Pubblicato come revisione della teoria psico-sociale di Erik H. Erikson, "I cicli della vita" illustra il contesto storico e autobiografico in cui sono stati elaborati gli ormai celebri concetti di crisi d'identità, interdipendenza tra storia sociale e storia personale, ciclo della vita e, soprattutto, la convinzione che la maturità non rappresenti la fine della crescita psicologica. L'autore, però, durante una vita di notevoli successi, non è riuscito a coprire il nono stadio: quello che segue l'età senile; era necessario considerare anche questo periodo della vita. Ci guida con maestria attraverso le sfide di questa età Joan Erikson, allargando l'orizzonte eriksoniano sulle fasi principali dello sviluppo umano. Nel parlare del nono stadio, infatti, getta una luce nuova sulle sfide degli anziani davanti alle inevitabili conseguenze del tempo, sottolinea il ruolo decisivo che la speranza e la fiducia svolgono nella vita degli anziani e ridiscute con sensibilità il concetto stesso di saggezza.
A scuola, con gli amici, in famiglia, la vita di un'adolescente diversamente abile presenta le caratteristiche e le problematiche di quella di un qualunque adolescente, ma è spesso più difficile da organizzare. Il presente volume vuole essere un supporto ad affrontare con serenità e maggiore sicurezza le difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana e ad acquisire una sempre maggiore indipendenza.
L'empatia è genericamente definita come l'insieme delle capacità che ci consente di condividere, comprendere e anticipare l'esperienza emotiva, le intenzioni, i desideri e le credenze dell'altro. Il presente volume ha l'obiettivo di riunire, in un'opera unica, i contributi di auteroveli ricercatori e clinici che si occupano dello studio dei processi empatici nelle persone con esiti di grave lesione cerebrale acquisita (GCA). L'intento dell'opera è fornire al lettore una conoscenza approfondita e aggiornata sugli aspetti teorici, diagnostici, terapeutici e metodologici di maggiore livello.
Frances Tustin espone in questo saggio i risultati della sua attività terapeutica. La chiarezza del linguaggio, il buon senso e la profonda partecipazione umana con i quali ella tratta la sua materia consentono al lettore di entrare con facilità nel mondo dei bambini psicotici.
Il saggio appartiene alla pedagogia narrativa, ritenuta dall’Autrice una modalità appropriata per progetti formativi. Natura, educazione e filosofia sono le fonti ispiratrici del libro. Il filo conduttore sta nell’impegno educativo della scuola, che si rivolge all’essere umano, in vista della sua piena realizzazione nel contesto familiare e sociale. L’equilibrio di ognuno di noi, auspicato e così ostinatamente cercato, ha la sua natura nell’idea della “giusta distanza”. L’Autrice rende esplicito il valore della filosofia a fini educativi, usufruendo del valore pedagogico della narrazione
Il testo affronta e approfondisce il delicato problema della presenza in carcere dei bambini che vivono con la madre detenuta. In particolare si evidenzia la problematicità del legame madre-bambino in carcere sottolineando le possibili ripercussioni dell'ambiente coercitivo carcerario su entrambi i soggetti. L'autrice suggerisce di evitare che bambini così piccoli trascorrano la loro prima infanzia in un ambiente degradato e inadeguato inserendoli in centri di accoglienza specializzati esterni che consentano alle madri di poter crescere i propri figli in un clima più sereno e familiare.
Il libro nasce dall'esperienza professionale e umana in un settore dove è necessario assumere un atteggiamento meno tollerante verso l'inosservanza dei diritti umani e dei bambini. "Mai più un bambino..." sta a indicare: mai più un bambino abusato, abbandonato, sottratto alla sua famiglia, drogato, violentato, mercificato. Significa mettere in campo iniziative culturali, istituzionali, legislative nazionali e internazionali, promuovere le migliori buone pratiche affinché i diritti umani, e dei bambini in modo particolare, non siano più negati o disattesi. Mai più.
Il testo, concepito come manuale di base per gli studenti di scienze motorie e sportive, offre elementi di approfondimento in merito al ruolo della didattica e delle scienze motorie e sportive nei più generali processi di formazione. In particolare fornisce una panoramica in merito ai fondamenti storico-epistemologici della didattica e agli sviluppi più recenti, quale scienza dei processi mediatori e sapere costitutivo delle professioni formative.
Le storie di vita raccolte in questo testo evidenziano come fattori personali e contestuali possano contribuire a interrompere il copione di insuccessi, e distacco dalla scuola. Ancora una volta emerge il ruolo di sostegno della famiglia che attiva risorse per affrontare la sfida educativa. Affinché i diritti di tutte le persone dislessiche possano trovare un giusto ascolto, occorrono servizi che sostengano la famiglia o lo studente. A questo scopo il ruolo dei Tutorati Universitari appare significativo nella sua funzione di accoglienza, di counseling educativo, di sostegno emotivo.
Ancora oggi è presente una viva inquietudine tra i genitori e gli insegnanti, uniti a far fronte a certi giovani i cui comportamenti provocano una sorta di malessere comune più o meno diffuso. I giovani spaventano quando non sono il riflesso delle proiezioni degli adulti, quando osano mettere in atto quelle pulsioni che gli adulti hanno rifiutato. Pierre G. Coslin guida i lettori alla scoperta della diversità dei comportamenti di questi adolescenti che sbandano e aiuta a comprenderli meglio, stimolando la riflessione sui modelli di riferimento che la società potrà proporre loro.
Cosa sta accadendo nella scuola? La preoccupazione dei docenti riguardo ai comportamenti degli alunni è congruente o eccessiva? Come uscire dalla solitudine che rischia di bloccare scelte e decisioni? A queste e altre domande il testo tenta di rispondere
Mentre di solito psichiatri e psicologi evitano la diagnosi di disturbo della personalità in età evolutiva, gli autori di questo volume credono che sia importante riconoscere la formazione del carattere nell'infanzia, studiando il temperamento del bambino e le sue relazioni.
Questo saggio vuole essere una guida è una testimonianza sulla disabilità, su come essa venga affrontata dalle famiglie, dalla solidarietà che si genera tra i vari nuclei che debbono avere a che fare giornalmente con questo tipo di problematiche. Da questa solidarietà in seguito si valorizzano interventi congruenti ed efficaci che le famiglie mettono in atto quando affrontano i bisogni dei figli.
Il bambino vuole essere compreso per sentirsi amato. Tale esigenza trova spesso l'adulto impreparato in quanto non riesce più a comunicare con quei "segni" e "gesti" emotivi, corporei e verbali con i quali il bambino si esprime. L'autore, nel tentativo di fornire agli adulti gli strumenti tecnici e umani che facilitino la comprensione e quindi il dialogo con il bambino, ha raccolto in questo volume alcune riflessioni sistematiche sulla psicoterapia infantile, sui suoi presupposti teorici e umani e sugli strumenti di intervento.