Hag 'Amin al-Husayni fu l'assoluto protagonista della nascita del moderno fondamentalismo islamico e della lotta armata ('intifadah) contro gli ebrei condotta oggi da numerose organizzazioni terroristiche islamiche. Personalità insieme affascinante e spaventosa, oratore incendiario, rampollo di una delle più notabili famiglie arabe della Palestina (ma dal curioso aspetto "occidentale": aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri), al-Husayni fu un visionario crudele che in nome del nazionalismo arabo e dell'antisemitismo strinse un'alleanza tattica con il nazismo in forza della quale 100.000 musulmani combatterono come volontari nelle divisioni tedesche. Tra i più accesi sostenitori della Soluzione Finale, si macchiò direttamente di atti feroci quale il sabotaggio dei negoziati tra i nazisti e gli Alleati per la liberazione di prigionieri tedeschi in cambio della fuga verso la Palestina di 4000 bambini ebrei destinati alle camere a gas. Dopo la guerra, scampato a Norimberga, al-Husayni si divise tra l'Egitto, dove rinsaldò i rapporti con il fondatore dei Fratelli musulmani, e Beirut, dove prese sotto la propria ala protettrice un giovane che diventerà uno dei protagonisti della politica mediorientale: Yäsir 'Arafat. Sulla base di una documentazione vasta e rigorosa e di numerosi documenti inediti, Dahn e Rothmann offrono il ritratto definitivo del "Führer del mondo arabo", e forniscono un importante contributo alla comprensione del fondamentalismo islamico.
È mai esistita una atomica tedesca? La questione dell'arma segreta con cui Adolf Hitler avrebbe potuto rovesciare le sorti della seconda guerra mondiale appassiona e divide gli studiosi. Per dare a questa domanda una risposta definitiva, l'autore - con la collaborazione del giornalista Heiko Petermann, e con l'aiuto di storici, fisici e radiochimici di fama internazionale - ha lavorato per quattro anni sulla storia della ricerca nucleare nella Germania nazista. Il risultato è sorprendente: basandosi sulle scoperte di illustri scienziati tedeschi - tra cui Werner Heisenberg, Otto Hahn e Carl Friedrich von Weizsäcker - e grazie al fattivo sostegno di gerarchi del calibro di Heinrich Himmler e Albert Speer, alcuni fisici furono in grado di eseguire, nel 1944-45, test nucleari sull'isola di Rügen e nella regione della Turingia; test durante i quali morirono molte migliaia di prigionieri di guerra e detenuti dei campi di concentramento. Rainer Karlsch, tuttavia, non si è limitato a raccogliere le prove degli esperimenti finalizzati alla costruzione dell'arma atomica, ma ha riportato alla luce un brevetto per una bomba al plutonio che risale al 1941 e ha ritrovato, nei dintorni di Berlino, il primo reattore nucleare tedesco funzionante. Rigorosamente documentato, questo libro getta una luce nuova su una delle vicende più controverse della storia del '900.
Per penetrare il mistero di un uomo tanto complesso, nello stesso tempo santo e stratega, Alain Vircondelet risale fino all'infanzia di Giovanni Paolo II e alla prematura scomparsa della madre e del fratello. Rievoca poi gli anni intensi della giovinezza, il lento cammino della vocazione, le prime esperienze all'interno della Chiesa, il difficile confronto con il regime comunista, fino all'ascesa al Soglio di Pietro nel 1978. E poi si inoltra nel suo lungo e straordinario pontificato.
Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1576 al 1611, è molto amato dalla letteratura, ma poco dalla storia. La sua vita e il suo regno non furono segnati da eventi particolari: accadde tutto prima di lui - il nonno Carlo V diede vita all'impero più vasto mai conosciuto, sul quale "non tramontava mai il sole" - o dopo di lui - la Guerra dei Trent'anni scoppiò nel 1618, poco dopo la sua morte. Ispirato cultore del bello e dell'arcano, Rodolfo popolò la sua corte stravagante di artisti, esoteristi, stregoni e scienziati, in un clima di tolleranza, favorevole al progresso della scienza e alla circolazione delle idee, di cui si avvalse anche Giordano Bruno. La sua passione per l'occulto attirò alchimisti come Oswald Croll e maghi come John Dee ed Edward Kelley, che guardavano in sfere di cristallo e traevano auspici parlando con gli angeli; intanto gli astronomi dovevano conquistare la sua volubile generosità elaborando oroscopi e interpretando l'apparizione di nuove stelle e il passaggio delle comete. Esautorato dai suoi nobili, lasciò la corona scagliando una maledizione su Praga e sulla nazione ceca, che in qualche modo si avverò. Durante la Guerra dei Trent'anni ogni esercito di passaggio saccheggiò il Castello e le sue inestimabili collezioni e la Boemia perse la propria indipendenza per trecento anni. Peter Marshall ha scritto questo libro per amore di Praga, della sua storia e di un uomo che ha saputo incarnare lo spirito di un'epoca, dando vita ai suoi demoni e alle sue speranze.
Questa è una storia che attrae e fa paura. Sembra che i protagonisti siano Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i due attori che furono fucilati dai partigiani in una via di Milano; ma è così solo in parte. Più di altri personaggi, vittime della guerra e della guerra civile che imperversarono in Italia dal 1940 al 1945, i due divi più cari al pubblico del fascismo appartengono a una lacerante vicenda che stenta a chiudersi. La loro fine è stata chiarita, ma non abbastanza; le loro colpe sono state accertate, ma non abbastanza; la decisione di fucilarli è stata motivata, ma non abbastanza. Il dramma continua, alimentato dal senso di colpa di un'Italia che fu fascista in massa e che non sa staccarsi dal passato. La luce su un periodo su cui è stato scritto molto, e di tutto, si fa a volte sfocata, confusa, e comunque sempre cupa, terribile, carica di ambiguità. Come tante vicende italiane, di ieri e di oggi.
Rommel è stato forse il solo comandante tedesco a ricevere attestati di stima dagli stessi nemici. Ma è proprio vero che fu soltanto il servitore efficiente e leale di una causa sbagliata? Diversi elementi sembrano dimostrare il contrario. Il Feld-maresciallo ha sempre mantenuto rapporti stretti con il regime e con Hitler, non si è mai attivamente opposto alla barbarie, non ha favorito in alcun modo i nazisti critici e il suo stesso suicidio è da interpretare come un supremo atto di fedeltà al suo Führer.
Mago e ciarlatano, santo e ruffiano, alchimista, guaritore, iniziato e fondatore di una Massoneria mistica egiziana: Giuseppe Balsamo (alias Giuseppe Pellegrini, colonnello dell'esercito brandeburghese, alias conte Alessandro di Cagliostro, alias Grande Cofto) è sicuramente una figura-chiave del '700 europeo. Personalità enigmatica e proteiforme, capace di sfuggire a qualsiasi tentativo di delinearne con precisione i contorni, ha rappresentato meglio di chiunque altro lo spirito di avventura e la vena "irrazionale" del Secolo dei Lumi. Al tempo stesso abile truffatore e protagonista di vicende che hanno segnato la Storia (una su tutte: l'"affare della collana di diamanti", scintilla della Rivoluzione francese), è stato anche un profondo conoscitore della psicologia e della natura umana, sempre pronto ad aiutare i poveri e i bisognosi, dispensando consigli e cure mediche più volte definite "miracolose da testimoni suoi contemporanei. Iain McCalman, attraverso l'analisi di una ricca documentazione spesso inedita poco considerata, ripercorre le vicende che hanno segnato la vita di Balsamo: dalla nascita in un quartiere povero di Palermo, ai numerosi viaggi prima a Malta (dove entra in contatto con i Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni), poi a Londra (periodo in cui viene iniziato alla Massoneria e scopre i manoscritti di George Cofton), in Curlandia, a San Pietroburgo, fino al fatale ritorno in Italia.