Paesaggi lontani e luoghi della memoria, storie di ombre, incontri con gli amici di una vita, riflessioni personali, letterarie ed artistiche si intrecciano in questo libro, il cui tono diaristico e spesso confidenziale riesce ad assumere valore di metafora. L'itinerario di Lalla Romano finisce col coincidere, ora con la peculiare tradizione europea, ora con le inquietudini contemporanee. Postfazione di Giovanni Tesio.
Sono gli anni attorno alla prima guerra mondiale, in un piccolo paese in una delle valli di Cuneo. È un mondo per la bambina che vi nacque e lo registrò ora per ora. Un uomo già maturo, gran cacciatore di camosci, fotografo e pittore dilettante, flautista e filodrammatico ha sposato una ragazza di famiglia che, da fanciullescamente gaia, si fa scontrosa, solitaria, un po' altera. Anche il marito non è più il buontempone delle feste di un tempo; con una patina di malinconia ripensa alle speranze della giovinezza. La bambina spia un mondo di piccoli segreti. Postfazione di Giulio Ferroni.
Una donna deve affrontare nel giro di pochi mesi la malattia mortale del compagno di un'intera vita. Questa donna, che è poi l'autrice, rievoca il lontano incontro con il giovane che sarebbe diventato suo marito, i primi mesi del loro sodalizio e gli ultimi mesi, segnati dalla prospettiva irreparabile della fine. Il confronto con la morte produce un'esasperazione della sincerità, cioè il contrario della rimozione: diventa amore di conoscenza, ricerca dei significati ultimi, perché "non può darsi pietà senza spietatezza".