Perché alcuni brand ci fanno sentire bene ed altri ci provocano frustrazione? Che cosa determina il nostro coinvolgimento, tanto da ricomprare gli stessi prodotti, tornare nei medesimi negozi o nelle stesse destinazioni più volte? In questo nuovo testo, Wided Batat introduce i lettori al suo nuovo modello di customer experience e all'era dell'"marketing mix esperienziale", proponendo la teoria delle "7E" per progettare esperienze adeguate, emotivamente cariche e redditizie in un contesto phygital. Experiential marketing è una guida alla costruzione di esperienze indimenticabili che, coniugando teoria e prassi, analisi e casi concreti, sarà di notevole valore per team di executive, professionisti del marketing e della comunicazione, studenti di corsi e master in Marketing.
Il settore culturale, come altri settori di attività pubblici e no profit, necessita sempre più di competenze legate al marketing, orientate all'organizzazione di eventi capaci di coinvolgere persone, media, imprese e istituzioni. Questo manuale spiega come, coniugando teoria e pratica, e presenta un ampio richiamo all'esperienza di alcune delle eccellenze italiane: il Teatro alla Scala di Milano, la Valle dei Templi di Agrigento, il Festival del Cinema di Venezia, la Reggia di Caserta, le Dolomiti e Cortina d'Ampezzo, i Bronzi di Riace e il Museo di Reggio Calabria. Il settore della cultura prosegue il suo sviluppo internazionale grazie soprattutto a turismo mondiale, tecnologia di massa, conoscenza delle lingue e, in generale, alfabetizzazione nei Paesi arretrati. Ciò ha portato a una crescente attrattività dei temi culturali, compresi alcuni nuovi come quelli enogastronomici e sportivi. A questo aspetto positivo, si accompagna però un aumento della concorrenza in quanto molti Paesi in via di sviluppo lavorano sulla cultura per favorire una crescita economica, sociale e tecnologica. Ne consegue che la domanda ha più alternative e l'offerta deve aumentare la sua capacità competitiva. In questo sistema competitivo l'Italia, pur avendo il più grande "giacimento" culturale, corre il rischio di non riuscire a mantenere le sue posizioni tradizionali poiché non è più sufficiente la parte "hard" dell'offerta se non la si accompagna a quella "soft", fatta da molteplici componenti che assicurano la migliore "customer experience" e il conseguente fondamentale passaparola. Diventa, quindi, sempre più essenziale saper organizzare, anche in partnership, eventi capaci di coinvolgere persone (compresi i giovani con i social), media, imprese e istituzioni. Emerge, quindi, la necessità di avere un capitale umano orientato al confronto con domanda e concorrenza, ovvero alla funzione del marketing moderno, come in altri settori di attività pubblici e no profit, grazie anche al grande supporto digitale. Si ritiene, dunque, indispensabile acquisire una competenza che si aggiunga a quella tecnica, oggi necessaria ma non più sufficiente, senza alterare i principi e i valori essenziali della cultura.
Il rappresentante degli interessi di un'impresa verso le istituzioni, il cosiddetto lobbista, non ha sempre vita facile e troppo spesso la sua attività non è realmente compresa. Di norma, viene assimilata a quella di una persona che vuole interferire nelle procedure pubbliche, soprattutto di natura normativa. Questa visione è miope e sorpassata.
Chi lavora nell'ambito dei Public Affairs possiede - ed è indispensabile che possieda - un adeguato bagaglio di competenze e strumenti che gli permettano di agire con sicurezza. È capace di instaurare un dialogo empatico ed una collaborazione costruttiva con le istituzioni perché le conosce, sa come relazionarsi e vive qualunque occasione nel pieno rispetto dell'etica e della legge.
Questo manuale di marketing istituzionale è volto proprio a promuovere un "buon modo di lavorare" delle imprese verso la pubblica amministrazione, per conseguire i risultati che il top management chiede di portare a casa.
Rivolto ai manager e agli addetti alle relazioni istituzionali, nonché agli studenti universitari delle business school, definisce modelli di analisi, processi di riferimento, nonché strumenti di programmazione strategica finalizzati a facilitare la conoscenza di un'istituzione, a relazionarsi con essa e ad affrontare le criticità che si possono presentare.
La costruzione del testo nasce dall'applicazione delle tecniche di management ai fenomeni relazionali e propone una trattazione estremamente empirica, evitando digressioni scientifiche o il ricorso a casi che fanno riferimento a realtà spesso lontane da quella in cui viviamo.
L'Assessment ha ormai quasi cento anni di storia. Dalle sue prime applicazioni nel '26 nella selezione in ambito militare, al suo impiego nella valutazione del potenziale nell'industria, fino ai più recenti utilizzi nella formazione/sviluppo, la sua forma e le sue tecniche hanno subìto notevoli mutamenti. Tale evoluzione di contenuti ed impieghi, che lo vedono oggi sempre più spesso caratterizzarsi quale Development Center, si è accompagnata con un proliferare di ricerche scientifiche volte ad attestare la validità dei sui metodi. Questo libro nasce dall'esigenza di fare il punto di tali studi con la finalità di comprendere quali tecniche possono considerarsi attendibili e quali pratiche debbono essere privilegiate tra le altre. Alla presentazione di tali ricerche, segue nel volume, la sintesi che allo stato attuale risulta possibile delineare di ciascuno strumento o prassi impiegata, con l'indicazione finale del metodo che, sulla base delle evidenze scientifiche, è possibile delineare come più efficace e scevro da errori. I temi che il libro affronta sono molteplici estendendosi dalla progettazione dell'architettura dell'Assessment e del Development, alla definizione degli strumenti che concretamente possono essere utilizzati nelle sessioni valutativo/formative.