In questo libro sono raccolte le relazioni del convegno “La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo” promosso dalla sezione san Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e tenutosi a Napoli il 20-21 giugno 2019. Esso è il risultato di anni di lavoro teso ad elaborare una teologia contestuale che sia capace di discernere i segni dei tempi a partire dall’interculturalità generata dalle migrazioni. In quei segni si rivela l’attualità della parola di Dio e la presenza vivente di Gesù di Nazareth per la costruzione di una società fondata sull’accoglienza, sopratutto delle persone emarginate e deboli, e sul rispetto delle differenze. Il convegno ha registrato la partecipazione straordinaria in qualità di relatore di papa Francesco. Le sue parole indicano ai teologi del Mediterraneo il loro nuovo compito: «La teologia - tenendo la mente e il cuore fissi sul “Dio misericordioso e pietoso” (cf Gn 4,2) - può aiutare la Chiesa e la società civile a riprendere la strada in compagnia di tanti naufraghi, incoraggiando le popolazioni del Mediterraneo a rifiutare ogni tentazione di riconquista e di chiusura identitaria».
A distanza di quattro anni dalla elezione di papa Francesco, dopo tanti suoi discorsi e gesti e dopo l'Evangelii gaudium, se e quanto è cambiata la catechesi in Italia? Questo libro raccoglie gli scritti di alcuni studiosi (Alcamo, Del Giudice, Giannotti, Lombardi, Milano, Tanzarella) impegnati nell'insegnamento e nella catechesi. La loro conclusione è che papa Francesco invita i cristiani ad una rivolulzione dell'evangelizzazione, ad una rivoluzione dell'evangelizzazione, ad una rottura con metodi e stereotipi che rinchiudono l'annuncio nella conservazione dell'ingiustizia producendo una mondanità spirituale, ma non una comunità evangelizzatrice. Mentre l'annuncio deve aver cura dell'inserimento del Vangelo nel popolo di Dio rispondendo ai bisogni concredi della storia. Ai molti che dinnanzi a questa rivoluzione chiedono "Ce la farà Francesco?" gli autori capovolgono la domanda "Ce la farà la chiesa?", ovvero "Ce la faranno i cristiani a tenere il passo di un papa che testimonia la libertà, la novità e la gioia dell'annuncio del Vangelo?". Con una prefazione di Carmelo Torcivia presidente dell'Associazione Italiana Catecheti.
Nel febbraio del 1965 i cappellani militari della Toscana emanano un comunicato stampa accusando i giovani italiani obiettori di coscienza di essere dei vili. In loro difesa interviene don Milani con una lettera aperta agli stessi cappellani, una lettera di altissimo valore morale e civile nella quale chiede rispetto per chi accetta il carcere per l'ideale della nonviolenza. Per questa sua lettera Milani viene denunciato da un gruppo di ex combattenti e messo sotto processo. Impossibilitato a parteciparvi per l'aggravamento del tumore che lo porterà, di lì a poco, alla morte, Milani scriverà una memoria difensiva sotto forma di lettera ai giudici. In essa la storia civile dell'Italia unita viene riletta senza retorica celebrativa come storia feroce di guerre, di spietato colonialismo, di sopraffazione di poveri. La lettera, vero manifesto contro l'obbedienza cieca, metterà anche sotto accusa la illusoria deresponsabilizzazione dell'esecuzione di ordini, anche omicidi, impartiti da una autorità. Le due lettere di Milani sono accompagnate da note che ne chiariscono il senso e le relazioni con la sua opera.
Un gruppo di giovani studiosi - specializzandi e dottorandi presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa dell'Università Gregoriana - con la guida maieutica di S. Adamiak e S. Tanzarella ha discusso per oltre un anno sulla problematica relazione tra l'imperatore Costantino e il cristianesimo del suo tempo (dalla cosiddetta libertà religiosa alla 'conversione' e al battesimo dell'imperatore, dalle leggi a favore dei cristiani alla posizione assunta nei confronti dei donatisti, dalle politiche legislative di Costantino al culto liturgico a lui riservato e all'arco dedicatogli a Roma). I risultati di quel lavoro, per intensità del confronto, per il rifiuto di ogni tendenza apologetica e celebrativa e per l'impegno cooperativo realizzatosi nel gruppo di ricerca, offrono un contributo originale, scientifico e divulgativo ad un tempo, su una questione storiografica ancora aperta e dibattuta della storia della Chiesa e dell'Europa. Il volume - che raccoglie studi di Stanislaw Adamiak, François Agbadi, Axel Alt, Airton José Dallazen, Nicholas Joseph Doublet, Silvia Giuliano, Davide Marino, Stefano Perego, Mirko Pettinacci, Ivan Zubac - è dedicato all'insigne e giovane studiosa Marilena Amerise (1975-2009) di cui Emanuela Prinzivalli, dell'Università 'La Sapienza', traccia un lusinghiero profilo bibliografico.