Data di pubblicazione: Marzo 2021
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Le vicende dello Studium di Santa Caterina in Pisa rappresentano un momento fondamentale non solo per la storia della cultura della città, ma anche per la storia dell'Ordine domenicano in Italia. Già nei primi anni del Trecento il convento, attivo con l'insegnamento di filosofia, di logica e delle arti, era rinomato per la dottrina dei suoi maestri e amanuensi, come ci attesta la Chronica antiqua. Sono sue creature Domenico Cavalca, il volgarizzato re delle Vitae Patrum, Giordano da Pisa, sermonum divinissimus seminator, Bartolomeo da san Concordia, definito arcula scientiae per la grande erudizione. Fra Simone da Cascina, ricordato dagli Annali del convento come scrittore fecondo di opere latine e volgari, fino a qualche decennio fa era noto soltanto come prosecutore della Chronica di santa Caterina dopo la morte di fra Domenico da Peccioli e autore del Colloquio spirituale, opera in volgare pisano. Si presenta ora per la prima volta l'edizione completa della sua opera autografa, gli Actus scolastici, individuati a metà del Novecento in un manoscritto della Biblioteca Vaticana. Composti dal domenicano tra il 1380 e il 1420 circa in forma di sermone secondo le tecniche dell'arte predicatoria medievale e da lui stesso declamati, sono documenti accademici ufficiali che offrono una testimonianza diretta della sua attività di magister theologie. Essi danno un quadro dettagliato dell'ordo studii degli Ordini Mendicanti facendo conoscere le varie tappe della carriera del frate nei conventi di Firenze, Siena, Perugia e Pisa e la prassi seguita nel conferimento delle licentie (odierne lauree) agli allievi del prestigioso convento di Santa Caterina di cui egli fu più volte priore. Emergono i nomi di frati non solo domenicani (Federico Frezzi, futuro vescovo di Foligno), ma anche francescani (Antonio da Massa, famosissimo predicatore), carmelitani e stranieri (Anglicus e Teutonicus) "licenziati" con cerimonia solenne «in pisana ecclesia katedrali». In tale genere di oratoria accademica costituiscono una novità le Vesperie, sermoni particolarmente pungenti, a cui il magister ricorre fantasticando sul comportamento degli allievi, ormai giunti alla sudata laurea, durante i lunghi anni di studio.
Le vicende dello Studium di Santa Caterina in Pisa rappresentano un momento fondamentale non solo per la storia della cultura della città, ma anche per la storia dell'Ordine domenicano in Italia. Già nei primi anni del Trecento il convento, attivo con l'insegnamento di filosofia, di logica e delle arti, era rinomato per la dottrina dei suoi maestri e amanuensi, come ci attesta la Chronica antiqua. Sono sue creature Domenico Cavalca, il volgarizzato re delle Vitae Patrum, Giordano da Pisa, sermonum divinissimus seminator, Bartolomeo da san Concordia, definito arcula scientiae per la grande erudizione. Fra Simone da Cascina, ricordato dagli Annali del convento come scrittore fecondo di opere latine e volgari, fino a qualche decennio fa era noto soltanto come prosecutore della Chronica di santa Caterina dopo la morte di fra Domenico da Peccioli e autore del Colloquio spirituale, opera in volgare pisano. Si presenta ora per la prima volta l'edizione completa della sua opera autografa, gli Actus scolastici, individuati a metà del Novecento in un manoscritto della Biblioteca Vaticana. Composti dal domenicano tra il 1380 e il 1420 circa in forma di sermone secondo le tecniche dell'arte predicatoria medievale e da lui stesso declamati, sono documenti accademici ufficiali che offrono una testimonianza diretta della sua attività di magister theologie. Essi danno un quadro dettagliato dell'ordo studii degli Ordini Mendicanti facendo conoscere le varie tappe della carriera del frate nei conventi di Firenze, Siena, Perugia e Pisa e la prassi seguita nel conferimento delle licentie (odierne lauree) agli allievi del prestigioso convento di Santa Caterina di cui egli fu più volte priore. Emergono i nomi di frati non solo domenicani (Federico Frezzi, futuro vescovo di Foligno), ma anche francescani (Antonio da Massa, famosissimo predicatore), carmelitani e stranieri (Anglicus e Teutonicus) "licenziati" con cerimonia solenne «in pisana ecclesia katedrali». In tale genere di oratoria accademica costituiscono una novità le Vesperie, sermoni particolarmente pungenti, a cui il magister ricorre fantasticando sul comportamento degli allievi, ormai giunti alla sudata laurea, durante i lunghi anni di studio.