Le torture del carcere iracheno di Abu Ghraib, pubblicate sulle prime pagine dei giornali, ci hanno offerto la versione intestinale, feroce e assurda della guerra. Si trattava di fotografie scattate con piccole macchine digitali a bassa definizione. O con telefoni cellulari. In Fucked Up la storia si ripete: lo stesso orrore, la stessa follia. E la stessa tecnologia portatile. Nel libro sono raccolte foto di militari che sorridono davanti al corpo carbonizzato di un iracheno; soldatesse vestite solo di un mitragliatore. Corpi maciullati. Prigionieri incappucciati. Edifici crollati. Immagini violente e drammatiche spedite dai soldati a un sito internet in cambio di materiale pornografico.