Salito al trono di Gerusalemme nel 1174, a quattordici anni, Baldovino ne visse undici nella sofferenza fisica e morale, talvolta intollerabile, generata dalla lebbra; non si compianse; non si rifugiò in un letto. Scelse di stare sui campi di battaglia, dove lo chiamava il suo dovere di Re. Intrepido soldato, capace di imprese memorabili; Re attento al destino del proprio regno, fu costretto a destreggiarsi tra le manovre e i calcoli politici della corte, ma fu soprattutto un giovane chiamato a crescere, a misurarsi con gli altri e con se stesso, e infine a morire. Il suo regno fu l'ultimo bagliore degli Stati crociati.
Un ventennio mai studiato, quello della resistenza popolare alla dominazione napoleonica d'Italia (1796-1815), eppure decisivo per la realizzazione del successivo Risorgimento. Il racconto delle insorgenze popolari controrivoluzionarie mette in luce la volontà degli italiani di rifiutare l'imposizione di un modello di vita contrario alle loro convinzioni, religiose anzitutto, anche a costo del sacrificio della vita. Infatti, oltre sessantamila italiani persero la vita per difendere le radici del proprio Paese.
La prova della verita della fede cattolica, fondata sul Vangelo e creduta dai primi cristiani e dai Padri della Chiesa.