Tra l'Europa centro-occidentale e l'Asia centro-settentrionale si estende un immenso spazio bicontinentale che si chiama Russia. Negli ultimi tre secoli questo spazio si è chiamato Impero russo poi Unione Sovietica e prima ancora Regno moscovita; il suo nucleo è costituito dai russi preponderanti su una miriade di altre popolazioni: la lingua unificante è quella russa, come russa è la cultura egemone. Così è stato fino a due decenni fa, quando, dopo l'impero zarista, crollato nel 1917, anche quello comunista si è disgregato, dando origine ad un nuovo stato, la Federazione russa. Questo grandioso sommovimento in un'area vasta e cruciale come quella eurasiatica, oltre a creare una nuova realtà geopolitica, ha avuto ripercussioni di portata mondiale. Dopo il 1991, data della fine dell'Unione Sovietica, la Russia ha perso quella centralità che, nella sua ipostasi imperial-comunista, aveva avuto sulla scena mondiale, soprattutto dopo la guerra vittoriosa contro la Germania nazista, e grazie al messianismo ideopolitico derivato dalla Rivoluzione d'ottobre che ne aveva fatto il fulcro di un'organizzazione internazionale. La nuova Russia resta però uno dei grandi attori del gioco politico globale. Conoscere questa nuova grande realtà che è europea nonostante la sua bicontinentalità, dando voce soprattutto alle forze critiche della nuova Russia, è di essenziale importanza, dati i legami di vario titolo (politico, economico, culturale) che legano il nostro Paese alla Russia.