Siamo alla fine degli anni Cinquanta. Un uomo cammina in un parco a Vienna e presto sarà picchiato da un gruppo di quattro adolescenti. Non vogliono i suoi soldi, non vogliono niente, e lui non ha alcuna colpa. Vogliono solo sfogare la loro rabbia facendo qualcosa di assolutamente non necessario. Sophie, Hans, Rainer, Anna: tutti diversi e tutti accomunati dallo stesso sentimento. Sono gli esclusi, come se fossero rimasti chiusi fuori di casa e non potessero più entrare, perché chi è dentro non apre la porta. Nella Vienna che ancora combatte con i demoni del nazismo, nello specchio di un mondo che crea maschere e produce rassegnazione, questi quattro ragazzi sembrano agire con una logica ferrea e perversa.
I. BERTOLETTI, Il disagio della democrazia
Friedrich Hölderlin
a cura di Elena Polledri
E. POLLEDRI, Per un lessico hölderliniano in Italia
D. GOLDONI, Hölderlin: gratitudine
F. ZUGNO, Hölderlin e «l’amore che mantiene tutto»
A. MECACCI, «Fine dell’arte» e «tempo di povertà». Hegel, Hölderlin e l’estetica della crisi
E. POLLEDRI, «Spesso il canto ho cercato». Hölderlin e il canto della poesia
L.A. MACOR, «Was bleibet aber, stiften die Dichter». Hölderlin e la destinazione dell’uomo
M. BOZZETTI, L’estetica di Hölderlin
G. CORDIBELLA, Hölderlin e le riviste letterarie italiane del Novecento
L. REITANI, «E nessuno sa». La Heimat nella lirica di Hölderlin
C. SANDRIN, «L’oblio della terra». Terra e memoria nella poesia di Hölderlin
B. SANTINI, All’origine della religione. Hölderlin e il sentimento della gratitudine
M. CASTELLARI, Antico, moderno, futuro. Fondamenti e prospettive del teatro di Hölderlin
NOTE E RASSEGNE
L. BARBAINI, Un “testimone d’eccezione”. Il caso di Lodovico Montini nella Giunta centrale dell’Azione Cattolica (1923-1928)
N. BOMBACI, Spirito profetico e agire storico in Martin Buber
G. CARTERI, Corrado Alvaro tra memorie di Calabria e presentimenti di futuro
Crudo e straziante apologo sulla caducità della vita e della bellezza, il romanzo si ispira fin dal titolo all'omonima pittura di genere, raffigurando con stupefacente virtuosismo la vita del mercato di piazza Vittorio a Roma, catturato in una memorabile sequenza di quadri cromatici dalle mille sfumature percettive. 'Genius loci' del mercato è Piccoletto, figlio di una fruttivendola che lavora al banco del pesce, novello Adone di una quotidianità che non sembra più conoscere la trascendenza e che riduce i simboli religiosi a vuoti oggetti di consumo. La sua tragica morte dà origine a una passionale liturgia collettiva, rappresentata con accenti al tempo stesso epici e visionari. Con questo racconto, prima sua opera tradotta in italiano, Josef Winkler ha ottenuto nel 2001 il prestigioso premio Döblin.