A dispetto di un'ingiusta ma proverbiale fama di misoginia, il Medioevo è stato un periodo fecondo per tante donne che hanno affidato alla pagina scritta riflessioni e idee, lasciando una indelebile traccia di sé in tutti i generi letterari. Si tratta di un patrimonio di inattesa ricchezza, di letteratura a volte straordinaria e però non accolta o rimossa da un canone per lo più precluso alle presenze femminili. Letterate e scrittrici non hanno così trovato il meritato posto nei manuali e nelle sillogi delle varie letterature, e sono perciò poco note se non agli specialisti. Questa antologia racconta un Medioevo diverso. Presenta quarantacinque scrittrici - alcune ben conosciute, altre meno, altre per niente studiate - che si sono espresse nelle tante lingue dell'Europa medievale: latino, greco, italiano, francese, provenzale, medio-tedesco, ibero-romanzo, arabo, ebraico. Tutte reclamano di essere ricordate con la forza delle loro opere. I testi qui selezionati sono affidati a studiose delle specifiche letterature che li hanno commentati e corredati di nuove traduzioni. Le parole di queste donne si accordano in un coro emblematico della plurivocità di quella stagione, intorno ai suoi temi decisivi: pagine di intensa bellezza che ancora ci riguardano.
Le donne di carta della letteratura italiana: grandi personaggi femminili che rivendicano una considerazione diversa, meno stereotipata e meno rassegnata alle formule definitorie a uso scolastico. Beatrice, tradizionalmente vista quale rappresentazione allegorica della grazia divina, o della teologia, in questo nuovo ritratto rivela consistenza caratteriale e intellettuale e una straordinaria personalità: «grazie a una donna, Dante ottiene il permesso di soggiorno in una società anti-patriarcale». Francesca da Rimini, che la critica ci dipinge quale ingenua cultrice di romanzi d'amore, si impone invece come una donna straordinariamente colta, che dialoga alla pari col più grande dei poeti latini, Virgilio, a cui rende ripetuti omaggi letterari, e con Dante, citandone e adottandone i maestri. E poi Laura, carnalmente desiderata da un Petrarca ben più amante di quel che si creda; Fiammetta, che prende in mano la penna per raccontare lei stessa il suo triste romanzo d'amore; Lucrezia, che nella Mandragola conferisce una ben diversa sostanza a quel suo nome tanto impegnativo, sinonimo della più alta virtù muliebre; la sapida Nencia, versione rustica, scaltra e rotondetta delle innamorate eteree; Angelica, costretta alla fuga perenne dalla violenza maschile, bruta - e legittimata - anche nei più gloriosi paladini; Clorinda, fin dalla nascita vittima di successivi, ripetuti mancati riconoscimenti - identitario, di genere, di razza, di religione... -, destino tragico di inappartenenza che la condurrà alla morte; per concludere con la complessa, e in verità irredimibile, straordinariamente moderna figura della strega Armida.
«Con questa Lettera Apostolica desidero unire la mia voce a quelle dei miei Predecessori che hanno onorato e celebrato il Poeta, particolarmente in occasione degli anniversari della nascita o della morte, così da proporlo nuovamente all'attenzione della Chiesa, all'universalità dei fedeli, agli studiosi di letteratura, ai teologi, agli artisti... L'opera di Dante, infatti, è parte integrante della nostra cultura, ci rimanda alle radici cristiane dell'Europa e dell'Occidente, rappresenta il patrimonio di ideali e di valori che anche oggi la Chiesa e la società civile propongono come base della convivenza umana, in cui possiamo e dobbiamo riconoscerci tutti fratelli...egli appare straordinariamente vicino a tanti nostri contemporanei e che sono essenziali per comprendere la sua opera». Papa Francesco «Una vera e propria mappa essenziale dell'opera del Poeta, partendo dal nucleo germinale della stessa biografia dell'Alighieri evocata in tutte le sue tappe, soprattutto nella struggente malinconia dell'esule e pellegrino, lontano dall'amata e detestata Firenze e dagli scelleratissimi fiorentini». Dall'Introduzione del Cardinale Gianfranco Ravasi Un'edizione arricchita da: Introduzione del Cardinale Gianfranco Ravasi Commento poetico del Premio Strega Giovani Daniele Mencarelli Commento critico letterario di Natascia Tonelli Commento teologico di Giuliano Vigini.