A tre anni dall'improvvisa scomparsa di Achille Erba, padre barnabita e professore di storia della Chiesa presso l'ateneo torinese, alcuni studiosi che lo hanno conosciuto hanno voluto tracciare un primo profilo della sua figura e della sua opera scientifica e religiosa. Le loro riflessioni sono raccolte in queste pagine, che offrono al lettore sia analisi tematiche, sia testimonianze di esperienze e di conoscenza, dando atto talvolta di divergenze interpretative che contribuiscono a arricchire la lettura dell'opera e della figura di padre Erba. In appendice al volume vengono proposti tre testi inediti e/o di difficile reperibilità, che documentano la vigile e partecipe attenzione con cui Achille Erba, assumendo come criterio interpretativo la novità prospettica del concilio Vaticano II, cercava di comprendere l'essere e il divenire della Chiesa.
Docente per circa trent'anni di Storia del Cristianesimo e, per lungo tempo, di Storia delle Religioni all'Università di Torino, studioso di fama internazionale, animatore instancabile di centri di ricerca e di iniziative editoriali volte alla promozione e alla diffusione degli studi religionistici, direttore responsabile dal 1965 al 2001 della "Rivista di storia e letteratura religiosa", voce autorevole della cultura italiana e nella comunità cattolica, Franco Bolgiani (1922-2012) ha dedicato molta parte della sua esistenza ad esplorare il terreno impervio dei rapporti tra cristianesimo e culture. Lo ha fatto - come documenta l'Introduzione di Francesco Traniello - attenendosi rigorosamente ad una metodologia storico-critica, ancorata in primo luogo all'analisi dei testi e dei documenti, ma non chiusa nel puro filologismo, perché animata sia dai profondi impulsi di natura esistenziale che lo sospingevano a quel genere d'indagine, sia dalle sue considerevoli aperture alla dimensione socio-antropologica del fatto religioso e dei fenomeni culturali, sia dal puntuale confronto con le grandi scuole di pensiero che avevano alimentato e continuavano ad alimentare gli studi di storia del cristianesimo (a partire dai suoi rapporti con il mondo ebraico e con la classicità greco-latina). Mai tuttavia Bolgiani si è curato di conferire una struttura organica agli innumerevoli prodotti del suo lavoro di ricercatore, pur appartenenti ad un medesimo e coerente discorso...
Tra il 1905 e il 1906 un giovane professore di storia ecclesiastica tenne presso il Seminario Romano un corso di lezioni dedicate al medioevo. Le lezioni non avevano nulla di straordinario: furono preparate attenendosi a un tono uguale allo spirito di conformità del tempo, vennero litografate e distribuite agli alunni del corso, tuttavia scomparvero dalla circolazione pochi mesi dopo. Il professore era Ernesto Buonaiuti. Dalla fine del 1906, venticinquenne, egli dovette abbandonare la sua cattedra al Romano, sospettato di partecipare a quella trasformazione che la Chiesa romana avrebbe definito "sintesi di tutte le eresie", il modernismo. Le sue "Lezioni di storia ecclesiastica", qui ripresentate, sono solo in parte un elemento della storia della persecuzione che Bonaiuti subì. Piuttosto, esse ne sono la preistoria e la premessa non necessaria a tutto quanto avvenne dopo, quando Ernesto Buonaiuti fu percepito e volle essere percepito come una sorta di "papa" del modernismo.
La fine del secondo millennio, segnata dallo sgretolamento dell'ideologia comunista e da ondate migratorie che hanno moltiplicato e rafforzato la presenza di minoranze religiose, ha visto emergere un nuovo desiderio di protagonismo da parte della chiesa cattolica e delle istituzioni religiose in generale. In questo contesto, il tema dei rapporti fra Stato e Chiesa in Italia ha recentemente conosciuto un nuovo, potente ritorno di fiamma, e il dibattito sulla laicità (dell'individuo, delle istituzioni) non è mai stato così acceso. In questo volume Francesco Traniello delinea una breve ma esauriente storia delle numerose tappe che hanno contribuito a mutare i rapporto fra Stato e Chiesa dal dopoguerra a oggi, cercando di individuare i motivi del processo di "desecolarizzazione" al quale stiamo assistendo. Attorno al suo saggio ruotano le riflessioni e le discussioni di studiosi di discipline storiche e di sociologi.
Una raccolta di studi sulla figura dell'oratoriano Sebastiano Valfré e sul ruolo che svolse all'interno della comunità torinese nel Settecento, all'epoca dell'assedio francese alla città. La presentazione storica del contesto dell'assedio e la figura del Valfré sono viste in un'analisi d'insieme, che mostra come la Congregazione dell'Oratorio, struttura ecclesiastica davvero atipica, permise a Valfré di esprimersi con grande libertà; e analizza l'incidenza di tale struttura nel tessuto politico, sociale, civile, solidaristico ed artistico del tempo.
Il tema del pluralismo religioso torna periodicamente ad affacciarsi alla ribalta, e in questo momento storico sembra essere più che mai attuale. Infatti, se è vero che le ideologie totalitarie sono state bandite dalla scena europea è altrettanto vero che nonostante questo ne permangono tracce evidenti, pur se mascherate da nazionalismi culturali, fondamenti etnici, rivendicazioni di tradizioni locali, autonomismi e settorialismi, rifiuti all'integrazione con emigrati stranieri appartenenti ad altre religioni. Quale può essere, in questo contesto, il ruolo delle chiese? Questo libro raccoglie le discussioni di un folto gruppo di studiosi di storia religiosa, diritto e diritto ecclesiastico circa le relazioni tra Stato e confessioni religiose in un sistema democratico contemporaneo. Molti sono i punti di vista esposti, ma emerge la convinzione comune che la collaborazione tra chiese e istituzioni civili, nel rispetto del pluralismo religioso, sia un valido strumento di rafforzamento della democrazia, mentre la presenza di una sola chiesa dominante difficilmente garantirebbe eguaglianza di condizioni a tutti i soggetti.