La sensibilità in merito alla presenza dei PFAS è, purtroppo, ancora da consolidare. Questo volume è uno strumento di valore scientifico e di contenuti che propongono alcune tracce di ricerca. Affronta, nella varietà dell'apporto di diverse discipline, la fondamentale relazione tra persona e Creato, imprescindibile per la nostra esistenza, e ci chiede di dare "il senso" di quanto accaduto con questa grave forma di inquinamento. Si intrecciano questioni scientifiche e sanitarie, giuridiche, psicologiche, pastorali. Si sentono le voci di chi - a vario titolo - è direttamente coinvolto. Tutto questo ci porta a comprendere che siamo solo agli inizi di un percorso che richiederà addirittura nuovi paradigmi di studio, di ricerca, di legiferazione.
L'olfatto non è un tema facile da trattare a livello di cura pastorale, eppure abbiamo scoperto che l'odore è uno dei più importanti segni che condizionano la nostra relazione. I contributi qui raccolti manifestano una grande ricchezza di percorsi di ricerca e approfondimento; sono segno di un cammino che si va svolgendo con una sua logica pluriennale che vuole rendere ragione dell'attenzione all'umano tanto in ambito medico-sanitario come pure nei cammini pastorali delle nostre Chiese in Italia. Amore, gratuità, condivisione, impegno costante: sono segni che profumano la vita di chi opera in sanità e in pastorale della salute. Così si potrà ove possibile guarire, ma comunque curare - secondo il mandato del Vangelo -, le nostre e le altrui ferite. Sempre con il profumo dell'amore.
La lettura offre una riflessione articolata tra la ricerca del senso delle relazioni, da ri-costruire, e alcuni valori orientativi per il futuro, partendo da una tempestiva lettura degli attuali accadimenti. La proposta complessiva intende guardare avanti; guardare al futuro con profonda fiducia: avremo davvero il tempo, e ne avremo tanto, quando cercheremo di usarlo bene, di spenderlo bene, per costruire il bene. Quindi la ricerca del tempo futuro - il tema di questo lavoro - chiede un'ulteriore sottolineatura: non solo il cosa fare per vivere bene questo tempo, ma insieme accogliere le domande di questo tempo e cercare insieme, in modo sinodale, le risposte che ci riguardano. Come Chiesa e come comunità medico-scientifica.
Il volume rappresenta la terza tappa di un percorso voluto come proposta pastorale per gli Uffici diocesani per la pastorale della salute e per il dialogo con il mondo sanitario - nelle sue diverse espressioni presenti in Italia -, che chiede risposte di senso di fronte alle domande che quotidianamente l'essere-uomini pone. Il dialogo diventa poi più urgente e pressante quando la domanda viene posta dalla persona malata, e in questo periodo pandemico anche ulteriormente gravata dall'isolamento e dalla solitudine. Lo sguardo volutamente si allarga. Si intrecciano le dimensioni più operative con la riflessione teologica e le proposte spirituali: è l'integralità della persona che chiede attenzione.
Il disprezzo e il maltrattamento dell'ambiente colpisce anzitutto i più poveri, privandoli in particolare di risorse, di lavoro, di salute. L'impegno per l'ambiente, quindi, non può prescindere da una particolare attenzione per i poveri, ma anche viceversa l'attenzione privilegiata per i poveri, che deve essere prioritaria per le comunità cristiane, non può fare a meno d'ora in poi di essere sensibile sul tema ambientale.
Il volume propone un'elaborazione sistematica e complessa delle molteplici tematiche che emergono dall'affrontare una devastante e sconosciuta pandemia, quella da Covid-19. Si incontrano due diversi ambienti di ricerca, di lavoro e di ministero: quello della salute mentale e quello della pastorale della Chiesa in Italia. Voci che si sono confrontate per arrivare a comporre un quadro di riflessione, di aggiornamento e di programmazione condivisi. Questo testo è pensato e indirizzato - anche nella sua scansione tematica - ai professionisti sanitari, a chi educa, a chi deve assumere scelte politiche e amministrative, come pure agli operatori pastorali che sono chiamati a intercettare le domande di senso presenti in Italia - illuminandole con la parola del Vangelo - e anche a tutti coloro che siano interessati ad approfondire una prospettiva più ampia sull'emergenza che ha coinvolto e sconvolto il mondo intero.
Il suicidio è un viaggio senza ritorno che tarpa le ali alla speranza. Quanti lo compiono sono prigionieri di pensieri e sentimenti che li consumano e travolgono, sospingendoli alla scelta fatale. Con frequenza chi chiude il sipario non lascia trapelare le sue intenzioni e porta con sé nella tomba le proprie ragioni per rinunciare a lottare. non si muore mai soli: si trascina con sé un po' della vita dei propri cari e si lascia con loro un po' della propria morte. Chi resta è tormentato da tanti "ma" e "se" che accompagnano il cammino tortuoso e travagliato del cordoglio e della lenta rinascita. L'autore ritrae fotografie dei paesaggi interiori di chi ha scelto di morire e dei superstiti, cogliendo frammenti toccanti degli abissi e dei misteri della natura umana.
Nel prossimo decennio i sistemi sanitari del mondo avranno come principale fardello le problematiche inerenti la salute mentale. Un elemento preoccupante, che si sta manifestando in misura sempre più evidente, è l’incremento di condotte crudeli e aggressive, in particolare tra bambini e adolescenti.
Agli operatori sanitari, ai professionisti della salute mentale, alle associazioni, agli istituti cattolici e a quanti sono impegnati nella pastorale della salute interessa conoscere lo status quaestionis e il punto di vista ecclesiale sul fenomeno della salute mentale.
Agli operatori ecclesiali risultano indispensabili nozioni aggiornate e approfondite su una materia dai confini talvolta sfuggenti, a volte oggetto di stigma, la cui diffusione nel mondo appare decisamente ampia.
Il manuale si propone di raccontare la bioetica con un linguaggio semplice e chiaro, mantenendo intatto il rigore scientifico. Tale disciplina infatti ci riguarda da vicino, dal momento che ognuno di noi è chiamato a proteggere e custodire la vita umana in tutte le sue espressioni, come ricordato da san Giovanni Paolo II: «Sì, ogni uomo è "guardiano di suo fratello", perché Dio affida l'uomo all'uomo». Pertanto è doveroso avere a disposizione informazioni corrette e veritiere per comprendere e giustificare obiettivamente alcune realtà, essendo in corso nella società attuale una lotta radicale tra la "cultura della vita" e la "cultura della morte": un ambito nel quale ci giochiamo il nostro futuro e quello delle nuove generazioni.
Questo testo è indirizzato ai professionisti della salute e agli operatori pastorali e volontari per educarli ad essere farmaci più che a dare farmaci, coltivando quelle attitudini che umanizzano le relazioni, alleviano il patire e consolano chi soffre. Il cuore della pubblicazione è un viaggio nei diversi tasselli del mosaico relazionale, che permettono di cogliere sia la complessità dei processi comunicativi che la ricchezza dei vissuti biografici nell'incontro con chi soffre. Ogni tessera del mosaico viene illustrata nei suoi contenuti ed è accompagnata da dialoghi intercorsi tra un aiutante e un malato, insieme ad un'analisi critica dell'intervento. Il testo può essere usato come un vademecum di formazione permanente alla relazione di aiuto nella visione olistica della salute.
«Il malato lascia che il suo corpo venga toccato dagli operatori, ma quante volte vorrebbe impedire, trattenere il loro movimento, e dire: "Non mi toccare, non mi toccare in modo brusco, non mi toccare come se il mio corpo fosse qualcosa di estraneo al tuo agire, come fosse un attrezzo"? [...] Così è maturato il tema: "Feriti dal dolore, toccati dalla grazia". Diventiamo operatori di salute - tanto in ambito sanitario-professionale quanto in quello pastorale - quando la ferita dell'altro ci interpella; se vogliamo prenderci cura di tutta la persona malata è necessaria quella grazia particolare che proviene dal sentirsi veramente provocati dalle situazioni che incontriamo.» (dall'Introduzione)
"Se il servizio ai malati e ai sofferenti è per la Chiesa, fin dall'inizio della sua storia, 'parte integrante della sua missione' è compito di chi lavora in questo tipo di pastorale rendere 'visibile' questa realtà richiamando a tutta la comunità cristiana un suo impegno accanto al malato, a chi soffre, a chi se ne prende cura e nel vasto mondo socio-sanitario. Ma è compito di chi riflette teologicamente sull'agire ecclesiale nel mondo della salute, in particolare accanto alle persone più fragili, richiamare come la dimensione sanante (salvifica e salutare) sia non solo presente in una pastorale specifica, e in ambiti particolari, ma debba essere riconosciuta come parte integrante dell'essere Chiesa e del suo agire pastorale: caratteristica della sua identità e del suo multiforme agire." (dall'introduzione)
L'interrogativo su "cosa si debba fare per essere felici" accomuna la più profonda domanda esistenziale rivolta a Gesù, il Maestro, riportata nel Vangelo di Marco 10,17, e il preambolo della Dichiarazione d'indipendenza degli USA. È una domanda che l'uomo pone a se stesso, alla propria comunità sociale, pone al proprio Paese, ma soprattutto, quando si è alla ricerca della verità su se stessi, pone a Dio. E ciò accade in qualsiasi condizione di salute ci si venga a trovare. La ricerca, medico-clinica ed accademica, accompagna, integra, propone riflessioni e percorsi di approfondimento per andare incontro all'uomo ferito di oggi. Un uomo, una umanità, che nei Paesi occidentali può aver raggiunto un maggior benessere economico, maggiori tutele sociali, ma che torna a porsi una delle domande fondamentali della vita: "voglio essere felice".
Oggi l’annuncio del Vangelo richiede di guardare nuovamente la realtà con occhi innamorati dell’umanità, che soffrono e patiscono insieme a chi soffre, per costruire un percorso in due tappe: dapprima farsi prossimo, per provare a rispondere – nella comunione – alla domanda di senso di fronte alle provocazioni che scaturiscono dalla dura realtà della malattia, della disabilità e della morte, nei diversi contesti (domanda che può traslucere in uno sguardo più che in mille parole); poi, per guardare insieme, come l’apostolo Giovanni, al di là di una tomba vuota, e intercettare con lo sguardo una prospettiva diversa, la pienezza della vita umana in Dio, anticipata e conosciuta nella fede. È uno sguardo aperto alla trascendenza quello capace di vedere il volto di Cristo nella carne sofferente del malato, e quindi capace non solo di entrare nella storia, e possibilmente di cambiarne le storture, ma di farla diventare anche storia di salvezza per ciascuno.
La Chiesa italiana vuole promuovere un dialogo fra gli esperti del "Tavolo Nazionale sulla salute mentale", gli operatori del mondo sanitario, della pastorale della salute e di altri ambiti pastorali. Povertà vitale in rapporto alla salute mentale, diseguaglianza nell'accesso alle cure, condizioni sociali problematiche e nuova status syndrome sono alcune delle questioni affrontate. Si allargano le riflessioni su temi quali minori e salute mentale, infanzia abusata, genitorialità fragile, nuove dipendenze, suicidio e importanza della prevenzione