Il vino e l'olio sono prodotti che, in Friuli Venezia Giulia, possono a pieno diritto fregiarsi della qualifica di "storici", in quanto componenti di una "alimentazione della memoria" ancora presente nella gastronomia moderna, come testimoniato da documenti antichi e toponimi locali. La pubblicazione analizza il ruolo "storico" della viticoltura e olivicoltura friulane e dei paesi prospicienti il golfo di Trieste, e la qualità dei vini e degli olii oggi prodotti in quest'area
Il cibo occupa un posto importante nell'opera di Colette, nata Gabrielle Simonie, diventata madame Willy, poi baronessa di Juvenel des Ursins, e infine semplicemente Colette. Gli alimenti, il modo di cucinarli, il piacere provato nel gustarli sono una fonte d'ispirazione importante nella scrittura di questa donna gaudente e golosa, che ha saputo elevare la propria ghiottoneria trasformandola in una componente essenziale del suo genio creativo. Danzatrice, attrice di mimo, giornalista, oltre che scrittrice, Colette è una donna ambigua dalla personalità ricca e controversa, dotata di un'energia infaticabile, il cui merito lei attribuisce al cioccolato, consumato in grande quantità e considerato "un filtro che abolisce gli anni". Appassionata della natura e degli animali, lo è ancora di più della buona tavola e il suo potere verbale nel comunicare gli aromi e i piaceri del cibo, insieme a quello di risvegliare l'immaginario dei sensi del lettore, sono fuori del comune.
Finalmente un ricettario completo per scoprire e imparare tutti i segreti della cucina di un tempo, riassaporando gli indimenticabili piatti della nostra cucina tradizionale. Le ricette della nostra infanzia rivivono nelle pagine di questo manuale che offre al lettore la possibilità non solo di cimentarsi nella preparazione di piatti semplici, alla portata di tutti, ma di realizzare anche originali creazioni, sempre in sintonia con la nostra tradizione gastronomica: un ritorno alle origini per riscoprire una cucina casalinga capace di rievocare l'atmosfera magica e un po' nostalgica dei tempi passati.
Un'indagine sull'universo gastronomico di Andrea Camilleri, espresso attraverso il suo illustre personaggio: il commissario Montalbano, goloso e continuamente affetto da un "pititto" smisurato. Ne viene fuori un'antologia gustosa come una tavolata ben imbandita, con rievocazioni di alimenti e pietanze tratte dai suoi ricordi dell'infanzia in Sicilia. Il cibo diventa protagonista trasversale di tutte le storie, e acquista una valenza affettiva molto forte, sinonimo di materializzazione dell'amore materno. Da qui si deduce l'importanza che questa passione ha per il commissario, così prepotente da prevaricare anche la passione amorosa. Per lui, il cibo è l'oggetto del desiderio, più importante degli altri piaceri e deve essere conquistato a tutti i costi; ma i segreti delle gustose pietanze sono custoditi da altri, la "cammarera" Adelina, Calogero, Enzo. Le ricette sono svelate in queste gustose pagine da assaporare in silenzio e solitudine, con animo lieto e mente sgombra, una per volta, come quando Montalbano si siede a degustare i suoi piatti preferiti.
Questo libro non è un ricettario. È la "jam-session" di un dj che ha mixato cucina e musica in una fusion di odori, suoni e sapori. Siamo in pieno Mediterraneo, tra Salento, Provenza e Maghreb. Ciascuna delle 30 ricette accende un suo mondo di suggestioni, di cui sono ingredienti l'evocazione della terra di origine del piatto, i semplici cibi scelti con cura e uniti dall'alchimia sapiente della tradizione, i vini e le musiche che vengono abbinati alla preparazione e alla degustazione. Di tutte queste cose l'autore ci racconta le storie e ci descrive i personaggi, che siano grandi jazzisti o eccellenti vinificatori, intrecciandoli alle memorie e al mondo fantastico che ogni preparazione gli evoca.
Ghiotto, anzi, ingordo. Non si sapeva controllare Jules Verne di fronte alle delizie della tavola. Ed era altrettanto avido di conoscenza scientifica: lo interessava tutto ciò che poteva alimentare le trame dei suoi romanzi. Le sue avventure permettono di tracciare un atlante dei sapori del mondo, di spezie e intingoli che oggi non stupiscono più, perché scrittori come Verne ci hanno accompagnato a capire che il viaggio è conoscenza, anche del gusto.