Creatore di immagini e autore capace di tradurre nella scrittura la prospettiva inedita della visione aerea che gli veniva dall'esperienza di pilota, Antoine de Saint-Exupéry ebbe un lungo rapporto con la scrittura cinematografica. Autore di soggetti e sceneggiature, fotografo, documentarista e prima ancora spettatore esigente, Saint-Exupery inseguiva nelle storie di celluloide la carica immaginaria della poesia e del mito. Nei testi che compose per il grande schermo, finora inediti i n Italia, tornano così molti dei temi e personaggi che illuminano il suo universo romanzesco, come annota Paule Bounin nell'introduzione: "l'Inventore fantasista, con il suo pianoforte e le sue rose, trionfa su tutti i tecnici specializzati, il diamante viene gettato in mare insieme ai sogni di ricchezza, le voci fraterne trasmesse dalle onde radio sono il miglior legame tra gli uomini. E il mondo, passo passo, si allarga immensamente, fino al pianeta del Piccolo Principe".
Mentre la trilogia dello Hobbit sta per raggiungere il culmine, scoprite come è stato possibile vincere l'epica battaglia cinematografica attraverso le interviste esclusive al regista Peter Jackson e agli attori Ian McKelIen, Richard Armitage, Cate Blanchett e Christopher Lee, nonché ai principali realizzatori e ai nuovi membri del cast, tra cui Billy Connolly nei panni del nano Dain Piediferro e Benedict Cumberbatch, che svela gli oscuri segreti del suo ruolo di perfido Negromante. Riccamente illustrato con centinaia di immagini dietro le quinte di attori, creature, set e location, nonché con disegni preparatori e numerose sequenze di effetti speciali, questa guida è il vademecum al capitolo conclusivo dell'acclamata trilogia.
Con un'introduzione di Sir Ian McKellen, l'ultimo complemento ufficiale della serie narra la desolazione di Smaug il Magnifico e la rovina della Battaglia dei Cinque Eserciti. Distrutta la Città del Lago, i suoi abitanti si ritrovano a vagare per le rovine di Dale, sperando che Bard li aiuti a ricostruire le loro vite. Sconfortati, tutti gli occhi si rivolgono alla Montagna Solitaria e alla promessa del pagamento di un debito. Sotto la guida di Sauron, Azog il Profanatore si prepara a scatenare un esercito mostruoso, di quelli che la Terza Era non ha mai visto. L'unica speranza è un'alleanza tra i popoli liberi della Terra di Mezzo nella lotta contro il male, e Bilbo Baggins ha con sé qualcosa di risolutivo per poter giungere a un accordo... Seguite l'ultimo viaggio della Compagnia di Thorin Scudodiquercia mentre la battaglia per l'immensa ricchezza della Montagna Solitaria imperversa fino a una conclusione devastante.
Il volume riunisce 35 interventi del cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e oltre 130 interventi di Papa Francesco, tra Angelus, discorsi, messaggi, omelie, catechesi e meditazioni mattutine. Dal volume emerge come famiglia e vita siano due costanti punti di riferimento della odierna predicazione di Papa Francesco, ma come abbiano anche caratterizzato il suo magistero fin da quando era pastore della capitale argentina. "Oggi, Papa Francesco parla come si esprimeva ieri il cardinale Bergoglio. Concetti chiari, immediati e diretti, che sensibilizzano i cuori, turbano le coscienze assopite e provocano le intelligenze. Questo, ci sembra, il suo itinerario culturale: si parte dal cuore per cambiare la coscienza, provocando l'intelligenza e la ragione" scrive nella presentazione padre Gianfranco Grieco, capoufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia e curatore dell'opera.
Ci sono registi che ci portano lontano, scrittori capaci di mostrarci il mondo attraverso una pagina soltanto e note destinate a segnare certi luoghi per sempre. Si può davvero viaggiare senza allontanarsi da casa? Sorvolare il Kenya con i protagonisti di "La mia Africa", ballare all'Avana sui ritmi cubani e risalire il Nilo in compagnia di Hercule Poirot. "Viaggiare in poltrona" è una selezione di 500 film, libri e musiche che vi condurranno dalle mete più vicine a quelle più remote. Per sognare ad occhi aperti e poi, magari, partire davvero. Attraversate il deserto guardando "Il paziente inglese", esplorate la giungla davanti a "La foresta di smeraldo" e lasciatevi guidare da Indiana Jones nell'antica città di Petra. Viaggiate al suono della musica pop e rock da Manchester alla California passando per Memphis e ballate ai ritmi del funk brasiliano e del tango argentino. Fate il giro del mondo leggendo avvincenti romanzi noir, racconti di avventurieri e storie d'amore Concedetevi una fuga nei castelli bavaresi di Ludwig con Visconti e scoprite i segreti dell'India grazie a "Bollywood". Allontanatevi dai sentieri più battuti ed esplorate, con un bel libro o un film avvincente, lo Yemen, la Mongolia, l'Iran, la Corea del Nord, le steppe dell'Asia centrale...
Nato in una famiglia in cui il cinema "si respirava", divoratore onnivoro già nell'infanzia di libri e film, annoiato dalla scuola tanto da fuggire a Parigi, il giovane Dario Argento scopre di sentirsi a proprio agio solo nel buio di una sala cinematografica, dove il carattere solitario e l'immaginazione debordante trovano terreno fertile. Ma è l'esperienza come giornalista a "Paese Sera" a rivelarsi una palestra fondamentale, e a favorire l'incontro che gli cambia la vita: quello con Sergio Leone, per il quale insieme a Bernardo Bertolucci scrive il soggetto di C'era una volta il West. Intanto nella testa del futuro regista prende a maturare un desiderio tanto ambizioso quanto magnifico: scrivere una sceneggiatura diversa da tutte le altre. Mescolando le emozioni provate guardando i film di Hitchcock, Lang e Antonioni, s'innesca un cortocircuito destinato a cambiare la storia del cinema di genere. Quando nel 1970 esce il suo primo film, "L'uccello dalle piume di cristallo", in pochissimo tempo il nome di Dario Argento fa il giro del pianeta. È così che vedono la luce "Profondo rosso" e "Suspiria". Per la prima volta Dario Argento racconta se stesso in un libro: le sue passioni, i suoi amori, le sue paure. Un'"autobiografia horror", dove s'intravedono le inquietudini di un uomo schivo, innamorato del cinema e della vita. Un artista irregolare, che imprigionando i suoi personali demoni nella macchina da presa è riuscito a raccontare gli incubi di tutti noi.
Roma è una strana città. È eccessiva, ma generosa, accoglie il nuovo arrivato, ma non gli chiede eterna fedeltà. Non le interessa che i "forestieri" sposino le sue antiche tradizioni, e loro raramente ne assorbono i vezzi, il dialetto, lo spirito: il più delle volte, a Roma il siciliano resta siciliano, il napoletano napoletano e - soprattutto - il milanese milanese. Eppure il Monnezza, personaggio simbolo della romanità al cinema, l'ha inventato un cubano scappato da L'Avana, passato per l'Actors Studio di New York (dove si esercitava al fianco di Marilyn Monroe e Marlon Brando) e sbarcato in Italia quasi per caso. Tomas Milian non ha bisogno di presentazioni: oltre cinquant'anni di carriera cinematografica, un'impressionante capacità di reinventarsi in ruoli sempre diversi, una lunga serie di successi al botteghino e una vasta schiera di appassionati che intorno a lui ha creato un vero e proprio fenomeno di culto. Ma se del Monnezza si sa tutto (o quasi), dell'uomo dietro alla maschera si sa ben poco. In queste pagine Milian racconta per la prima volta la sua infanzia cubana, il trauma di un bambino che assiste al suicidio del padre, la giovinezza da playboy nella Cuba bene, la scoperta del cinema, la fuga negli Usa, la difficile vita da "uomo da marciapiede" a New York, l'arrivo in Italia e tutto quell'incontrollabile flusso di eventi che ha portato un giovane attore senza radici a lasciar perdere il suo sogno americano per farsi adottare dalla sua amata Roma...
"Mi sento inquieta, non riesco a stare ferma, quindi vado nello studio. A fare cosa ancora non so. Fisso lo scaffale, sposto i libri, come se cercassi qualcosa, e sto quasi cominciando a innervosirmi, quando intravedo una scatola di legno scuro. E un tuffo al cuore. In un attimo, mi scorrono davanti agli occhi lettere, telegrammi, biglietti, fotografie". Sono parole di Sophia Loren, la nostra attrice più amata, che fino a oggi non si era mai raccontata in un libro. Ma è stato forse l'avvicinarsi di un compleanno importante, o la casualità di ritrovare una scatola di lettere e fotografie, che ora l'ha spinta a farlo. Così è nata questa autobiografia in cui si dipana la vita di una bambina magra e scura scura, una ragazza insicura ma tanto bella "da far resuscitare i morti", una giovane napoletana che in pochi anni conquista il mondo. Quella di Sophia Loren, più che una storia, sembra una favola, compresa di balli, grandi prove e principi azzurri. Eppure, dietro la star, sorride una donna timida e determinata, che ha sofferto tanto, ha lavorato moltissimo, ha amato con passione autentica, sempre tinta di ironia. È lei a riportarci alla sua Pozzuoli dilaniata dalla guerra, alla Cinecittà dei primi kolossal americani, alla Napoli in bianco e nero di De Sica. Ma ci porta anche dietro le quinte, dove batte il suo cuore di moglie, madre, nonna, intorno alla famiglia che, da sempre, considera il suo film migliore.
Un'interpretazione diretta e non allegorica del Cantico dei Cantici attraverso numerosi riferimenti cinematografici. Non un commento esegetico, ma una lettura d'amore, un invito a comprendere che l'incontro di un "io" con un "tu", quando diventa un "noi", spalanca le porte della vita divina. Per evitare che questo poema diventi una sorta di "Atlantide" della Sacra Scrittura e per farlo conoscere e amare. Il Cantico, perla custodita nella conchiglia della Bibbia, vede come protagonista una coppia che non smette mai di dichiarare il proprio amore: due attori, due amanti che manifestano il loro desiderio e anelano a vivere l'amore profondamente gioioso e tenero, dono straordinario del Dio-Creatore. "...e in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama 'noi'." (Robert ,Clint Eastwood, ne "I ponti di Madison County")
Per quasi un secolo l'Istituto Luce ha prodotto, raccolto e conservato milioni di immagini (fotografie e film del reale), divenendo il custode della memoria visiva degli italiani. I suoi fotografi e operatori, e i molti altri di cui i suoi archivi conservano il lavoro, hanno raccontato ad almeno tre generazioni innumerevoli viaggi avventurosi e la vita dei microrganismi, i trasformismi della politica e la fatica del lavoro, le bellezze artistiche della penisola e le stelle del cinema internazionale. Attraverso il talento di veri e propri maestri dell'obiettivo oppure lo sguardo "medio" dei cronisti delle messe in scena della propaganda, si è creato l'immaginario italiano, quell'album mentale, personale o condiviso, che ognuno di noi costruisce attraverso sensazioni, ricordi, e soprattutto "immagini", vere o fittizie, desiderate o odiate, fatte insieme di realtà e fantasia. Questo libro, come una sorta di autobiografia "non autorizzata", mostra come gli italiani si sono osservati per quasi un secolo attraverso l'obiettivo severo o indulgente dell'informazione visiva, che ha descritto ogni loro conquista, illusione, debolezza, speranza. Anche quando viene sottomessa agli imperativi della comunicazione politica, la fotografia (come il film "dal vero") conserva sempre una sua autonomia (il reale si ribella alla rappresentazione), rivelando una storia di volti, di paesaggi, di vita intima che nessun altro mezzo è in grado così efficacemente di raccontare.
Il libro, che propone la sceneggiatura dell'omonimo film, racconta la storia di un giovane di Cinisi, un piccolo paese nei pressi di Palermo. Si chiama Giuseppe Impastato. Forte della sua formazione comunista rompe i rapporti con un padre troppo ossequioso verso il boss locale e comincia la sua battaglia contro il silenzio e le diffuse connivenze mafiose. Dalla protesta in piazza ai giornali volanti, alle manifestazioni improvvisate, Peppino arriva infine all'uso politico di una radio libera. Fa nomi e cognomi, denuncia gli interessi che ruotano intorno all'ampliamento dell'aereoporto di Punta Raisi, mette spalle al muro il boss Tano Badalamenti. Peppino Impastato viene ucciso il 9 maggio 1978 e la notizia sepolta sotto il clamore del delitto Moro.
Una guida al cinema di fantascienza che traccia un percorso storico dalle pellicole mute e in bianco e nero dei pionieri della Settima Arte, ingenue ma affascinanti, a quelle tridimensionali dei giorni nostri. Dai fondali di cartapesta di "Viaggio nella Luna" di Georges Méliès (1902) alla computer grafica di "Avatar" di James Cameron (2009), dal celebre "Metropolis" di Fritz Lang (1927) al nuovo "RoboCop" di José Padilha (2014). Si passa poi ad analizzare capolavori come "2001: odissea nello spazio" o "Il mondo perduto", passando per le saghe mitiche di "Star Trek", "Guerre stellari", "Terminator", "Ritorno al futuro" o "Alien". Senza dimenticare i film di culto come "Blade Runner", "Gattaca", "Matrix" e le numerosissime pellicole da riscoprire (Il mostro della Laguna Nera, RX-M destinazione Luna, Saturn 3 e altre). Una piacevole guida che evidenzia i progressi tecnologici (il sonoro, il colore, l'evoluzione degli effetti speciali, il 3D), considerando i rapporti con la storia del cinema in generale e riflettendo sui grandi avvenimenti di cronaca che, influenzando l'immaginario collettivo, si rispecchiano nella cinematografia (le guerre mondiali, gli avvistamenti di ufo, il passaggio della cometa di Halley, la Guerra Fredda, i cataclismi naturali, l'u settembre...). Il volume è arricchito da numerosi box dedicati a temi specifici o sottogeneri, oltre che alle personalità che hanno contribuito alla filmografia.