«Buona domenica». È con questo augurio che dal mese di luglio del 2006 don Mario Vatta si congeda dai suoi lettori della rubrica "Trieste, volti e storie" pubblicata sulle colonne del quotidiano triestino "Il Piccolo". Ogni due settimane. Ogni due domeniche. A conti fatti sono poco meno di quattrocento incontri di don Mario con i lettori che in questi anni sono diventati «vecchi amici» ai quali «si raccontano le cose più belle oltre a quelle che ti fanno piangere per la commozione». Si tratta di riflessioni, racconti di vita quotidiana, incontri con persone legate alla vita della città e dell'autore. Uno sguardo a volte interiore, altre volte orientato all'esterno. Con una particolare attenzione per la nostra gente, intendendo con questo appellativo l'universo delle persone bisognose che continuano a essere al centro del pensiero di don Mario e della sua Comunità. Questa «raccolta di pensieri», come l'ha descritta Paolo Rumiz, riunisce gli ultimi articoli in ordine di tempo: quelli apparsi da novembre 2019 a ottobre 2021. Come gran parte degli scritti dell'autore, sono concentrati attorno alla parola speranza «più che mai importante nei momenti bui, come quelli che viviamo». Ed è proprio da questa speranza che sgorga l'esigenza - che è anche tenace volontà - di immaginare un futuro nuovo. I periodi difficili diventano quindi, paradossalmente, un tempo privilegiato: il tempo favorevole.
Don Divo Barsotti:
"è stato definito il più grande mistico del novecento italiano; basterebbe ricordare come egli sempre ha difeso la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito santo come in un tempio..."
Card. Silvano Piovanelli
Renzo Buricchi:
" è uno straordinario teologo, carismatico, sapienzale e sperimentale.
La contemplazione della natura lo ha portato nel più profondo Cristocentrismo...
Egli con la sua profonda spiritualità è esemplare per cristiani laici e per una spiritualità autentica laica e missionaria..."
Card. Walter Kasper
Antologia illustrata su Pietro Savorgnan di Brazzà, l'unico esploratore europeo nella storia coloniale a conquistare un impero senza spargimenti di sangue, ma attraverso la fiducia e la pace, e l'unico di cui una capitale africana, Brazzaville, porti ancora il nome.