Il ritorno del ‘popolo’ come categoria politica può esser visto come un contributo al modo di pensare le forme della nostra partecipazione politica in un’epoca segnata dal capitalismo globalizzato.
Il populismo è sempre stato visto come un pericoloso eccesso, capace di mettere a repentaglio le forme politiche di una comunità razionale. Troppo semplicistico, obietta Laclau in questo libro divenuto ormai un classico. Non è forse la politica sopra ogni cosa una faccenda di capi, di leader, di prìncipi in grado di farsi amare dal ‘popolo’, anche nell’esercizio della loro autorità? Bisogna superare la facile condanna ed essere consapevoli che il populismo opera di fatto nella costruzione di ogni spazio comunitario, democrazia compresa.
Testo tragico e profetico, questo saggio freudiano del 1921 sulla psicologia dei gruppi e sui processi di massificazione che caratterizzano le società tardo-moderne continua a sorprendere per la sua attualità. Lo sguardo clinico del fondatore della psicoanalisi vi rivela tutta la sua capacità ispettiva. Da un lato, Freud osserva e cataloga precisi fenomeni sociali con la stessa cura con cui un botanico classifica le piante. Dall'altro, affonda la lama dei concetti psicoanalitici nella carne della storia con la stessa decisione con cui un chirurgo apre le viscere di un corpo. Il risultato è uno spaccato inquietante sui vizi congeniti della modernità e sulla sua irresistibile tendenza a scatenare violenti terremoti politici. Il sogno latente della modernità, il sogno di una società senza padre, il sogno di una comunità in cui non vigano più rapporti asimmetrici di potere, sembra destinato a rovesciarsi periodicamente nel suo opposto: la riapparizione di un Padre primordiale, dai tratti osceni e prevaricatori, cui viene prestata un'obbedienza cieca e irrazionale. Massa è il nome di questa malattia. L'introduzione di Davide Tarizzo non solo contestualizza il saggio, ma lo mette a confronto con le diverse sfide e i nuovi problemi del nostro presente, rivelando al lettore tutta la ricchezza di spunti di riflessione che la psicologia delle masse continua a offrire.
Consacrato a Leibniz, ma dedicato a investigare i più diversi aspetti della cultura barocca, dall'estetica alla metafisica, dal costume alla pittura, questo libro cerca di definire, attraverso la metafora della "piega", il costituirsi dell'anima e dell'esperienza moderna. La piega ha sempre caratterizzato l'arte, ma caratteristico del Barocco è replicarla all'infinito. Se la filosofia di Leibniz è filosofia barocca per eccellenza è perché in essa tutto si spiega, si dispiega, si ripiega. Per scoprire l'essenza del neobarocco moderno Deleuze segue la storia della piega infinita in tutte le manifestazioni artistiche: nella poesia di Mallarmé, nel romanzo di Proust, nell'opera di Michaux, nella pittura di Hantaï.