Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all'iconogra?a delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale. L'aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l'intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma ?loso?co-teologico, anticipa e determina l'intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconogra?co unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo. La pubblicazione è anche l'occasione per mostrare la Sistina con un'eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d'arte risulti "squadernato" di fronte agli occhi del lettore ma anche "decodi?cato" nei signi?cati e persino nell'uso dei colori di ciascuna scena.
Il Mercante di Venezia, andato in scena per la prima volta nel 1596, affronta diverse tematiche care all'autore, tra cui il conflitto fra ego e amore, il pregiudizio e l'intolleranza tra ebrei e cattolici, la pietà e la legge. Tutta la vicenda, ambientata a Venezia e a Belmont, ruota attorno a due donne particolarmente astute: Porzia e Nerissa, mogli rispettivamente di Bassano e Graziano, che si fingono avvocato e scrivano per difendere i loro interessi dall'usuraio ebreo Shylock, figura ambigua e calzante rappresentazione di un uomo al tempo stesso tiranno e vittima, sacrificante e sacrificato.
"Se si è veramente fotografi si scatta sempre, anche senza rullino, anche senza macchina". La fotografia come scelta: l'autobiografia con immagini di Gianni Berengo Gardin, raccolta dalla figlia Susanna, rintraccia il filo di questa passione e lo dipana attraverso una vicenda biografica lunga, piena di incontri, di viaggi, di storie, di immagini colte e da cogliere. Piena, soprattutto, di quella sensibilità attenta al reale, alla società, alla gente, che da sempre rappresenta il principale bagaglio di cui si deve dotare un fotografo di reportage. Il mondo di Berengo Gardin è il nostro mondo. Con una lettera all'amico Gianni, scritta da Ferdinando Scianna, e una conversazione sulle fotografie fatte e quelle da fare tra Gianni Berengo Gardin e Roberto Koch.
Il seminario intitolato a Saffo nasce dal desiderio di riportare le idee alla loro scaturigine esistenziale, in una riunificazione di elementi palpabili e sottili che le discipline hanno via via svincolato e dissolto, ma che si presentano unite nell'esperienza della vita. Come dice la poesia che celebra l'amore - massima potenza dell'umana esperienza conoscitiva - al culmine del piacere pare di morire: un «convergere di opposte passioni» permette di cogliere, con tutto l'essere, il significato della vita. Saffo ci invita a pensare col corpo, al cui centro batte il cuore, dispensatore di impulsi poetici. Se Eros è la via della conoscenza filosofica, la poesia celebra questo cammino e il teatro lo rappresenta. Stare sul crinale della passione conoscitiva forse vuol dire correre il rischio di andare fuori orbita, come l'asteroide, o alla deriva, come la nave di Platone verso Siracusa, perché la salvezza è continuare a percorrere quelle stesse rotte antiche e ricordare perché si misero in mare Ulisse e i suoi compagni, oltre le colonne d'Ercole, alla ricerca della propria umanità, sempre da venire, da fare, da inseguire in versi. Il canto echeggia come nostalgia di casa a cui voler tornare sempre, senza potervi dimorare mai.
Tutte le volte che un artista si appresta a realizzare un ritratto non può fare a meno di interrogarsi sulla posa da dare al soggetto. Lo raffigurerà in piedi, seduto oppure disteso? Quale sentimento trasparirà dall’espressione del suo volto? Le mani saranno incrociate sul petto o intente a compiere qualche rito apotropaico? Certo, un dipinto ci cattura in primo luogo per la qualità della pittura e per l’identità del protagonista, ma ogni gesto, espressione o postura del corpo è in realtà la chiave di uno scrigno all’interno del quale si possono scovare tracce dei costumi di un particolare periodo storico e retaggi di culture lontane nel tempo e nello spazio.
E chi meglio di Desmond Morris poteva raccogliere la sfida di raccontare una storia del linguaggio del corpo che fosse anche una delizia per la curiosità del lettore? Coniugando le sue due anime di etologo e di artista surrealista, l’autore ci guida in un singolare percorso attraverso le pose che per secoli − dalla statuaria romana fino alla cultura pop − hanno solleticato l’attenzione degli appassionati d’arte.
Simbolo della Chiesa cattolica e della Città Eterna, San Pietro è il luogo desiderato, immaginato e costruito dai Papi del Rinascimento, con l'aiuto dei più grandi artisti di tutti i tempi, come Bramante, Michelangelo, Raffaello, Maderno e Bernini. Con l'aiuto di disegni ricostruttivi, stampe, incisioni e grandi opere pittoriche, i più qualificati studiosi del tardo antico, del Medioevo e dell'età moderna, propongono uno straordinario affresco della vita della Basilica Petrina, voluta dall'Imperatore Costantino e costruita sulle ceneri di uno dei più antichi edifici di culto del primo cristianesimo, nel luogo del martirio e della sepoltura dell'Apostolo Pietro. Le spettacolari fotografie aeree dell'esterno e le riprese dell'interno mostrano poi l'aspetto attuale dell'edificio, con i monumenti barocchi dei Papi che ne hanno fatto la storia e l'enorme superficie mosaicata che lo decora, la più grande impresa musiva del mondo.
"Questo libro è un viaggio attraverso i secoli che intende fornire al lettore una serie di riflessioni su un vasto patrimonio comune, nato dalle ceneri del mondo antico e plasmato dalle nostre fortune come dai nostri conflitti." Da Giotto a Monet, passando per Raffaello, Michelangelo, Modigliani, Bernini, Van Eyck e molti altri. Tremila anni di storia e di storie sull'arte raccontati da un maestro della divulgazione con l'ausilio di un ricco apparato di immagini. Philippe Daverio conferma il suo estro interpretativo e la sua abilità narrativa dando vita a un grande racconto della nostra cultura. Dall'antica Grecia alla Pop art di Andy Warhol, il suo occhio critico ci accompagna in un affascinante percorso attraverso scultura, pittura e architettura in Italia e nel mondo alla riscoperta dei grandi maestri e dei loro segreti. Una vera e propria cavalcata d'autore a grandi tappe e ricca di aneddoti gustosi, confronti originali e sintesi illuminanti, nella grande storia della creatività dell'uomo.
Il rilevamento architettonico consente di individuare, analizzare e registrare l'origine di un edificio e le vicende che ne hanno contrassegnato la storia, dalla forma originale allo stato attuale. Dalla teoria della misura alla strumentazione per il rilevamento diretto, indiretto e fotogrammetrico, dai fondamenti teorici della materia alla normativa che la regola, dall'utilizzo delle tecnologie informatiche alle diverse varianti metodologiche applicate ai settori architettonico, urbano, archeologico e del restauro, il manuale offre un panorama della disciplina e dei suoi strumenti.
Che cosa c’entra Dio col cinema? Quale rivelazione viene offerta dallo sviluppo di un’arte che mette le immagini in movimento? Che rapporto esiste tra le categorie di patto narrativo e di alleanza biblica?
Questo volume riprende il filone di ricerca costituito dai film studies e delinea le analogie tra le liturgie religiose e il rito laico dell’andare al cinema, desiderando di vedere «cose mai viste». L’autore suggerisce inoltre una prospettiva narrativa per l’etica teologica e verifica la pertinenza dei miti dell’origine - per come essi sono rappresentati nei film - rispetto all’enigmatica presenza del male nel mondo e alle diverse soluzioni offerte alla sua giustificazione. Si documenta altresì il contributo che la riabilitazione del sensibile e dell’immaginario hanno prodotto in riferimento all’elaborazione di una specifica teologia del cinema.
Sommario
Premessa. Una teologia di. 1. Teologia sul cinema. Il rito e il patto. 2. La cura e il racconto. 3. Etica narrativa, in teologia. 4. Teologia narrativa e cinema. 5. Dio e il male. La teodicea nel cinema. 6. Teologia e immaginazione. 7. Il sensibile e l’estetica teologica. 8. Lo stile trascendentale, nel cinema. 9. Teodrammatica e cinedrammatica. 10. The End. L’aura del cinema. Filmografia. Indice biblico. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Paolo Cattorini è professore ordinario e docente di Bioetica clinica al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita e alla Scuola di Medicina dell’Università degli Studi dell’Insubria, Varese. Ha fatto parte del Comitato nazionale per la Bioetica e della Commissione nazionale per la lotta all’Aids. Tra i suoi libri: Bioetica e cinema. Racconti di malattia e dilemmi morali (Franco Angeli, 22006), L’occhio che uccide. Criminologi al cinema (Franco Angeli, 2006). Per EDB ha pubblicato: La morale dei sogni. Lo statuto etico della psicoanalisi (1999); I Salmi della follia. Disturbi mentali e preghiere di liberazione (2003); La morte offesa. Espropriazione del morire ed etica della resistenza al male (22006); Estetica nell’etica. La forma di un’esistenza degna (2010); La libertà del cervello. Neuroscienze, etica e cinema (2013); Frasi di famiglia. Il linguaggio della vita domestica (2015) e Mangiare solo pensieri. Etica dell'anoressia (2016).
Questo libretto contiene una parte teorica che affronta il tema delle benedizioni a partire da diversi punti di vista e tradizioni. Segue una serie di benedizioni per eventi cultuali, famigliari e personali; e infine una scelta di canti e inni della tradizione battista, metodista e valdese, contenuti in innari attualmente in uso o a disposizione delle chiese. Perché un libro sulle benedizioni? Perché viviamo in un tempo in cui si maledice facilmente chi non la pensa come noi, chi è diverso da noi - e invece la Scrittura ci ricorda che la fede è innanzi-tutto scoperta del volto di Dio vicino, solidale, amichevole... benedicente! A chi è rivolto un libro sulle benedizioni? A chi ha il cuore colmo di parole di lode e ne cerca an-cora sempre nuove; a chi ha il cuore colmo di parole di amarezza, ma non si rassegna e anzi vuole scoprirne di belle e gioiose; a chi sente che le parole di altri aiutano a dare forma alle nostre; a chi vuole fare un regalo a un amico o a un'amica che non è ancora cristiano o evangelico e ha bisogno dell'annuncio della salvezza.
Leonardo da Vinci non fu né “letterato” né “filosofo” professionale. Eppure, nonostante la sua vita errabonda, sempre alla ricerca di incarichi per dipingere, costruire macchine, proporre nuove invenzioni, ebbe la costanza di scrivere migliaia di pagine, rimaste quasi del tutto private. Oggi, a distanza di cinque secoli dalla sua morte (1519), il corpus dei suoi manoscritti ci appare come un immenso teatro, in cui molte nuove scienze furono progettate, ma nessuna portata a un livello accettabile di definizione. Ma è proprio in questa difficoltà a definire dei saperi particolari, che risiede il maggiore motivo di interesse per il pensiero di Leonardo: egli, scontrandosi con l’enciclopedia delle scienze che si trovava dinnanzi, aspirò a ripensare e riorganizzare tutto a partire da due punti di riferimento: la pittura, intesa essa stessa come una “filosofia”, e, a ciò legata, la natura, vista come un circuito di innumerevoli energie e “potenze”. La sua è quindi, per quanto frammentaria, una proposta schiettamente filosofica, da ricostruire alla luce della “filosofia naturale” del Rinascimento.
Tipicamente romano. Così si definiva, fieramente, Alberto Sordi. In scena portava di fatto l'italiano medio, ma a vincere era l'immagine del cittadino dell'Urbe. Innamorato della sua città, Sordi nel tempo è diventato simbolo della romanità. Un "mito" capitolino. Andando oltre la dimensione attoriale, ha incarnato l'anima della Città Eterna. A parte un soggiorno a Milano per frequentare l'Accademia dei filodrammatici, ha vissuto sempre a Roma. Ne è stato pure Sindaco onorario, per un giorno, il 15 giugno 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno. A 100 anni dalla nascita dell'attore, un percorso nella Roma vissuta, indagata, raccontata nei film dei quali è stato interprete e regista. Sotto i riflettori, i tanti cambiamenti del Paese nei decenni: la ricostruzione, l'emigrazione, il boom economico, i sogni. Tra pubblico e privato, lo studio dell'immagine che Sordi ha costruito di se stesso, personalizzando ogni ruolo interpretato, ma anche della vita personale, che ha tutelato per privacy e pudore, ricostruita attraverso "indizi" celati nei film. Un viaggio alla scoperta e riscoperta di Alberto Sordi, dalla nascita ai teatrini di varietà, dalla radio fino ai capolavori del cinema. Per guardare Roma con occhi "nuovi".