È la comune esperienza della conversione ad avvicinare John Henry Newman a Paolo di Tarso, a cui il religioso anglicano dedica i quattro sermoni qui raccolti. La conversione di san Paolo risale al 1831, quando Newman è ancora attivo nel Movimento di
Oxford; lo schema su san Paolo missionario è del 1851, mentre Il dono caratteristico di san Paolo e Il dono della simpatia di san Paolo sono tenuti a Dublino nel 1857. L’appassionata riflessione di Newman sul rapporto fra la natura umana e la grazia divina che alimenta la santità è ancora più significativa oggi, quando egli stesso è destinato ad essere proclamato Santo.
John Henry Newman
(Londra, 1801 – Birmingham, 1890) Scrittore molto prolifico in teologia, filosofia, storia, ma anche predicatore affascinante, poeta e romanziere raffinato, polemista arguto, Newman fu figura prestigiosa dell’Università di Oxford e della Chiesa Anglicana, prima di essere ricevuto nella Chiesa Cattolica (1845), all’interno della quale sarà sacerdote (1847) e cardinale (1879), oltre che padre invisibile del Concilio Vaticano II. Tra le sue opere vanno ricordati gli studi sulle origini del Cristianesimo; i Sermoni Universitari (1843); i discorsi e le conferenze che accompagnarono la nascita dell’Università Cattolica in Irlanda; l’autobiografia spirituale Apologia pro vita sua (1864); e soprattutto la Grammatica dell’assenso (1870), vera e propria fenomenologia dell’atto di fede come esercizio della ragione, e la Lettera al Duca di Norfolk (1875), che fa di Newman il “Dottore della coscienza”.
Gli anni 1989-1991 sono stati, per tutti i popoli dell'Europa orientale, anni di liberazione dal dominio sovietico e dal suo indottrinamento ideologico. Tuttavia, come insegna Hannah Arendt, liberazione non significa ancora libertà, e il proliferare contemporaneo delle destre xenofobe nei Paesi dell'Est Europa lo dimostra. Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l'ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d'origine: il primo, dalla dittatura alla democrazia liberale; il secondo, dalla democrazia liberale alla tirannia. Un libro in cui la filosofa ungherese, anche mettendo a rischio la propria vita, denuncia frontalmente una feroce tirannia che l'Occidente finge di non vedere.
Nella Parigi fin de siede le utopie politiche e sociali fondono il positivismo e la fede nel progresso con l'aspirazione a risolvere i grandi problemi dell'umanità. Gli artisti partecipano di questo clima e alcuni pittori tentano di superare le vaghezze dell'Impressionismo mettendo a punto un procedimento per la definizione sistematica di belle immagini. Sono i "neoimpressionisti", come li chiama Félix Fénéon, lucido interprete della "scomposizione scientifica del tono" praticata da Georges Seurat, Paul Signac e altri. Con la sua prosa concisa ed evocativa. Fénéon perora tempestivamente la causa del Neoimpressionismo e ne chiarisce la portata rivoluzionaria, svelando i presupposti delle sue innovazioni tecniche. Questa antologia raccoglie testi scelti di Fénéon, inediti in italiano, per restituire un esempio storicamente significativo di critica militante condotta con i mezzi della letteratura più fine.
La ricchezza consiste nell'avere più del necessario; la povertà nel non possedere il minimo sufficiente; mentre, non aver più di quanto sia necessario è la sufficienza, che occupa il livello di misurazione intermedio tra le altre due. Monaco, teologo, oratore, spirito indipendente all'interno del variopinto universo cristiano a cavallo fra il IV e il V secolo, Pelagio elabora una visione personale del modo in cui un vero credente dovrebbe vivere, basato su un rigoroso ascetismo pratico e morale. Il breve scritto sulla ricchezza, che anticipa le più ampie riflessioni sul libero arbitrio e sulla natura, esprime in maniera chiara e radicale l'idea ascetica di Pelagio: il cristiano non solo non deve desiderare di arricchirsi ma. se nascesse ricco o gli toccasse una cospicua eredità, dovrebbe liberarsene senza remore, donando tutto ai poveri. Tale è l'incompatibilità tra cristianesimo e ricchezza da non permettere neanche il minimo contatto del credente con beni e proprietà, perché è impossibile per quella via giungere al Regno dei Cieli. Prefazione di mons. Enrico dal Covolo.
In questa riflessione sulla logica di Hegel. Giuseppe Rensi dimostra come l'esito dei complessi e ardui ragionamenti concettuali del grande pensatore tedesco non sia una somma di astruse e talvolta incomprensibili formule teoretiche, ma la dimostrazione chiara e rigorosa dell'esistenza di un Essere Supremo. Ripercorrendo i luoghi principali delle opere hegeliane dedicate allo sviluppo dialettico della coscienza. Rensi individua nel rapporto tra pensiero e materia il luogo di incontro tra umano e divino, dalla cui feconda e ininterrotta relazione prende forma tutto ciò che chiamiamo con il nome di mondo e realtà. Hegel, così, rivela Dio nella vita interiore dell'uomo.
Per Sergio Paronetto, tra i più influenti ispiratori del moderno pensiero sociale cristiano, l'ascetica non è una disciplina per eremiti, ma piuttosto il necessario complemento alla vita quotidiana, un allenamento all'azione e all'esercizio dell'impegno civile. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1948 su iniziativa del futuro Papa Paolo VI, raccoglie le riflessioni di Paronetto negli anni della Resistenza al fascismo e dei primi sforzi per la rinascita del Paese. Sono scritti lontani da ogni sterile introspezione narcisistica, testimonianza di un'energia spirituale e politica che si nutre di una inesausta ricerca di verità nella pratica quotidiana. Prefazione di Giovanni Battista Montini.