Il margine, di per sé, implica sempre l'esistenza di un centro. Ma tanto più quest'ultimo ha una sua connotazione certa e conosciuta, tanto più il margine è invece indefinito, vago, sfumato, fino a diventare altro, se non alternativo. Il margine ha sempre una sua estensione, ma è di difficile collocazione: il suo essere lontano dal centro lo porta spesso a sovrapporsi ad altro, confondendosi con periferia, confine, limite, soglia, frontiera... Il margine, più che uno stato è una condizione, e se è un luogo è il luogo della resistenza, dell'ignoto, della ricerca, del possibile e del cambiamento. Scritti di Carlo Ancona, Franco Arminio, Matteo Balestrieri, Leopoldo Benacchio, Roberto Bondì, Mariela Castrillejo, Andrea Csillaghy, Giuseppe De Rita, Alberto F. De Toni, Riane Eisler, Gian Paolo Gri, Francesco Messina, Alessandro Minelli, Renato Oniga, Anselmo R. Paolone, Antonella Riem Natale, Giambattista Salinari, Stefano Salis, Fulvio Scaparro, Roberta Valtorta, Federico Vercellone, Angelo Vianello, Paolo Vineis, Laila Wadia, Marta Zacchigna, Francesca Zanon, Davide Zoletto.
Il grande pedagogista brasiliano Paulo Freire si confronta con alcuni dei più urgenti problemi educativi del mondo contemporaneo. Lo fa dialogando con Donaldo Macedo, esponente di primo piano della pedagogia radicale e dei 'cultural studies' educativi. La forza del testo è la stessa del grande classico di Freire: 'La pedagogia degli oppressi'. Le questioni sono quelle con cui ci si scontra negli odierni contesti educativi: il multiculturalismo, la razza, le questioni di genere. Sullo sfondo autrici fondamentali del più recente pensiero femminista e postcoloniale come Gayatri Chakravorty Spivak, bell hooks, Tony Morrison. In un serrato botta e risposta Freire e Macedo toccano diversi temi: la differenza fra insegnanti e facilitatori, il ruolo del dialogo come processo di conoscenza e apprendimento, i pericoli di una meccanizzazione della didattica, la non neutralità dell'educatore, il rischio di ridurre 'razza' e 'cultura' a concetti monolitici che non rendono conto della pluralità delle esperienze di allievi e docenti. Un tono aperto e diretto che si rivolge a insegnanti ed educatori, discutendo sul loro stesso terreno i problemi con cui hanno ogni giorno a che fare.