Che succede nel mondo islamico? Regimi che sembravano solidissimi – a partire dalla Tunisia di Ben Ali e dall’Egitto di Mubarak – sono caduti in poche settimane. La guerra alla Libia di Gheddafi ha sconvolto la politica europea. In Siria, in Yemen, in Bahrain, in Palestina quelle che sembravano certezze sono state rimesse in discussione. La notizia della morte di Osama bin Laden ha indotto a ripensare l’intera questione del terrorismo. Restano nell’aria i rischi di ritorsioni dei terroristi, di campagne di «pulizia religiosa» contro le minoranze cristiane nei Paesi islamici, purtroppo già da tempo in corso, e di un esodo biblico d’immigrati verso le nostre coste. Massimo Introvigne ritorna sugli eventi che hanno sconvolto l’islam, rintracciandone le radici lontane in un sottosviluppo del Medio Oriente che ha anche cause culturali e religiose. In appendice, tre documenti essenziali: lo statuto dell’organizzazione palestinese Hamas, indispensabile per comprendere il fondamentalismo; le Epistole Ladenesi, lo scritto principale di Osama bin Laden; e l’ultimo audiomessaggio dello stesso bin Laden, diffuso dopo la sua morte dalla televisione araba Al Jazeera l’8 maggio 2011, per la prima volta in traduzione italiana.
Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, è fondatore e direttore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e membro del gruppo «Religioni» dell’Associazione Italiana di Sociologia. È autore di oltre sessanta volumi e di più di cento articoli in materia di religioni contemporanee, fondamentalismo e terrorismo di matrice religiosa. Collabora alle principali riviste accademiche che si occupano di terrorismo internazionale, e ha tenuto lezioni e coordinato corsi di formazione – fra gli altri – per il Critical Incidents Response Group dell’FBI e per esperti di sicurezza medio-orientali. Dal 2011 è Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza e discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni.
Papa Giovanni Paolo I affermò che gli angeli sono i grandi sconosciuti dei nostri tempi. Questo testo, scritto da uno dei massimi esperti di angelologia – don Marcello Stanzione –, vuole far luce sui tre principali arcangeli venerati dal cattolicesimo, di cui ci racconta la storia: Michele il Guerriero, Gabriele il Messaggero, Raffaele il Guaritore.
Michele è l’angelo militante per eccellenza, che combatte contro il Drago citato nell’Apocalisse e contro gli spiriti maligni nell’aria e i loro seguaci sulla terra.
Gabriele è scelto da Dio per annunciare alla Madonna il mistero dell’Incarnazione di Gesù. Legato ai messaggi messianici, la sua presenza indica la pienezza dei tempi. Raffaele, uno dei sette spiriti che stanno dinnanzi a Dio, è l’arcangelo medico, accompagnatore ed amico dell’uomo, che custodisce e protegge nelle necessità.
La storia si snoda a partire dalle fonti bibliche e dalla Tradizione, illustrata da artisti quali il Beato Angelico, il Ghirlandaio, Raffaello, il Perugino, Tiepolo per giungere alle apparizioni, alle feste dedicate e ai santuari che la pietà cristiana ha disseminato in tutta Europa, come Mont-Saint-Michel, Castel Sant’Angelo, Monte Sant’Angelo.
In una ricca Appendice sono raccolte devozioni, giaculatorie, litanie, novene e invocazioni rivolte dalla Chiesa nei secoli ai tre arcangeli.
Marcello Stanzione (Salerno, 1963), ordinato sacerdote nel 1990, teologo, ha fondato l’8 maggio 2002 l’Associazione Milizia di San Michele Arcangelo – www.miliziadisanmichelearcangelo.org – per la retta diffusione della devozione ai Santi Angeli. Ha creato un Centro di Angelologia, dotato di Biblioteca e Centro Documentazione, e il centro di spiritualità Oasi di San Michele. Ogni anno organizza e presiede il Meeting Nazionale di Angelologia. Noto conferenziere, spesso invitato a programmi televisivi e radiofonici, ha scritto oltre 50 libri sugli angeli e tematiche affini, tradotti in diverse lingue.
Con Grande Scisma d'Occidente s'intende la crisi dell'autorità papale che per quasi quarant'anni, dal 1378 al 1417, lacerò la Chiesa occidentale sulla scia dello scontro fra papi e antipapi. Un periodo segnato, oltre che dall'ambizione di quasi tutti i protagonisti, da rivalità dottrinali, da fazioni in lotta fra loro, da doppie elezioni e dall'incertezza - almeno in alcuni periodi - della legislazione canonica sulla elezione dei papi, ma, soprattutto, dalla dispotica e spesso armata ingerenza di basileus bizantini, di re francesi e inglesi, di imperatori tedeschi, di conti e duchi, di nobili e signorotti dell'Urbe e dintorni e infine, dal partito avignonese.
Esistono ancora il genere maschile e femminile? Oppure sono comprensioni obsolete del carattere sessuato dell’umanità, ormai superate e sostituite dalla riclassificazione in 5 o più «generi» legati all’orientamento sessuale? Quando parliamo di persona umana, ci riferiamo ad una realtà ontologicamente sessuata, descrivibile, oggettivabile, o ad un’identità astratta, a un soggetto astratto, indefinibile, connotato primariamente dalla direzione del suo orientamento sessuale, dal suo desiderio a prescindere dal biologico e, in virtù di questo essere desiderante, portatore di diritti? Evidenziando la trappola della falsa opposizione tra «natura-cultura» – sottolineando i rischi della frantumazione dell’essere umano, in cui per il determinismo psichico la persona coinciderebbe con il suo «sentire soggettivo», per il determinismo socio-culturale il soggetto sarebbe solo il risultato di una costruzione socio-culturale, e per il determinismo biologico l’uomo equivarrebbe ai suoi geni – il testo vuole rimettere a tema la imprescindibile, reale unitarietà ed inestricabile interdipendenza di tutti questi fattori nella formazione dell’identità sessuata di ogni uomo e di ogni donna, smascherando le irragionevoli pretese dell’indifferenza del binario maschile/femminile portate avanti dall’ideologia gender.
Chiara Atzori, medico ospedaliero specialista in infettivologia presso un ospedale milanese, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito HIV-AIDS. Membro di Scienza e Vita Milano e dell’Associazione Obiettivo Chaire, partecipa da anni alla rubrica « Il medico in diretta» a Radio Maria, con conversazioni di argomento infettivologico e bioetico. Ha pubblicato articoli su Studi Cattolici, il Timone, Avvenire.
L’ateismo di oggi non sembra aver molto in comune con quello, tragico, dei grandi pensatori atei dell’Ottocento (si pensi per tutti a Nietzsche) o dello stesso Novecento (si pensi per tutti a Camus), ben consapevoli che la « morte di Dio » avrebbe comportato una terribile rivoluzione – e per di più dagli esiti incerti e comunque inquietanti – nel modo di vivere e di pensare dell’umanità. Le forme dell’ateismo odierno sembrano invece poter essere ben rappresentate dal pensiero di personaggi quali Vito Mancuso, Corrado Augias o Piergiorgio Odifreddi, i quali ritengono, sia pure con accenti diversi, che in fondo rinunciare al Dio personale e creatore di tutte le cose – come instancabilmente proposto dalla Chiesa, costante destinataria dei loro corrosivi attacchi – sia necessario o per lo meno opportuno. Un ateismo, dunque, ingenuo e del tutto incapace di autofondarsi, a volte perfino patetico nel vano tentativo di costruirsi delle ragioni che invece gli sfuggono senza neppure che i suoi alfieri se ne rendano conto.
«Questo libro di Vincenzo Vitale è uno straordinario antidoto per chi sia rimasto confuso o rattristato, in questi anni, dalla polemica anticattolica più pregiudiziale e rancorosa. Ma la sua lettura delizierà in genere chiunque ami la “buona tavola” del sapere, della conoscenza autentica e profonda, oltre a quanti amano la Chiesa e la bellezza della fede cattolica. E soprattutto appassionerà chi ama la logica, la scintillante regalità della razionalità umana» (dalla Prefazione di Antonio Socci).
Vincenzo Vitale, allievo di Sergio Cotta e Francesco D’Agostino, studia Filosofia del diritto presso le Università di Catania, ove si laurea in Giurisprudenza, e di Roma. Vince il concorso in Magistratura ove presta servizio per diversi anni: oggi esercita la libera professione fra Catania e Milano. Ha al suo attivo oltre sessanta pubblicazioni su riviste giuridiche specializzate. Docente presso l’Università di Catania, la Cattolica di Milano e quella di Piacenza, ha redatto diverse voci per un Lessico di Teoria generale del diritto, di prossima pubblicazione. Attualmente, tiene un corso presso l’Università di Roma (Tor Vergata) per il Dottorato in «Storia del Diritto e Teoria del diritto europeo», dedicato al tema « Diritto e Letteratura ». Già vicecapo di gabinetto presso il Ministero di Grazia e Giustizia e componente della Commissione per la lotta contro le tossicodipendenze presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato per circa otto anni Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, sezione di Catania. Giornalista pubblicista, collabora con alcune delle principali testate nazionali ed ha al suo attivo oltre mille editoriali. Per Sellerio ha pubblicato In questa notte del tempo. Sposato con Angela Rita, medico chirurgo, ha due figli: Aldo, laureando in Giurisprudenza, e Paolo, laureando in Architettura.
Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).
Bruto Maria Bruti nasce a Pedaso, nelle Marche, il 29 luglio 1954 e nella stessa cittadina ha vissuto con la moglie Laura e I tre figli Carlo, Gabriele e Raffaele. Medico chirurgo, diplomato in terapia olistica, specialista in odontostomatologia e in psicoterapia cognitiva e comportamentale, insegnava Metafisica e psicologia e Psicopatologia dei comportamenti sessuali presso l’Università Europea di Roma. Militante di Alleanza Cattolica da oltre trent’anni, collaboratore di Cristianità, ha partecipato con entusiasmo fin dall’inizio alle attività dell’associazione Obiettivo-Chaire. È mancato il 6 maggio 2010, nell’ospedale di Ancona, pochi giorni dopo aver rivisto le ultime bozze di questo libro.
I santuari mariani non nascono per libera iniziativa dell'uomo, non sono cioè il frutto dell'inventiva del popolo, ma rappresentano anzitutto una risposta della devozione popolare a un primo passo che Dio stesso - tramite Maria - ha compiuto rivolgendo un invito, una chiamata, un messaggio a un certo popolo in un certo momento della storia.
Tra i moltissimi santuari mariani esistenti al mondo, ne vengono qui illustrati dodici, scelti tra quelli proposti dall'Autore a tutti gli ascoltatori di Radio Maria che, il primo sabato di ogni mese, seguono la trasmissione "Sulle tracce di Maria".
Attraverso la storia e la spiritualità dei santuari presentati, si snoda un cammino che il lettore è invitato a compiere in prima persona, per ripercorrere ancora oggi l'itinerario tracciato dalla Madonna nella storia.
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione è la magistrale esposizione in forma di tesi del pensiero cattolico contro-rivoluzionario del secolo XX. L’opera ruota attorno a un giudizio storico: fra altre, è esistita una civiltà cristiana occidentale, animata dalla Chiesa Cattolica, frutto dell’inculturazione della fede appunto in Occidente. Di tale Cristianità è in via di realizzazione il processo di distruzione, la Rivoluzione, una dinamica storica in quattro fasi: la prima religiosa, la Riforma protestante, preceduta e accompagnata da una rivoluzione culturale, rappresentata dall’Umanesimo e dal Rinascimento; la seconda politica, la Rivoluzione Francese; la terza sociale, la Rivoluzione comunista; e, infine, la quarta, la Rivoluzione Culturale, iniziata con il Sessantotto francese. Alla descrizione essenziale del processo rivoluzionario l’Autore, Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), fa seguire l’esposizione di quello contro-rivoluzionario, capace di opporvisi, inteso a una radicale inversione di rotta, a una sostanziale rifondazione. Profondità di pensiero, semplicità di esposizione ed efficacia dei metodi suggeriti fanno di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione un indispensabile catechismo e un manuale per quanti intendono operare anzitutto «pro libertate», quindi «et exaltatione Sanctae Matris Ecclesiae», nella prospettiva non solo di una restaurazione ma, insieme e soprattutto, della promozione, dell’instaurazione di una cultura cattolica e, dunque, di una Cristianità Nuova. A incremento della sua comprensione e della sua fruibilità il testo è ampiamente integrato con appendici costituite da documenti dell’Autore – a stampa, inediti e trascritti da registrazioni – precedenti e seguenti la sua pubblicazione mezzo secolo fa, nel 1959; da tutte le introduzioni da lui stesso scritte per le diverse edizioni straniere, ricche di suggerimenti, diretti e indiretti, alla sua inculturazione in diversi contesti; e, a qualificazione dell’intentio profonda dell’Autore e dei suoi tour d’ésprit e animus, dall’Autoritratto filosofico e dal Testamento. Vengono infine proposte testimonianze della ricezione: le presentazioni dell’opera nelle diverse edizioni e un’antologia della critica.
Plinio Corrêa de Oliveira, pensatore, conferenziere, giornalista e uomo d’azione brasiliano, è autore di studi di carattere sociologico e storico, sempre sollecitati da situazioni della vita della Chiesa e del mondo cattolico. Nel 1960 fonda la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, la TFP brasiliana, quindi associazioni simili, ispirate al suo pensiero, nascono in tutti i continenti. I suoi scritti, sia volumi che articoli – fra le sue opere vanno ricordate almeno la prima, Em Defesa da Ação Católica, del 1943, e l’ultima, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato e alla Nobiltà romana, del 1993 –, sono stati tradotti nelle più diverse lingue, compreso il vietnamita e il giapponese, talora raggiungendo
tirature da best seller. Muore il 3 ottobre 1995. Sulla sua tomba dispone sia scritta un’unica epigrafe: «Plinio Corrêa de Oliveira, vir totus catholicus et apostolicus, plene romanus», «Plinio Corrêa de Oliveira, uomo totalmente cattolico e apostolico, integralmente romano ».
Le istituzioni e i governi europei hanno in corso un complesso negoziato per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Molti dubbi e perplessità sono stati sollevati negli ultimi anni su questa trattativa. I fautori dell’adesione sostengono che la Turchia sarebbe un alleato naturale dell’Occidente contro il fondamentalismo islamico. Ma la Turchia di oggi non è più quella secolarista di Kemal Atatürk. Le elezioni del 2002 hanno visto la vittoria, confermata nel 2004, del «partito del velo» del premier Recep Tayyip Erdogan e del presidente Abdullah Gül, che provengono dalle file degli islamisti radicali. D’altra parte, il Trattato di Lisbona attribuisce agli Stati europei dell’Unione un peso politico proporzionale a quello demografico. La Turchia, che si avvia a raggiungere gli 85 milioni di abitanti, sarebbe il Paese più popolato e quello che avrebbe il maggior numero di rappresentanti nel Parlamento europeo. Mentre l’Europa rinuncia alle sue radici cristiane, la Turchia presenta un’identità politico-religiosa estremamente forte e la sua richiesta di ingresso nella UE non è stata avanzata per rinunziare a tale identità, ma per imporla. Con o senza Erdogan, la Turchia si affermerebbe come il Paese leader del mondo islamico all’interno delle istituzioni europee, dove giocherebbe un ruolo da protagonista. L’eventuale ingresso della Turchia in Europa costituirebbe un beneficio o un’irreparabile catastrofe per il nostro continente? Questo volume solleva il problema e lancia l’allarme. La Turchia è un grande Paese, situato in un’area strategica del pianeta. La sua posizione geopolitica, il suo peso demografico, il suo potenziale economico, e anche la bellezza del suo territorio e l’ospitalità dei suoi abitanti, ne fanno un possibile «partner» e certamente non un «nemico» dell’Europa. Il rapporto di partnership è tuttavia diverso dall’inserimento a pieno titolo nelle istituzioni pubbliche europee. Il problema che vogliamo sollevare nel presente studio è questo: un’eventuale entrata della Turchia nell’Unione Europea – vista dal primo ministro turco Erdogan come «un incontro di civiltà» – costituirebbe un beneficio o una catastrofe per il nostro continente? Si tratta di una questione che vogliamo esaminare in maniera approfondita e senza pregiudizi perché tocca direttamente il nostro avvenire e quello dei nostri figli.
ROBERTO De MATTEI insegna Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, dove presiede il Corso di Laurea in Scienze storiche. È presidente della Fondazione Lepanto e direttore della rivista «Radici cristiane». Tra le sue più recenti pubblicazioni ricordiamo: Pio IX (2000, tradotto in portoghese e inglese); La sovranità necessaria (2001, tradotto in francese e in portoghese); Guerra santa. Guerra giusta (2002, tradotto in inglese e portoghese); La Biblioteca delle Amicizie (2005); De Europa. Tra radici cristiane e sogni postmoderni (2006); Finis Vitae, a sua cura (ed. inglese 2006; ed. italiana 2007); La dittatura del relativismo (2007, tradotto in croato, polacco e portoghese).
Le profezie sui Tempi Ultimi ci attraggono con il loro fascino irresistibile e a volte inquietante. Apocalissi. La fine dei tempi nelle religioni è un viaggio inedito, e unico nel suo genere, alla scoperta di questo filone mitico presente in tutte le religioni: in un percorso universale che va dalle fedi monoteistiche alle tradizioni orientali, dall’Ameri precolombiana all’Europa precristiana, interrogando la Bibbia e il Corano, il Vishnu Purana indù e il Popol Vuh maya, nell’ottica scientifica ma affascinante della moderna storia delle religioni. Un viaggio nel futuro dell’umanità così come immaginato, con impressionanti analogie nelle sue tappe fondamentali, dal pensiero religioso d’ogni tempo e luogo: dalla decadenza spirituale dell’uomo all’allontanamento dal divino, dalla corruzione della società agli sconvolgimenti naturali, dal regno oscuro e grottesco dell’uomo-che-si-fa-dio alla vittoria finale della luce.
Mario Polia, antropologo, archeologo, storico delle religioni. Docente di Antropologia Culturale nella Pontificia Università Gregoriana. Direttore del Museo Demoantropologico di Leonessa. Direttore dell’Istituto di Studi Piceni, Ascoli. Etnografo, in Perù, dal 1971.
Gianluca Marletta, nato a Roma nel 1971, è laureato in Storia Medievale presso l’università di RomaTre e in Scienze Religiose alla Pontificia Universitas Lateranensis. Insegnante di Religione, conferenziere e articolista, ha pubblicato vari saggi su tematiche storico-religiose e antropologiche.
Si può affermare che la psicologia, scienza ancora "giovane", non si è fatta mancare una caratteristica che appartiene a tutto ciò che è giovane. Vogliamo riferirci ad una psicologia del XX secolo in cui si è riscontrata una potente spinta a sperimentare un’ampia varietà di metodi nati nell’esercizio di punti di vista molto diversi tra loro. Risultati ci sono stati, ma l’inizio di questo secolo è sembrato il momento giusto per una riflessione meno tumultuosa e dal maggiore rigore cruciale per la vita umana di oggi e di domani.
È proprio da tale intenzione e missione che si è sviluppato il patrimonio presentato in Nuove procedure di psicodiagnosi e psicoterapia cognitiva, ove per la prima volta vengono descritti metodi per estrarre dalla esperienza quotidiana delle potologie psichiche e disagi più comuni quella preziosa essenza capace di orientare il rinnovamento e la realizzazione personale.
Quest’opera completa la presentazione degli elementi dottrinali e tecnico-operativi di una psicologia clinica che va acquisendo i caratteri di una psicologia del fondamento causale già introdotta dai due volumi precedenti dello stesso autore: La nuova psicoterapia cognitiva e Psicoterapia cognitiva e profondità causale, entrambi editi dalla Sugarco Edizioni.
Antonino Tamburello, medico psichiatra e psicologo romano nato nel 1946, è fondatore e direttore dal 1973 dell’Istituto Skinner di Roma – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, responsabile di simposi dedicati nei principali Congressi Internazionali, dal 2005 è coordinatore del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università Europea di Roma. È docente di Psichiatria e Psicologia Clinica presso questa stessa Università.