I giardini cinesi sono sovente considerati delle astrazioni intellettuali, troppo esclusivi per essere compresi da chi normalmente si occupa di giardini. Troppo cerebrali per scalfire la sensibilità occidentale. Tuttavia essi costituiscono un insieme di brillanti soluzioni per quasi tutti i principali problemi riguardanti i giardini: vi sono regole formali, ma che a volte possono essere disattese; vi sono varietà di stili, ma essi possono essere adattati e diversamente combinabili a seconda delle necessità. Anche se molti di questi giardini infatti sembrano cristallizzati in un passato eccessivamente lontano, essi sono in realtà in continua evoluzione e rinnovamento. Per non continuare a guardare ad essi come a dei "pezzi da museo" occorre quindi cambiare atteggiamento e liberarsi da alcuni preconcetti riguardo a ciò che un giardino dovrebbe essere. A cogliere la loro modernità può aiutare la consapevolezza che proprio il giardino cinese ha profondamente influenzato le avanguardie nel campo della progettazione di giardini: Charles Jenks e Maggie Keswick Jenks, così come I.M. Pei, risentono della sua influenza e cercano nelle loro opere di declinarne le caratteristiche in modo da trovare un equilibrio tra la filosofia sottesa al giardino cinese e l'estetica occidentale. Partendo dunque da questa convinzione, il volume presenta una immersione totale in questa affascinante arte.