Le straordinarie scoperte fatte negli ultimi decenni a Roma, nelle città latine e nelle necropoli etrusche hanno riproposto il tema fondamentale del rapporto tra l'effettiva vicenda storica documentata dall'archeologia, purtroppo sempre parziale e soprattutto anonima, e la tradizione letteraria relativa alle origini, riferita a un periodo compreso tra protostoria e storia, vale a dire fra età del Bronzo e del Ferro, tramandato dagli autori antichi avvolto in un'aura mitica. Tali scoperte hanno avviato un vivace dibattito, in realtà mai sopito da quando è nata la moderna archeologia, tra chi intende conservare il più possibile della tradizione letteraria nell'interpretazione dei fatti archeologici e chi invece ritiene quella tradizione troppo condizionata da ipotesi di natura mitologica. Questo libro intende dare un contributo al dibattito attraverso una raccolta coerente di saggi. Per ricostruire la società romana arcaica e la sua vita quotidiana, il solo insieme di dati certi ci viene offerto dal carattere incredibilmente conservativo della stessa cultura romana e di quella etrusca, quest'ultima tuttora immersa in un mistero che ne alimenta il fascino. L'ansia di ricercare la continuità fra le diverse epoche del passato è un'esigenza che dovrebbe informare non la ricostruzione di una realtà virtuale e priva di sostanza storica, ma l'ancoraggio del passato più remoto del mondo italico a tradizioni e categorie socio-religiose ancora vive nell'arcaismo latino.
Le città e le produzioni della Magna Grecia e della Sicilia durante la colonizzazione greca: una 'cultura delle colonie' fatta di pratiche, consuetudini e simboli che combinano insieme saperi, tecniche e modelli culturali originati nella madrepatria.
Il volume affronta il tema, centrale nella vicenda coloniale dell'Antica Grecia, dell'insieme di forme ideali dominanti nel mondo greco attinenti alla sfera della religione, dei culti e delle pratiche della devozione, che i coloni hanno recato con sé dalla madrepatria e hanno via via sottoposto a una serie di modificazioni successive. Ma esamina anche come nelle nuove sedi queste forme religiose si siano articolate secondo specifici rituali, informando edifici, monumenti, immagini e materiali artigianali.
Mario Torelli, fra i maggiori archeologi italiani, si confronta dunque non con uno, ma con due 'discorsi sull'antico' fondati su religione e artigianato. Sulla base di una ricchissima documentazione, studia il vasto materiale che la ricerca sul campo ha raccolto in due secoli di scavi. Attraverso quelle produzioni artigianali e architettoniche, destinate di volta in volta ad accogliere e contenere le manifestazioni di radicata ideologia religiosa, può ricostruire alcuni comportamenti sociali come il simposio o cerimonialità di rituali come il matrimonio, le dediche votive o le tradizioni patrie di religiosità domestica o funeraria.
Quella degli etruschi è una civiltà antica che più di altre ha sempre esercitato un particolare fascino per tutti coloro che le si sono avvicinati. Le mostre sono lo strumento più efficace per informare e documentare le rievocazoni delle civiltà del passato. Protagonisti dell'esposizione sono i grandi centri costieri del Lazio settentrionale che ebbero un ruolo di primo piano non solo nella storia dell'Italia antica, ma dell'intero Mediterraneo in epoca preromana. Il libro contiene le testimonianze dell'architettura del tempio di Apollo di Veio, come anche gli esempi dell'architettura funeraria di Cerveteri o gli affreschi delle celebri tombe dipinte di Tarquinia o ancora le sculture di Vulci.
Una monografia che descrive a parole e in immagini, e interpreta originalmente, il capolavoro arcaico del pittore attico Kleitias (primo quarto del VI secolo a.C.), il cratere a figure nere di dimensioni eccezionali conosciuto con il nome di vaso François, rinvenuto a Chiusi e conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Partendo dalle ricerche dell'antropologia del mondo antico avviate dalla grande scuola francese di Jean-Pierre Vernant, Mario Torelli individua un chiaro programma figurativo nelle pitture del cratere, che lega i miti del ciclo di Achille e di Teseo a formare un paradigma esemplare del ciclo di vita aristocratico.
Con l'ausilio di un ricchissimo apparato iconografico e sulla base delle più recenti ricerche archeologiche in Italia e all'estero, questo volume ricostruisce il lungo processo di formazione urbana e di organizzazione del territorio dai primi insediamenti preromani alle grandi realizzazioni di Roma imperiale. Questa nuova edizione, profondamente rivisitata, conserva l'organizzazione della materia in due parti: nella prima Mario Torelli ripercorre le esperienze urbanistiche dell'Italia antica, in particolare nell'Etruria e nel Lazio, lo sviluppo urbano di Roma, regia e repubblicana, gli interventi nelle colonie romane. Nella seconda, Pierre Gros ricostruisce l'urbanistica di Roma, dell'Italia e delle province in età imperiale. La chiave interpretativa del volume è nella lettura della genesi, della forma e della qualità urbana come strettamente connesse all'evoluzione delle strutture economico-sociali.
Un profilo di storia e civiltà etrusche, dai secoli bui della protostoria all'età romana. Partendo dal discusso problema delle "origini", Torelli racconta la formazione e le vicende dell'assetto sociale e politico, l'evoluzione del sistema economico e dei rapporti commerciali e infine il progressivo tramonto della potenza e della cultura etrusche, di fronte all'affermarsi della leaderschip romana sulla penisola. In un quadro così storicamente articolato l'arte, la letteratura, la religione, i costumi e tutto ciò che ancora ci affascina di quell'antico popolo acquistano un risalto particolare, grazie anche alle numerose illustrazioni.