Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, oltre la fortuna di una ammirevole e lucida longevità (a 93 anni firma l'opera De orthografia) godeva anche di una personalità poliedrica. Fu politico di razza, fine letterato, biblista profondo (unico scrittore ecclesiastico latino a commentare l'intero Salterio). Il De anima e i suoi commenti biblici lo rivelano mistico sulla via della perfezione, pur essendo uno spirito eminentemente pratico. Dopo 40 anni di impegno politico con i re goti a Ravenna, da Teodorico a Vitige, si dimise da magister officiorum e praefectus praetorio dopo l'eccidio dei senatori di Roma da parte di Vitige. A 70 anni si ritira nei suoi possedimenti in Calabria e fonda due monasteri: Vivarium, sulle rive del fiume Pellena e, sulla collina, il Castellense. Originalità assoluta, imitata da tutti i grandi monasteri medievali, lo scriptorium, con un centinaio di monaci amanuensi e miniaturisti che salvano la Bibbia, i libri dei Padri della Chiesa e i testi laici classici della cultura greco-romana. Cassiodoro aveva fatto della parola scritta e tramandata ai posteri un sacramentale. Fu il primo umanista amato e studiato dai più colti e liberi spiriti dei mille e cinquecento anni che ci separano da lui. Scrisse Benedetto XVI: Cassiodoro, «uomo di alto livello sociale, si dedicò alla vita politica e all'impegno culturale come pochi altri nell'Occidente romano del suo tempo. Forse gli unici che gli potevano stare alla pari in questo suo duplice interesse furono Boezio e il futuro Papa di Roma Gregorio Magno». Testi di: Marco Beck, Agnese Bellieni, Giovanni Bonanno, Massimo Cardamone, Antonio Carile, Milena Carrara, Ester Cuzzocrea, Alfredo Focà, Alessandro Ghisalberti, Elio Guerriero, Laura Mapelli, Giorgio Montecchi, Roberto Osculati, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Patrizia Stoppacci. Introduzione di Franco Cardini.
A vent’anni dalla celebrazione liturgica al Colosseo della «Passione di Cristo» di Mario Luzi (1999-2019), l’Associazione Centro Culturale Cassiodoro ripropone il testo poetico dello scrittore, illustrato dal maestro Alberto Schiavi. È un omaggio a questi due grandissimi artisti italiani e anche un invito a meditare e rivivere il martirio del Figlio di Dio, che prima di riconfermarsi nella gloria ha voluto scendere (per il nostro riscatto) nell’abisso del dolore sfidando e vincendo la morte.