Per Henry Corbin, Risposta a Giobbe di Jung lancia una sfida. Il metafisico rilegge le analisi di uno psicologo non soltanto psicologo e che conosce e difende la realtà dell'anima. Le domande radicali su Dio e il male - a partire dallo scandalo di Giobbe abbandonato a Satana - aprono alla necessità di Sophia, presenza archetipica e simbolo di un'alleanza diversa tra l'umano e il divino. La ricerca dell'"eretico" Jung si dimostra allora affine all'ispirazione sofianica di quei grandi filosofi cristiani ortodossi, come Florenskij e Bulgakov, presentando la possibilità di una teologia e di una spiritualità all'altezza di pensare la controparte femminile, quella di Dio e quella delle sue creature.
Il Libro della rivelazione di Baruc, figlio di Neria, tradotto dal greco in siriaco, scritto a ridosso della caduta di Gerusalemme (70 d.C.), si interroga sul senso di questo evento e, come sempre, il passato diviene la chiave per comprendere il presente e gli eventi futuri che incombono. Il racconto della distruzione della città è interpretato e teologicamente rispensato: si tratta di una visione complessa, affascinante e inquietante che Baruc, testimone eletto da Dio, narra dischiudendo, col linguaggio potente delle immagini, il significato della sofferenza, del male e della sua espiazione.