Le straordinarie scoperte fatte negli ultimi decenni a Roma, nelle città latine e nelle necropoli etrusche hanno riproposto il tema fondamentale del rapporto tra l'effettiva vicenda storica documentata dall'archeologia, purtroppo sempre parziale e soprattutto anonima, e la tradizione letteraria relativa alle origini, riferita a un periodo compreso tra protostoria e storia, vale a dire fra età del Bronzo e del Ferro, tramandato dagli autori antichi avvolto in un'aura mitica. Tali scoperte hanno avviato un vivace dibattito, in realtà mai sopito da quando è nata la moderna archeologia, tra chi intende conservare il più possibile della tradizione letteraria nell'interpretazione dei fatti archeologici e chi invece ritiene quella tradizione troppo condizionata da ipotesi di natura mitologica. Questo libro intende dare un contributo al dibattito attraverso una raccolta coerente di saggi. Per ricostruire la società romana arcaica e la sua vita quotidiana, il solo insieme di dati certi ci viene offerto dal carattere incredibilmente conservativo della stessa cultura romana e di quella etrusca, quest'ultima tuttora immersa in un mistero che ne alimenta il fascino. L'ansia di ricercare la continuità fra le diverse epoche del passato è un'esigenza che dovrebbe informare non la ricostruzione di una realtà virtuale e priva di sostanza storica, ma l'ancoraggio del passato più remoto del mondo italico a tradizioni e categorie socio-religiose ancora vive nell'arcaismo latino.
Questo volume, attraverso le fonti greche e latine, utilizzando la documentazione archeologica, fa il punto delle conoscenze relative all'ethnos ligure, che dal IX al III secolo a.C ha occupato e abitato quella che poi Augusto chiamerà la IX Regio. Da un giudizio spesso negativo lasciato dagli antichi, che osservavano soprattutto l'asprezza dei luoghi, la mancanza di ricchezze agricole e la difficoltà di sostentamento per gli abitanti, le recenti ricerche archeologiche mostrano un quadro molto più complesso della realtà ligure, al cui interno si muovono gruppi culturali differenti: etruschi e greci, ma anche fenici e le varie popolazioni settentrionali, fino alla conquista di Roma, che, però, non riuscirà facilmente ad acculturare queste genti: i liguri "rudi et aspres" manterranno infatti i loro usi e costumi. La prima parte del volume traccia un quadro generale (leggende; paesaggio, ambiente e risorse; religione), la seconda parte esamina gli abitati e le necropoli. Nella prima età del Ferro (IX-VII secolo a.C.) si verifica la progressiva definizione culturale dei liguri; nella media età del Ferro (VI-V secolo a.C.) la realtà genovese prospetta uno spaccato chiaro e definito della società ligure con il suo fitto intreccio di rapporti; nella tarda età del Ferro (IV-metà del III secolo a.C.) si affaccia in Liguria il potere economico di Roma, tanto che nei corredi tombali di Ameglia è evidente la presenza di una fitta rete commerciale ormai gestita quasi esclusivamente dai romani.
La terracotta era nell'antichità il materiale più diffuso per la realizzazione di vasi e recipienti. Accanto ai vasi di ceramica d'uso, grezzi e non decorati, esisteva una ceramica fine che i vasai decoravano con ornamenti di rara profondità e complessità espressiva. A partire dal Mille a.C. le officine ceramiche greche produssero vasi di terracotta la cui forma e decorazione variò nel tempo. Questo volume ricostruisce il percorso evolutivo dell'arte greca e recepisce gl studi condotti sull'iconologia e sul significato rituale, pratico o simbolico di questa attività preziosa per comprendere non soltanto la cultura e la società greche, ma anche per ricostruirne gli aspetti della vita quotidiana.
Il volume offre una sintesi di tutto ciò che attiene allo spettacolo nelle varie forme presenti in Magna Grecia e in Sicilia nel periodo che va dall'età arcaica agli anni della conquista romana. In esso sono raccolte fonti letterarie ed epigrafiche, produzioni artigianali e architetture, comprese tra il VII e il I secolo a.C., concernenti quella che fu senza dubbio una delle espressioni più alte della cultura antica occidentale.
Nell'antica Grecia, i cosiddetti "riti" di passaggio celebravano appunto il passaggio di un individuo da un gruppo sociale a un altro. Questo volume si occupa del rito legato ad Artemide Brauronia, in quanto nell'Artemison di Brauron, in Attica, si svolgeva il cerimoniale delle "giovani orse", durante il quale le fanciulle mimavano le movenze di un'orsa per celebrare il passaggio dallo stato di ferinità/verginità, presieduto da Artemide, a quello dell'amore/matrimonio, presieduto da Afrodite. Attraverso un'analisi accurata che esplora il mito, la letteratura e soprattutto i complessi costumi sociali della Grecia classica, l'autore apre lo scrigno di uno dei più misteriosi, ma affascinanti, riti di passaggio di cui sia giunta notizia.
"Architetto che ha fatto una lunga esperienza di archeologo e che ama in maniera profonda il costruire degli antichi, Adam ha anche grandissime doti di intelligente divulgatore, come attesta, oltre a questo libro, anche un delicato documentario di analogo soggetto da lui girato in Italia pochi anni orsono. Per Adam la tecnica costruttiva antica nasce direi quasi dalle cose, in sequenze apparentemente "semplici": in realtà questa "semplicità" è soprattutto merito dell'autore, che sa proporre la materia, non sempre agevole e di facile ricostruzione, con un garbo tutto suo e con una capacità straordinaria di mettere in risalto i nodi strutturali dei problemi che solo un architetto può avere." (Mario Torelli)
Philip Barker ha legato il suo nome di archeologo sul campo a due grandi imprese di scavo: l'esplorazione sistematica della città romana a Wroxeter e quella del sito medievale di Hen Domen. Questi scavi estensivi, di lunga durata, sono il laboratorio nel quale ha continuato ad affinare il metodo dell'archeologia da campo in un contatto diretto con il terreno, al riparo dal tecnicismo e da ogni sorta di impostazione dottrinaria, secondo la miglior tradizione dell'empirismo anglosassone. Un impegno costante, al quale si è sempre unito quello di trasmettere le proprie conoscenze teoriche e pratiche agli archeologi di professione (in particolare giovani) e agli amatori, indicando l'approccio più adatto ai diversi livelli di un'equipe di scavo. Così Hen Domen si è trasformato in una scuola dove si apprende sistematicamente l'intero ciclo dell'attività sul terreno, dallo scavo stratigrafico al rilevamento e alla schedatura dei materiali. Mentre Wroxeter è diventato il referente obbligato per chi voglia organizzare lo scavo estensivo di un contesto urbano, riducendo entro limiti trascurabili lo spreco di forze. Il libro è il condensato di questa lunga e concreta esperienza: esso guida per mano - con la stessa puntigliosità del suo autore nel cantiere - chi si accosta all'archeologia da campo, accompagnandolo attraverso tutte le fasi dello scavo e della documentazione.