dello "spirituale", all'interno del quale, tuttavia, lo spirito si è spesso trasformato in un vento portatore di fantasmi e di pericolosi feticci.