L'impegno di Carlo Maria Martini, gesuita, biblista, arcivescovo di Milano ha abbracciato molti temi, interessando realtà diverse. Il libro si concentra soprattutto su due aspetti del suo operato di professore e di pastore: la Scrittura e Gerusalemme. Lo fa - come già era accaduto nel Convegno, celebrato alla Facoltà di Teologia di Lugano, da cui sono tratti i testi qui presentati - con il contributo di teologi, storici, biblisti, persone che in vario modo hanno collaborato o interagito con le molte attività del cardinal Martini. Il risultato è non solo la celebrazione di una figura che ha lasciato il segno nella Chiesa e nella società, ma soprattutto la ripresa di un'eredità spirituale assolutamente viva e valida che rappresenta un patrimonio di inestimabile valore ancora da esplorare a fondo.
La Chiesa è il popolo della Nuova Alleanza che perfeziona l'Antico Israele secondo la carne ed è foriero di salvezza per tutte le genti (cfr. LG, 9). Su queste basi bibliche fondarono la loro riflessione sulla Chiesa i Padri. Da qui lo studio in oggetto prende l'avvio e mostra lo stretto legame dell'indagine patristica con il dato biblico. Le immagini che i Padri usano per descrivere e presentare la Chiesa, la sua natura e la sua missione sembrano modellate su quelle bibliche, che, integrate con la riflessione teologica, danno corpo, Padre dopo Padre, secolo dopo secolo, a un'ecclesiologia sicura, ulteriormente arricchita nei secoli successivi dall'apporto dei grandi teologi medievali e contemporanei, dal magistero ordinario e straordinario e dalle angolature ecclesiologiche sia della Commissione Teologica Internazionale che dal Catechismo della Chiesa Cattolica e del Nuovo Codice di diritto canonico.
II volume è frutto di circa un decennio di ricerche e di lavoro, e vuole aiutare a riscoprire l'importanza della figura di san Giuseppe come primo collaboratore, dopo Maria, nel mistero dell'Incarnazione di Gesù Cristo, nonché la rilevanza del suo esempio per il padre di famiglia. Attraverso una panoramica completa dei vari aspetti della teologia su san Giuseppe, che dimostrano come egli sia stato oggetto fin dai tempi remoti di studio e venerazione, il tema viene elaborato attraverso il percorso storico, compiuto dalla teologia iosefina. In questo percorso, viene utilizzato soprattutto l'abbondante contributo del magistero pontificio. Per questo, il presente studio ha la prerogativa di recensire tutti i documenti del magistero iosefino dei Pontefici da Pio IX all'attuale Papa Francesco (fino a1 2016), ponendoli in relazione con i loro insegnamenti sul matrimonio e sulla famiglia. Vengono inoltre messi in evidenza quei passaggi nei quali l'insegnamento dei Papi ha fatto risaltare l'importanza e l'imprescindibile necessità del ruolo del padre nella dialettica delle relazioni familiari • all'interno della società stessa, oggi spesso assente o ritenuto una figura marginale. La persona di san Giuseppe, riproposta nella sua fondamentale e unica missione di sposo di Maria • padre terreno di Gesù, può aiutare senz'altro a colmare questa lacuna e offrire un notevole contributo a riscoprire, nonché a ritrovare l'identità autentica e il ruolo precipuo del padre di famiglia nella società di oggi. Un'esauriente biografia per ciascun Pontefice permette di conoscerne meglio la personalità e di collocarla in un preciso ambito storico - da cui talvolta sono direttamente dipesi l'interesse e gli interventi del magistero legati alla figura di san Giuseppe -, nonché di scoprire taluni aspetti della devozione personale dei Papi nei suoi confronti.
Don Luigi Giussani, tra le personalità più significative del cattolicesimo italiano (e non solo) del Novecento, è perlopiù noto per il suo genio educativo e per le realtà ecclesiali nate dal suo carisma. È stato però anche un teologo colto e originale, autore di numerosi testi che devono essere ancora scandagliati e studiati a fondo. Il suo pensiero non nasce da una riflessione astratta, ma dall'incontro vivo con i suoi studenti, cui desidera riproporre sempre di nuovo il cristianesimo nel suo fascino e nella sua profonda ragionevolezza, e trae linfa dal confronto con molte importanti figure del mondo teologico: de Lubac e von Balthasar, Guardini e Ratzinger, Niebuhr e Newman, solo per citarne alcune. Una qualificante apertura "ecumenica" spinge poi Giussani a valorizzare esperienze umane, religiose, intellettuali e artistiche di ogni tipo. La Facoltà di Teologia di Lugano, ricordando che il suo fondatore, mons. Eugenio Corecco, di don Giussani è stato discepolo, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione, ha organizzato un convegno scientifico, il primo a livello internazionale tenuto in Europa, sul pensiero teologico del sacerdote ambrosiano. Il presente volume contiene i contributi di Stefano Alberto, Maria Bocci, Massimo Borghesi, Francesco Braschi, Edoardo Bressan, Aleksandr Filonenko, Onorato Grassi, André-Marie Jerumanis, Sobhy Makhoul, Giulio Maspero, Paola Mazzola, John Milbank, Antonietta Moretti, René Roux, Alberto Savorana, Jacques Servais (cui si aggiungono brevi saggi di Romeo Astorri, Michael Konrad, Marco Lamanna, Ezio Prato e Monica Scholz-Zappa), nonché la lectio magistralis del Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Juliàn Carrón.
Il contenuto del principio del "Bonum coniugum" fa parte delle più importanti questioni ermeneutiche che richiedono un'analisi approfondita. La scelta del tema da parte dell'autore costituisce un esempio di come affrontare tale sfida. Il contesto diretto di questa elaborazione è costituito dalle allocuzioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI al mondo della canonistica, nelle quali esortano a tradurre in modo adeguato le idee personalistiche del matrimonio del Concilio Vaticano II nella pratica delle leggi applicate. Questo studio presenta un valore cognitivo come pure applicativo. Per quanto riguarda la parte cognitiva, l'autore arriva all'identificazione dell'elemento "ad validitatem", oggetto del nostro interesse, nella giurisprudenza della Rota Romana - a proposito delle norme codiciali riguardanti l'incapacità consensuale (can. 1095, nn. 2-3 CIC) e la simulazione del consenso matrimoniale (can. 1101, 2 CIC). In modo particolare viene esaminata la prassi del tribunale apostolico di affiancare il nuovo elemento essenziale ai tre beni indicati da sant'Agostino. La parte centrale della ricerca si conclude con un'elencazione dei diversi approcci all'"elementum boni coniugum" nella giurisprudenza. Il valore applicativo della presente monografia consiste nell'accento posto sulla necessità dell'unità ermeneutica nella giurisprudenza ecclesiastica, specialmente attraverso la correzione dell'uso non corretto delle norme sopra citate nelle sentenze dei tribunali di gradi inferiori.
La chiesa di Palestina e di Gerusalemme – il luogo, poi chiamato «terra santa», in cui Cristo patì, morì e risorse –, come pure la chiesa di Antiochia – dove per la prima volta si parlò di «cristiani» –, sono le regioni originarie della fede ecclesiale in Gesù il Cristo. Dalla comunità gerosolimitana la predicazione cristiana si propagò nella «mezzaluna fertile» e per vie disparate raggiunse le regioni della Mesopotamia, della Persia e del Caucaso.
Nel periodo che separa il concilio di Calcedonia e la fine del VI secolo, prima dell’esplosione islamica, in quelle regioni si formarono chiese con gerarchie autonome, ed è questo il tempo in cui fattori di natura gerarchica iniziano a entrare nel panorama delle chiese locali, creando quell’immagine nebulosa che ancor oggi caratterizza il cristianesimo nel Medio Oriente.
Questo nuovo tomo della grande cristologia del card. Alois Grillmeier – dovuto alle cure di Theresia Hainthaler – mira a inquadrare gli sviluppi della dottrina cristologica in un’area variegata e complessa che si distinse per i grandi centri di studio e le figure di pensatori eminenti. Come nei tomi già pubblicati, ricchissimi indici – lessicali, onomastici e analitici – facilitano un uso altamente proficuo di un’opera senza precedenti.
L'autore affronta la questione del ruolo ecclesiologico dello spirito santo: la sua presenza e missione nella Chiesa. Partendo da alcuni spunti biblici, percorre le grandi tappe della storia della teologia fino ad arrivare al Concilio vaticano II e al magistero postconciliare, cercando di individuare lo sviluppo della coscienza del ruolo ecclesiale dello spirito santo a partire dalla tradizionale espressione "anima della Chiesa". Il lavoro prosegue con la presentazione e l'analisi di sette autori della teologia contemporanea che in qualche modo rappresentano le diverse tendenze riguardo all'ecclesiologia pneumatologica del XX secolo: H. Mühlen (1927-2006); C.Journet (1891-1975); Y. Congar (1904-1995); H. U. von Balthasar (1905-1988); J. Ratzinger (1927- ); L. Boff (1938- ) e L. Scheffczyk (1920-2005). Il volume aiuta a capire come un'autentica ecclesiologia cattolica abbia bisogno di fondarsi su una solida teologia trinitaria e su una salda cristologia pneumatologica, così che nello sviluppo della sua riflessione sul mistero della Chiesa, la dimensione pneumatologica si trovi al fianco della dimensione cristologica, senza peraltro dimenticare la sua subordinazione ad essa.
L'autore affronta la questione dell'ermeneutica teologica di Joseph Ratzinger, che si è occupato di teologia prima del Vaticano II e ha continuato a farlo fino ai nostri giorni, in ordine alle questioni dello schema classico (scrittura, traditio, ratio) nel tentativo di renderlo più vicino alla vita e alle correnti più attuali del dibattito teologico. Il volume aiuta a capire come Ratzinger, basandosi sulle ricerche delle fonti storiche e sull'analisi di testi teologici contemporanei, conservi nel pensare la realtà salvifica dell'essere, una corretta comprensione della Bibbia e il suo rapporto con la Tradizione, l'oggettività della verità e la realtà della cognizione umana. Il volume presenta alla luce dell'ermeneutica teologica, in generale e per quanto riguarda i singoli trattati dogmatici, l'influsso della teologia biblica, della teologia patristica e della dogmatica sulla fede cristiana, al servizio dell'identità e della spiritualità di ogni persona umana.