A quarant'anni dall'istituzione del Servizio Sanitario e oltre venti dalla nascita delle aziende sanitarie, il libro propone una riflessione originale sul ruolo del management in sanità. Con uno stile narrativo ma al tempo stesso rigoroso nell'utilizzo delle fonti documentali e di ricerca, l'Autore ci accompagna in un viaggio all'interno del SSN e della sua evoluzione in questi decenni. Lo scopo è duplice. Da un lato comprendere, a posteriori, potenzialità e limiti della riforma introdotta dal D.Lgs. 502/92, analizzando il clima di entusiasmo e di aspettativa che ha caratterizzato i primi passi delle aziende sanitarie nella seconda metà degli anni '90 e approfondendo poi le ragioni di una progressiva disattenzione nei confronti della figura del Direttore Generale e delle aziende stesse, in anni difficili caratterizzati da spinte neocentraliste e Piani di Rientro. Dall'altro, Angelo Tanese ci invita a guardare avanti senza anacronistiche fascinazioni per modelli del passato, tenendo conto dell'evoluzione in atto dei sistemi sanitari regionali e delineando una nuova mission per le aziende sanitarie come produttrici di welfare locale e un nuovo ruolo per il management in sanità. Siamo all'inizio di una terza fase dell'aziendalizzazione, in cui garantire sostenibilità e innovazione nel Servizio Sanitario richiede una classe dirigente in grado di assumere decisioni in contesti ad alta complessità e costruire relazioni di fiducia per guidare e realizzare cambiamenti. Un testo che coniuga la riflessione teorica con l'esperienza e che propone un ragionamento e nuove sfide per un Servizio Sanitario pubblico e di qualità.
Lo scenario delle attività promozionali sta vivendo una rivoluzione. Sono nati nuovi strumenti, come coupon elettronici e programmi fedeltà digitali, e nuovi attori che collegano direttamente i brand al cliente finale: si tratta di siti di group buying, piattaforme di cashback, sfogliatori di volantini digitali, subscription services e branded currencies. Le innovazioni introdotte in quattro settori digitali – quelli delle app, del couponing, dei pagamenti e del gaming – vengono combinate tra loro in programmi promozionali personalizzati dove non è più chiaro il confine tra creazione di traffico e di fedeltà, che in passato connotava il mondo delle promozioni. I consumatori mostrano di accogliere con favore e naturalezza la nuova «promozione 2.0» e i suoi nuovi protagonisti. Questo libro mette a disposizione del lettore – manager, accademico, studente – le più recenti ricerche dell’Osservatorio Fedeltà sui temi della fidelizzazione e della convergenza tra le diverse forme di promozione delle vendite. Propone al lettore una riflessione importante sulle opportunità offerte dalle nuove strategie promozionali e soprattutto sulle ricadute competitive di uno scenario in cui disintermediazione e reintermediazione cambiano il numero e la tipologia dei soggetti che riescono a raggiungere il consumatore nel momento più prossimo all’acquisto.
Il tema dell’Age diversity assume oggi rilevanza primaria all’interno del dibattito più ampio relativo al Diversity Management, vale a dire all’interno delle politiche aziendali volte a gestire e valorizzare le diversità dei lavoratori. A rendere ancora più urgente il tema, oltre alla consapevolezza che è in atto un processo di invecchiamento della forza lavoro (come conseguenza diretta dell’invecchiamento della popolazione mondiale) è il nuovo e recente indirizzo normativo che ha sancito il prolungamento dell’età lavorativa, al di là di ogni aspettativa. Ma i dati presentati nel libro dimostrano che esiste solo una coorte di età in cui le aziende investono sugli individui: mediamente, solo se il lavoratore ha un’età compresa tra i 30 e i 45 anni le imprese mettono in atto politiche gestionali per ascoltare il talento, per farlo crescere e acquisire competenze. Chi lavora e ha meno di 30 o più di 45 anni sembra pagare un prezzo dal momento che lo sviluppo e la carriera nelle organizzazioni moderne sono fortemente influenzati da pregiudizi nei confronti dell’età. La sostenibilità delle aziende nell’immediato futuro sarà determinata da un nuovo modello in grado di trovare un punto di equilibrio tra la capacità di motivare e ingaggiare la forza lavoro più senior e la capacità di mantenere attivo il mercato delle assunzioni e i processi di sviluppo verso i target più giovani. E la revisione degli attuali meccanismi di gestione delle persone, tra cui il modello di carriera, è uno step fondamentale.