"Caro Salutis Cardo", celebre frase di Tertulliano (De resurrectione mortuorum, VIII, 6-7), scelta come motto e insegna dell’Istituto di Liturgia Pastorale «Santa Giustina», delinea in stile lapidario e con rara efficacia la funzione della carne di Cristo e nostra nel mistero della salvezza e nella liturgia. La collana, curata dall’Istituto e articolata in tre sezioni (Contributi, Studi, Sussidi), intende offrire a studiosi, operatori liturgici e al pubblico la ricchezza di pensiero e il fervore di stimoli propri di una chiesa che celebra e vive in maniera cosciente il suo mistero.
La buona recezione della liturgia postconciliare si gioca sulla maturazione della capacità di celebrare (ars celebrandi). È ormai evidente che l'agire rituale esige una competenza specifica, che consiste anzitutto nel rispettare le regole fondamentali del rito stesso. L'accostamento tra rito e teatro fa emergere aspetti fondamentali di tale competenza, pur dentro un rapporto complesso tra realtà e finzione, tra reale e virtuale. Anche se su piani diversi, entrambe le esperienze hanno la capacità di "mettere in scena" il mondo per trasformarlo, attivando tutti i linguaggi di una performance globale.
Riflettere sui riti di cordoglio significa cogliere gli sforzi dell'umanità, delle culture e in particolare delle religioni, per restituire un po' di verità al mondo presente in relazione al mondo che ci aspetta, cercando un improbabile legame tra i due mondi. I due mondi, infatti, l'"aldiquà" e l'"aldilà", appaiono oggi infinitamente lontani tra loro, anche se in realtà sconfinano l'uno nell'altro. I riti religiosi che circondano la morte possono ancora, con la loro ricchezza simbolica, aiutarci a sperare e a vedere oltre questo mondo. Su questo fronte i riti della fede cristiana devono ritrovare la loro forza specifica
Il volume intende mettere a fuoco il metodo pastorale proprio della liturgia, nel contesto della svolta pastorale promossa dal Concilio Vaticano II. Riconoscere la forma specifica della pragmatica rituale è essenziale non solo per evitare riduzionismi, ma anche per scoprire il grande contributo che essa può dare oggi alla vita di fede, nel quadro di una pastorale organica.
Preghiera e rito, due momenti della stessa esperienza di fede, due espressioni correlate anche se con caratteristiche distinte. A partire da questo presupposto il volume corre sul filo rosso di un'analisi attenta e dettagliata delle dimensioni che spettano a questi due momenti: la preghiera personale, la preghiera degli inni antichi delle religioni, la preghiera spontanea, la preghiera come sostrato della nostra vita religiosa vissuta in pienezza e la preghiera rituale e liturgica, "fatta insieme", "cantata coralmente". Un libro che approfondisce, studia, esalta tale preghiera come vibrazione spirituale, come una melodia dalle innumerevoli variazioni. Le varie forme di preghiera sono messe a confronto e fatte dialogare mostrando come l'una si ritrova nell'altra in un crescendo reciproco di vissuto religioso sapientemente svelato dagli autori.
Uno studio approfondito su religiosità popolare, riti e pratiche devozionali che permettono un approccio pragmatico al sacro: un'opzione strategica per il futuro del cristianesimo della quale, tuttavia, si fatica a individuare i criteri. La chiesa antica non avrebbe esitato ad accogliere in sé i riti tradizionali, mentre oggi si temporeggia nel riconoscere il valore autonomo delle culture rischiando di indurre una romanizzazione forzata delle chiese. Questo libro segnala almeno due piste percorribili. In primis, non occorre romanizzare i riti, sempre di per sé inculturati e capaci di portare il messaggio evangelico senza essere epurati nella loro consistenza antropologica. In secondo luogo, talvolta occorre rinunciare a contenuti specifici di una dottrina per accogliere il senso religioso espresso dai culti dei vari popoli. La chiesa lo ha fatto in passato, non si capisce perché non debba farlo anche oggi.
Destinatari
In particolare studenti di teologia e liturgia.
Autore
ROBERTO TAGLIAFERRI è docente di teologia presso l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina a Padova. È autore di numerosi saggi e articoli sull’architettura dello spazio sacro e sui linguaggi estetici. Tra le sue pubblicazioni: La «magia» del rito (EMP, Padova 2006), Percorsi d’arte. Per non morire di verità (EMP, Padova 2007), Il matrimonio cristiano. Un sacramento diverso (Cittadella, Assisi 2008), Liturgia e immagine (EMP, Padova 2009), La tazza rotta. Il rito risorsa dimenticata dell'umanità (EMP, Padova 2009), Saggi di architettura e di iconografia dello spazio sacro (EMP, Padova 2011), Il travaglio del cristianesimo. Romanitas christiana (Cittadella, Assisi 2012).
Una seconda edizione, con 11 capitoli del tutto nuovi, un vero manuale di studio e un contributo originale alla ricerca teologica sulla questione liturgica". "
Contenuto
Questo libro affronta la questione: il rito deve essere stabile e immutabile o può essere modificato a seconda dei tempi e delle stagioni storiche? La forza del rito sta nei suoi codici, nella sua tradizione, nella sapiente elaborazione che ha trovato, ad esempio, la liturgia eucaristica durante secoli e secoli di esperienza. Questa la tesi che qui si riscopre attraverso un’attenta analisi antropologica e teologica della natura e delle componenti del rito stesso, in un grande e complesso dialogo sia con la teologia che con le scienze umane.
Destinatari
Sacerdoti, e chi opera nel settore della liturgia.
Autore
Aldo Natale Terrin (curatore) è docente di storia delle religioni e antropologia culturale all’Università di Urbino e ordinario di scienza delle religioni all’Istituto di liturgia pastorale di S. Giustina, Padova. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il rito. Antropologia e fenomenologia della ritualità (1999); Antropologia e orizzonti del sacro (2001); Religione e neuroscienze (2004); L’Oriente e noi. Orientalismo e post-moderno (2007); La religione. Temi e problemi (2008). Ha curato inoltre: Estetica e Liturgia (2006); Riti religiosi, riti secolari (2007); Liturgia e inculturazione (2009).
Contenuto
Ancora un libro sul rito: un’urgenza sempre più impellente non solo sul fronte teologico, ma anche nella cultura laica. «I riti sono lì, quando ci sono, a cercare di dare ordine e forma a un mondo frammentato, a cercare di fronteggiare l’ambiguità e l’incertezza. “Risalire la china” allora, come coraggiosamente ci invita a fare il libro di Tagliaferri, attraverso la riscoperta dell’alternativa rituale e dell’importanza del rito come “atto sociale basilare per l’umanità” […] non significa postulare l’esistenza di un’età dell’oro in cui le culture erano integre, […]. Significa, al contrario […] rimettere al rito la possibilità di un’asintotica tensione alla ricomposizione dell’infranto […]». (Dalla Postfazione di Massimo Rosati)
Destinatari
Insegnanti e studenti di liturgia pastorale; studiosi ed operatori liturgici.
Autore
Roberto Tagliaferri è docente di teologia della liturgia presso l’Istituto di liturgia pastorale di S. Giustina a Padova. Si occupa di problemi epistemologici e di linguaggi del rito, con particolare attenzione alla dimensione estetica dell’esperienza religiosa. Ha scritto numerosi articoli e saggi teologici. Tra le sue pubblicazioni: La violazione del mondo (1996), La magia del rito (2006), Percorsi d’arte. Per non morire di verità (2007), Il matrimonio cristiano. un sacramento diverso (2008), Liturgia e immagine (2009).
L’idea di fondo espressa dal convegno di cui qui sono raccolti gli atti, ipotizza uno stretto legame tra sensibilità e fede, in modo specifico tra vista e credenza. Ogni nostra conoscenza, anche la più spirituale, deve essere in qualche modo filtrata attraverso la percezione sensibile. Corpo e mente non sono entità separate, ma sono in una reciproca interazione. Come si incarna la fede nella pratica e come si fa visibile nelle varie epoche storiche? Quanto l’immagine nel rito è produttiva di presenza? Si potrebbe avanzare l’ipotesi di una religione del vedere, in cui l’immagine quasi da sola adempie alla funzione simbolica di contatto tra Dio e il fedele? Ci può essere rito senza immagine? Come devono essere le immagini per il rito in modo da accompagnarsi armonicamente con gli altri codici simbolici della celebrazione liturgica? Può l’arte moderna entrare nella liturgia? Un plesso di problemi ad ampio spettro, che riserva sorprese e che chiede una rivisitazione teologica per una migliore comprensione dell’atto liturgico.
Destinatari
Insegnanti e studenti di liturgia pastorale; studiosi ed operatori liturgici.
Autore
Gli autori che hanno collaborato a questo volume sono: Roberto Tagliaferri (curatore), Tito Amodei, Giorgio Bonaccorso, Elio Franzini, Alberto Piovano, Aldo Natale Terrin.
Questo libro nasce dal bisogno di studiare il difficile rapporto esistente tra culturazione ed evangelizzazione e il ruolo importante che in esso ha la liturgia.
Il binomio fede-liturgia coinvolge esperienze, gesti e parole che accompagnano la vita di ogni individuo nella sua apertura allo Spirito.
Il rapporto tra salute e salvezza è qualcosa di inconscio, di profondo, di antropologicamente istintuale e di teologicamente importante. Nelle religioni si chiede la salvezza per ottenere la salute, senza che mai ci sia una chiara distinzione tra i due termini. C'è un «non detto» nella storia delle religioni e nel cristianesimo stesso, che l'autore mette sapientemente a fuoco attraverso i contesti rituali. Il legame rappresentato da salute e salvezza costituisce il nucleo originario del «religioso» ed è la traccia da seguire lungo i tempi per una riscoperta della visione olistica. La riflessione dell'Autore si esercita su questo grande tema storico-religioso, che ha precisi risvolti all'interno della visione cristiana e ha una collocazione in rapporto al sacramento dell'unzione.
Destinatari
Il libro si rivolge sia agli studenti delle scuole di Teologia che ai sacerdoti e ai laici interessati ad approfondire questo grande tema rituale e religioso.
Autore
Renato Zanchetta è laureato in Medicina e chirurgia e specialista in endocrinologia e biologia clinica presso l'Università di Padova. Autore di numerose pubblicazioni nell'ambito dell'autoimmunità endocrina, ha conseguito la licenza in teologia, con specializzazione in Liturgia pastorale, presso l'Istituto di Liturgia di S. Giustina in Padova