Veneziana, con l'adolescenza trascorsa a Siracusa e Mantova, Elisabetta Fabbri ha completato i suoi studi all'IUAV di Venezia. L'interesse per gli aspetti storici dell'architettura l'ha portata poi a occuparsi in maniera crescente della salvaguardia del patrimonio architettonico nelle sue articolazioni, sia come residenze storiche private, sia relativamente a interventi su opere monumentali. La ricostruzione del teatro La Fenice è stata seguita da Elisabetta Fabbri a partire dal primo studio di fattibilità alla ricostruzione, messo a punto a tre mesi dall'incendio, e quindi a tutte le attività di cantiere connesse al recupero (restauro) di quanto risparmiato dall'incendio e ai nuovi aspetti ornamentali della sala teatrale.
Nel 1938 Federico Fellini approda a Roma, in cerca di lavoro. Lo trova al "Marc'Aurelio", un giornale umoristico che esce due volte alla settimana e che vende circa mezzo milione di copie. Un vero fenomeno di massa, paragonabile, oggi, a quello della trasmissione televisiva Zelig e al successo dei suoi comici e dei loro tormentoni. In questo volume, Claudio Carabba raccoglie una scelta dei pezzi scritti dal futuro regista per il giornale: molti della rubrica "Ma tu mi stai a sentire?", diventata presto una frase ricorrente nel linguaggio dell'epoca, ma anche brevi storielle, barzellette, la maggior parte firmate e altre non firmate ma altrettanto riconoscibili per stile e tipo di umorismo.
Petrolini è un artista solista che lavora sul pedale parodistico, inventando via via macchiette, caratteri e personaggi che negano il sentimentalismo, la prosopopea, le mode del tempo, l'idiozia infinita e l'infinita cretineria dell'umanità. I suoi lazzi e le sue filastrocche possono essere letti quale metafora della perdita di senso, nozione nuova di comico che si rovescia nel suo contrario, che fonda "l'unica forma di tragedia per l'uomo moderno", ma la sua arte resta monologante, non è recuperabile a un'idea di teatro fondato sulla regia. Questa antologia raccoglie le pagine più esilaranti e dissacratorie, le affabulazioni demenziali e futuriste del grande artista, comprendendo i suoi famosi quadretti per il varietà e ventitré testi inediti.
Il volume raccoglie una serie di scritti dell'autore sulle arti decorative nella capitale dello Stato Pontificio, studiate nei due secoli cruciali dell'arte moderna, il Seicento e il Settecento, che videro proprio in questa città la nascita del barocco e la formazione del linguaggio neoclassico. Vent'anni di studi sui capolavori dell'ornato romano sono collegati fra loro, aggiornati alla luce dei recenti ritrovamenti, tracciando un quadro completo delle conoscenze sulla materia. Una sequenza di schede monografiche su singoli arredi e oggetti si alternano a saggi su temi più ampi, mentre il capitolo sul Settecento comprende una ricostruzione della vita e delle opere di Luigi Valadier.
Questo saggio di Paul Vulliaud è un'interpretazione di carattere esoterico di due quadri di Leonardo, il Bacco e il Giovanni Battista, con lo scopo di rintracciarvi un messaggio "neoplatonico" ed un riferimento alla mitologia tradizionale e ai suoi "misteri". L'autore si basa esclusivamente sul simbolismo pittorico, e ciò può apparire in contrasto con l'imposizione essenzialmente "scientifica" dei suoi studi e delle sue ricerche. Ma Vulliaud è convinto che questo grande uomo, dopo essere stato assorbito dai suoi progetti di ingegneria e dalle sue esperienze di saggio, abbia chiesto all'arte un mezzo per esprimere le sue idee mistiche. Recenti studi hanno portato molte prove a sostegno di tale tesi, corroborando le affermazioni del Vulliaud. L'incongruenza è quindi soltanto apparente, dal momento che il lato tecnico ed esteriore dell'opera evidentemente non incideva sulle idee, la filosofia e la "visione del mondo" intime di Leonardo. La sua opera è simbolica, o almeno il simbolo è il segno sensibile per mezzo del quale l'artista ha espresso il suo pensiero; e se noi decifriamo questo simbolo, tutto il mistero si dissolverà. A Leonardo, genio universale va dunque la gloria di avere riunito in una sintesi ineguagliabile il "vero" e il "bello", realizzando una grandiosa armonia tra verità morale e verità artistica. E se i pittori mistici hanno fatto discendere il cielo in terra, è giusto dire che Leonardo ha innalzato l'elemento umano sublimandolo nel divino.
"Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette?... Questo quasi inconsapevole, involontario tracciare ghirigori... fare pupazzetti che mi fissano da ogni angolo del foglio... volti decrepiti di cardinali, e fiammelle di ceri e ancora tette e sederi e infiniti altri pastrocchi... insomma, tutta questa paccottiglia grafica, dilagante, inesausta, che farebbe il godimento di uno psichiatra, forse è una specie di traccia, un filo, alla fine del quale mi trovo con le luci accese, nel teatro di posa, il primo giorno di lavorazione."
All'inferno, ma ancora al lavoro, giudici, mercanti, notai, artigiani, continuano con i propri ferri del mestiere gli inganni esercitati in vita. È uno dei tratti più sorprendenti del Giudizio Universale della chiesa della SS. Annunziata a Sant'Agata de' Goti. Con la guida di un sapiente saggio di Chiara Frugoni, un percorso a più voci, per immagini e parole, alla scoperta degli affreschi di grande godibilità e freschezza dell'intera chiesa.
Dieci drammi teatrali che esprimono il tormento dell'anima russa nei cupi anni dello stalinismo. Se da un lato Bulgakov fu in un certo qual modo "protetto" da Stalin, dall'altro lottò vanamente perché le sue opere teatrali venissero rappresentate. Delle dieci contenute in questo volume soltanto quattro poterono essere messe in scena, le altre vennero implacabilmente respinte dalla censura. I giorni drammatici della Rivoluzione, la farsa tragica dell'esistenza quotidiana, il "realismo socialista", personaggi come Puskin e Molière: ecco soltanto alcuni degli argomenti di queste dieci gemme teatrali. Con un'introduzione di Anatolij Smeljanskij, l'edizione completa dell'opera drammaturgica dell'autore russo.