La tratta degli Africani è un evento del passato, una barbarie dell'inizio del mondo moderno. Una barbarie che ha costituito il maggior traffico di schiavi unitamente a forme di sterminio. Oggi siamo di fronte a un evento analogo, anche se alcuni schematismi economici ci direbbero che la tratta dall'Africa era per "produrre" e che l'attuale tratta planetaria di donne e bambini è per "consumare". Il volume curato da Richard Poulin, professore di sociologia all'Università di Ottawa, affronta i flussi mondiali della nuova tratta e fa un quadro di quanto avviene in Italia, con autori esperti e impegnati a livello internazionale. Le vittime, le persone in schiavitù, vanno liberate. Il dibattito politico su questo tema non può che partire da una constatazione: il termine prostituzione non è adeguato, siamo di fronte a una mondiale tratta di schiavi. Ogni decisione deve partire da questo e non mascherarsi dietro una edulcorata letteratura sul libero commercio dell'amore o ancor peggio su problemi di sicurezza e buon costume che portano solo alla costituzione di ghetti, dove relegare e legalizzare la tratta. A tema non resta che la schiavitù e la tratta, e gli schiavi vanno liberati perché gli unici non colpevoli, anzi vittime da risarcire, se mai risarcimento esista per un crimine così efferato.